Alla Pinetina il 31/3 “In buca per Giacomo” Il ricavato al Comitato Maria Letizia Verga

Questa nostra passione per mandare il prima possibile una pallina in una buca in un prato verde ogni tanto ci fa compiere una bella azione.

In buca per Giacomo

In buca per Giacomo, la locandina

Alzi la mano chi non ha partecipato a una gara per ricordare un amico prima e un tesserato poi: quella che si terrà il prossimo 31 marzo alla Pinetina sarà una gara per un amico, una gara che si chiama “In buca per Giacomo”.

“Giacomo era mio figlio, se n’è andato qualche anno fa. – spiega Alberto Perissinotto – Aveva sette anni ed è morto per una leucemia. Tutto il ricavato della nostra gara andrà in beneficenza al Comitato Maria Letizia Verga per lo studio e la cura della leucemia”.

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Rickie Fowler imbuca al volo e regala un mln di dollari a Ernie Els contro l’autismo

Il miglior colpo della sua vita Rickie Fowler l’ha messo a segno senza i suoi ferri e senza le sue scarpe. In un Pro-Am all’Old Palm Golf Club, il 27enne ha imbucato al volo da 103 metri: “in palio” c’era un milione di dollari da destinare alla fondazione di Ernie Els per la ricerca contro l’autismo. E Rickie ce l’ha fatta, facendo esplodere il pubblico in un boato e il campione sudafricano in un pianto di gioia..

 Ernie Els "alza di peso" Rickie Fowler

Ernie Els “alza di peso” Rickie Fowler

La fondazione “Els for Autism” è stata lanciata nel 2009 da Ernie Els per aiutare chi come suo figlio Ben soffre di questa malattia, costruendo centri d’eccellenza per l’accoglienza e la ricerca.

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A 11 anni infila una hole-in-one davanti a Tiger Woods – VIDEO

In attesa di ritornare in campo da protagonista, Tiger Woods ha parecchio tempo libero e lo dedica, guardacaso, al golf. Mercoledì ha parlato alla stampa del primo percorso disegnato interamente da lui, il Bluejack National a Montgomery, Texas,  e ha inaugurato un altro percorso, “The Playgrounds”, dieci buche “pensate per le famiglie”.

Davanti alle telecamere non poteva esserci un debutto migliore: un ragazzino di 11 anni, Taylor Crozier, ha infatti imbucato un tee shot da 55 metri, mandando il pubblico e lo stesso Tiger in visibilio. Taylor faceva parte di una selezione di una scuola texana della PGA.

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Donald Trump tra golf e primarie in Florida E incassa il voto di John Daly

Con alle spalle il SuperTuesday, Donald Trump ha il tempo di concedersi al golf. In attesa di sfidare sul green anche Obama, Trump non perderà occasione di presenziare al World Golf Championships-Cadillac Championship, in programma da giovedì a domenica in Florida. Perché il tycoon si dà al golf? Prima di tutto perché è una sua vecchia passione (e un suo business), poi perché il Cadillac si gioca in casa sua, al Trump National Doral di Miami e anche perché il 15 marzo ci sono le primarie repubblicane proprio in Florida.

Trump in una delle edizioni passate

Trump in una delle edizioni passate

Prima di bere l’amaro calice della politica e di incassare vittorie su vittorie nelle primarie repubblicane, Trump passava l’intera settimana di gara nel suo resort tra giocatori, sponsor e  appassionati a caccia di un selfie o di un autografo. “Adesso ho i servizi segreti alle calcagna – ha detto qualche ora fa scherzando con GolfWeek – ma ci sarò lo stesso, anche solo per un po’ ma ci sarò”.

L’idea di sovrapporre la politica a una gara di golf non piace molto alla PGA che da sempre cerca di allargare il bacino di utenza di pubblico e praticanti. Non è un mistero che le parole di Trump su musulmani e sul muro col Messico non siano piaciute anche nello sport ma nessuno può arginare il tycoon, anche perché il Doral è un suo resort. Continua a leggere



Honda Classic, Gary Woodland gioca in mutande

Adam Scott ha vinto l’Honda Classic in Florida ma le luci della ribalta non sono tutte per lui. A ritagliarsi un piccolo spazio ci ha pensato Gary Woodland, pro americano rimasto letteralmente in mutande sulla buca sei del quarto e ultimo giro della gara di Palm Beach Gardens. Soprattutto i social hanno evidenziato la performance dello giocatore Usa che ha spedito il tee shot (il primo colpo di ogni buca) direttamente in un ostacolo d’acqua, nell’avvallamento di un laghetto.

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Gary Woodland in mutande all’Honda Classic

Si trattava di un par 4 e evidentemente Woodland non gradiva né giocare con i piedi fradici né girare con i pantaloni bianchi macchiati di fango. Quindi si è tolto scarpe, calze e calzoni per colpire al meglio la pallina che dall’ostacolo d’acqua è finita poi in bunker. Nonostante sfortuna e look, alla fine però Gary ha chiuso la buca in par.
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Adam Scott torna a vincere dopo due anni: suo l’Honda Classic (col putter normale)

Dopo due anni Adam Scott torna a vincere una gara sul PGA Tour, aggiudicandosi l’Honda Classic giocato al PGA National (Champion Course, par 70) a Palm Beach Gardens in Florida. Dietro di lui (271, -9) a un colpo lo spagnolo Sergio Garcia (-8). Al terzo posto con 275 (-5) Justin Thomas e Blayne Barber. Francesco Molinari ha chiuso in 65esima posizione (+8). Protagonista, per aver giocato in mutande la buca 6, anche Gary Woodland

PALM BEACH GARDENS, FL - FEBRUARY 28: Adam Scott of Australia reacts to a missed putt on the 17th green during the final round of the Honda Classic at PGA National Resort & Spa - Champions Course on February 28, 2016 in Palm Beach Gardens, Florida. Mike Ehrmann/Getty Images/AFP

Scott arrabbiato per un putt sbagliato: ma alla fine vincerà l’Honda Classic  (foto Afp)

Per Scott si tratta del 12esimo titolo sul circuito Usa: nessuno professionista con meno di 40 anni ne ha vinti così tanti (l’ultimo il Crowne Plaza Invitational era datato maggio 2014). Nella sua bacheca ci sono un major (Masters 2013), un WGC (Bridgestone Invitational 2011), sette vittorie nell’European Tour, i due nell’Asian Tour e quattro nel PGA Tour of Australasia. Continua a leggere



A Perth vince Oosthuizen, Bertasio 71esimo

Louis Oosthuizen gioca per la prima volta a Perth in Australia e se ne torna a casa con la prima vittoria per un solo colpo di vantaggio e un assegno da 186mila dollari. Il sudafricano ha iniziato il quarto giorno con tre colpi in meno degli avversari e ha tenuto bene al ritorno del francese Alexader Levy (124mila) e all’australiano Jason Scrivener (70mila).

A completare la grande giornata per il golf transalpino ci hanno pensato anche Gregory Bourdy, quarto, e Romain Wattel, sesto. Bertasio ha chiuso al 71esimo posto con un +4 (1678 dollari per l’italiano).

Oosthuizen, 34enne di Mossel Bay, ha portato otto i titoli nel circuito, comprensivi di un major (Open Championship, 2010)

ISPS HANDA Perth International

ISPS HANDA Perth International

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Arrivano tre nuovi campi da golf: a Cortina D’Ampezzo, Bibbona (Livorno) e Ravenna

L’Italia sempre più terra di golf e golfisti. Nel giro di qualche giorno si sono sbloccati gli iter burocratici per due campi nuovi di zecca e per il raddoppio di uno già esistente. Nell’ordine si tratta del Golf Costa degli Etruschi di Bibbona, di Casal Borsetti (frazione di Ravenna) e di Cortina d’Ampezzo.

CORTINA D’AMPEZZO – In località Fraina esiste da una vita un  nove buche, una specie di biglietto da visita per la perla delle Dolomiti. Dopo lunghi dibattiti e la recente chiusura di un concordato preventivo, “Il Corriere delle Alpi” racconta oggi la nascita della Fondazione Golf Cortina, con tanto di imprimatur dell’amministrazione comunale. Ne fanno parte il Comune e la “Cortina Golf srl”, con quote paritarie. L’investimento complessivo sarà di circa 4 milioni di euro per raddoppiare le buche e i necessari servizi. Il tutto senza intervenire pesantemente sul verde circostante.Golf_lavori_in_corso
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In Toscana il Golf Club Castelfalfi riparte da footgolf, charity e tanti open day

Riapre i battenti dopo la pausa invernale il Golf Club Castelfalfi, in località Montaione (Firenze). Si tratta di 27 buche nel verde della campagna toscana con terreni scoscesi e corsi d’acqua in abbondanza. Tra le novità della stagione 2016 di questo campo immerso in un suggestivo borgo del ‘400, ci sono anche gare di footgolf, con cadenza quasi mensile. Ad aprile e a luglio – ad esempio – si disputeranno, rispettivamente, l’ottava tappa nazionale del Campionato Italiano e la finale della Region’s Cup Toscana.

Golf Club Castelfalfi

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Palline ko, spioni, sveglie e caddie strani Nove storiche squalifiche nella storia

Non tutte le gare di golf a livello professionistico sono perfette. Un conto sbagliare un putt da un metro, un conto infrangere una regola per pura distrazione ed essere costretti ad uscire di scena, perdendo gare e montepremi. Se vi è capitato, consolatevi: nel golf professionistico è successo anche questo.

di Sauro Legramandi

Nel 1966 Doug Sanders al Pensacola Open, negli Stati Uniti, era così in forma e lanciato verso la vittoria che si fermò a firmare decine di autografi alla fine del secondo giro. Ma l’americano dimenticò di firmare l’unico pezzo di carta che doveva assolutamente siglare. Esatto: lo score. Fu squalificato e si beccò 10mila dollari di multa.

Greg Norman nel 2015 (foto Afp)

Greg Norman vent’anni dopo difendeva alla grande il suo titolo al 1996 Greater Hartford Open, nel Connecticut. Era in testa dopo il primo giro ma venne squalificato per avere giocato con palline non conformi agli standard della Us Golf Association. Assurda la non conformità: sulla sua Maxfli c’era stampato XS-9, quelle conformi agli standard avevano stampato XS-90.

L’inglese Bronte Law, una delle giocatrici amateur più promettenti, nel 2015 si è giocata la chance di misurarsi con le proette nel Ricoh Women’s Open perché ha usato un misuratore di distanza elettronico all’Irvine Golf Club in Scozia. La tecnologia è permessa solo nelle gare amateur.

Nella preistoria del golf, anno 1940, Ed Oliver era in testa dopo il terzo giro degli Us Open ma le condizioni meteo stavano peggiorando, mettendo a rischio la gara. Oliver voleva giocare ad ogni costo e con il suo team partì prima dell’orario previsto, con lo starter assente dall’area di partenza. Immediata la squalifica, nonostante i suoi stessi avversari chiedessero clemenza per lui.

NORTON, MA - SEPTEMBER 03: Jim Furyk of the United States in action during the pro-am event prior to the Deutsche Bank Championship at TPC Boston on September 3, 2015 in Norton, Massachusetts. Ross Kinnaird/Getty Images/AFP

Jim Furyk

Jim Furyk disse addio al Barclays nel 2010 perché non si presentò alla partenza della Pro-Am shotgun alle 7.30, come previsto dagli organizzatori del Ridgewood Country Club, New Jersey. L’americano letteralmente non si alzò dal letto. Motivazione? Il suo cellulare si era completamente scaricato e non aveva la batteria di riserva: no sveglia, no gara.

 

Ricco il capitolo delle spiate. Uno spettatore poco abituato a farsi gli affari suoi… nel 2010 ha visto Dustin Johnson in azione agli US PGA Championship e lo ha denunciato telefonando alla PGA. Il suo errore? DJ non si era reso conto di essere finito in un bunker e aveva giocato come se fosse in fairway. La gara era nel Wisconsin, a Whistling Straits: i bunker di questo percorso non sono oasi di sabbia ma pieni di erba. “Non mi sono proprio accorto di essere in un bunker” disse DJ a squalifica avvenuta.   Continua a leggere