Se fosse uno spot pubblicitario, il claim potrebbe essere questo: “Una Cadillac non si nega a nessuno”. Protagonista non dello spot ma della storia vera è Matt Kuchar, autore di una hole-in-one lo scorso sabato 29 ottobre nel terzo giro del WGC-HSBC in Cina. Contrariamente al solito, il suo colpo vincente dal tee shot della 17 non è stato ricompensato (subito) con la 2017 Cadillac Escalade esposta dietro l’area di partenza.
Chi segue il golf lo sa bene: quando tra gli sponsor della gara c’è una casa automobilistica gli organizzatori scelgono un par 3 con bella visibilità in tv, gli piazzano dietro una vettura che, chiavi in mano, andrà a chi la mette al volo col primo colpo.
Così è stato per quel sabato a Shangai quando l’americano l’ha messa dentro da 193 yard, ossia 176 metri. “La mia hole-in-one più triste – ha detto a fine gara -. Mio figlio di nove anni mi chiede sempre se ho mai fatto una hole-in-one con in palio una macchina. Anche stavolta gli dirò di no”. Com’era infatti scritto nel regolamento, per le cattive condizioni del terreno la buca era stata “avvicinata” fino a 193 yards, sette in meno delle duecento previste come soglia minima dall’assicurazione che ogni organizzazione stabilisce per tutelarsi.
Kuchar lo sapeva, gli organizzatori lo sapevano, Cadillac pure.
Il ripensamento
A distanza di pochi giorni, il dietrofront. Il PGA Tour ha chiamato in settimana Kuchar per comunicargli che Cadillac e organizzatori avevano deciso di regalargli lo stesso la macchina nonostante quelle sette yards in meno. Così il professionista ha avuto la sua 2017 Escalade (valore commerciale: da 100mila euro in su).
Per correttezza ricordiamo che Matt Kuchar, attuale n.20 al mondo e bronzo olimpico a Rio, in carriera ha guadagnato più di 39 milioni di dollari. Roba da comprarsi un intero autosalone Cadillac.
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