di Sauro Legramandi
@Sauro71
Donald Trump, chi di golf ferisce, di golf perisce. Trump, che per mesi ha accusato Obama di pensare più al green che alla Casa Bianca, ora è finito nel tritacarne social-mediatico. La sua colpa? Aver giocato troppo a golf nel primo mese da presidente. Per il suo predecessore c’era addirittura un sito Internet ad hoc che ne annotava le giornate passate sacca in spalla (306 i giri effettuati in otto anni da Commander-in-chief). Per il tycoon per ora c’è una piccola pagina Facebook dedicata allo stesso conteggio. Della serie: il golf è uguale per tutti i presidenti Usa, nessuno escluso.
E dire che Trump nel giugno scorso aveva le idee ben chiare in testa.
“Se sarò eletto presidente, io non avrò tempo di giocare perché c’è molto lavoro da fare”
disse in un comizio elettorale in Virginia. Invece i fatti non corrispondono alle promesse. Il presidente ha giocato almeno tre volte dal suo insediamento, il 20 gennaio 2017. Barack Obama, nel primo mandato, prese il ferro in mano la prima volta nell’aprile 2009 nella base militare di Andrews, vicino Washington.
[bctt tweet=”Da presidente Trump ha giocato a #golf dopo 15 giorni, Obama dopo oltre due mesi” username=”golftgcom”]
Sono decine i tweet firmati @realDonaldTrump dedicati allo sport più praticato dagli inquilini della Casa Bianca. I primi erano addirittura amichevoli, gli ultimi da feroce avversario politico.
“Incredibile: con tutti i problemi che hanno gli Stati Uniti il presidente Obama ha passato un giorno intero a giocare a golf. Peggio di Carter”
twittava nell’ottobre 2014. Un mese prima attaccò ancora: “Che razza di presidente è quello che non smette di giocare a golf dopo una crudele decapitazione. E’ distaccato dalla realtà” scrisse riferendosi all’ennesima vittima Usa del terrorismo.
I tre giri di Donald Trump
Ma veniamo alla storia recente. Il 5 febbraio il presidente (2.8 di handicap) ha giocato al Trump International Golf Club a West Palm Beach nel suo fine settimana a Mar-a-Lago in Florida (residenza già ribattezzata “Winter White House”).
Una settimana dopo il presidente gira col premier giapponese Shinzo Abe e con il professionista nonché ex n.1 al mondo Ernie Els al Trump National Golf Jupiter, sempre in Florida. Abe, appassionato di golf, aveva fatto recapitare un regalo speciale a Trump che pare abbia gradito e usato. Quel giorno, per tenere lontani occhi e smartphone indiscreti, furono oscurati i vetri della clubhouse con i giornalisti.
E il fine settimana precedente la consegna dei premi Oscar Trump ha girato con Rory McIlroy al Trump International. Secondo una prima versione il presidente aveva giocato “solo qualche buca” con l’irlandese. Peccato che Rory avesse innocentemente rivelato di aver fatto 18 buche col tycoon. (“Ha girato in 80 colpi credo, decente per i suoi 70 anni” il commento del professionista al sito No Laying Up). L’ufficio stampa ha rimediato scrivendo che “il presidente voleva giocare qualche buca ma poi ha deciso di trattenersi più a lungo”. Le bugie, negli Stati Uniti, hanno le gambe cortissime in ogni ambito.
Così a poco più di un mese da inizio mandato, in America più d’uno ha cambiato nome a Donald Trump. Da Commander-in-chief a Golfer-in Chief. Ironia della sorte: lo stesso nick che i detrattori di Barack Obama avevano affibbiato all’ex presidente.
Del resto, chi di golf ferisce…