GOLFPOP, un mondo nuovo per neofiti, giocatori ed ex golfisti

GOLFPOP un momento della presentazione
Un momento della presentazione di GOLFPOP

Un venerdì mattina di fine marzo Matilde, 25enne che non ha mai giocato in vita sua, si presenta in un importante circolo della Lombardia. “Buongiorno, vorrei provare il golf. Cosa devo fare?”. Il segretario: “Deve iscriversi a Federgolf per avere l’assicurazione. La tessera per i neofiti costa 10 euro e se paga oggi ci vediamo lunedì”. Parole da protocollo (tempi tecnici del bonifico). Matilde esce, trova un campo da padel, paga, le danno la racchetta e gioca subito. Anche per evitare situazioni simili la Federazione Italiana Golf ha deciso di cambiare marcia, lanciando GOLFPOP.

GOLFPOP viene descritto come un approccio innovativo. Un sistema che coinvolge neofiti, giocatori, ex golfisti, circoli e Federgolf. Nelle intenzioni dei promotori si tratta di un modo diverso di comunicare e tracciare lo stato del golf in Italia.

Chi conosce il marketing parla di Matilde come di una mistery shopper, ossia di un finto cliente in missione per sondare il comportamento dei dipendenti. “Quella segreteria ha risposto come trent’anni fa” spiegano da Federgolf. Una volta incassati i dieci euro, sarebbe partito il bonifico bancario che, essendo venerdì, a Roma avrebbero visto solo lunedì mattina. La tessera federale sarebbe arrivata quindi con massima calma. Ma Matilde ha voglia di giocare e non aspetta la burocrazia.

Matilde e il golf: secondo tentativo in segreteria

Torniamo alla nostra aspirante golfista. Matilde non si demoralizza dopo il primo flop. A lei il golf piace e vorrebbe provare.

La mamma ha un amico che conosce un ragazzo che lavora con un tizio iscritto a un altro circolo. Madre e figlia si presentano in quella seconda segreteria aggiungendo la frase: “Il vostro contatto me l’ha dato il signor Pinco Pallino”. Il segretario si ricorda della telefonata di Pinco del giorno prima e lascia partire un bel sorriso. Poi spiega: “Sono 10 euro e, visto che sei amica del signor Pallino, la tessera te la faccio subito”.

A conoscenza del precedente e vista la gentilezza dell’uomo, la madre si fa prendere dallo slancio. “Senta, se prova mia figlia provo anche io. Posso?”. Il segretario prende qualche secondo di tempo prima di rispondere. “Signora, per lei sono 1.800 euro di quota annuale, tessera federale compresa”.

Superfluo scrivere che le due donne abbiano alzato i tacchi e salutato.

Matilde e il golf: terzo tentativo in segreteria

Nella terza missione da mistery shopper accade l’esatto opposto. Altro circolo e altro (disperato) tentativo di Matilde di avvicinarsi al golf. La ragazza si presenta nella segreteria di un circolo grande ma non storico, spiega cosa cerca e ottiene la risposta desiderata. “Può andare in campo subito senza tessera (quindi senza copertura assicurativa federale ndr) pagando un green fee di 15 euro”.

“Quante Matilde ci sono in giro per i nostri circoli? Una, due o cento? Adesso lo sapremo con certezza perché la sua richiesta passerà dalla piattaforma GOLFPOP. Sappiamo – fanno sapere da Federgolf –  anche di segreterie che non conoscono o non usano il servizio Paga e attiva di Federgolf. Basta avere una carta di credito intestata al circolo, strisciare come per un qualsiasi pagamento e la tessera viene attivata in un minuto”.

GOLFPOP per fare crescere i golfisti

GOLFPOP vuole far crescere il numero dei golfisti nel nostro Paese. Serve a neofiti, a chi gioca già ma anche agli ex golfisti. Per chi ha smesso sono in calendario promozioni mirate “per far capire che il golf in Italia è cambiato”.

Al centro c’è una piattaforma digitale dove confluiscono anche i paga e attiva di turno. “E’ un universo nuovo – spiega Alessandro Bellicini, ideatore di GOLFPOP – che parla con un linguaggio nuovo, con una grafica nuova e con un metodo nuovo per arrivare a tutti i possibili giocatori di golf.

Sulla piattaforma, anticipata all’Argentario Golf Club durante il recente Open d’Italia, ci saranno il nome del circolo contattato dalla Matilde di turno e l’esito del contatto. Con pochi clic arriverà subito la GOLFPOP Card per accedere, tesserarsi a Federgolf e andare in campo per la prima volta con un maestro.


GOLFPOP tra lavoro, eventi e gift card

Si parla ai giovani con un linguaggio destinato ai giovani. E si pensa anche al loro futuro. “Chi frequenta l’Agraria o l’Alberghiero deve sapere che il golf offre posti di lavoro come (se non più di) altri settori – prosegue Bellicini -. Per questo abbiamo GOLFPOP JOB. Abbiamo lo spazio GOLFPOP ABILITY pensato per disabili, le varie partnership con altre discipline sportive, la gift card per amici o parenti. E ancora il GOLFPOP KIT per agevolare chi inizia e non ha un bastone. Poi c’è il settore delle attivazioni on field, vale a dire il capitolo eventi promozionali in loco”.


Soddisfatto e fiducioso Cristiano Cerchiai. “È uno strumento – dice il presidente di Federgolf – che unisce marketing, comunicazione e tracciabilità dei dati, aspetti che reputo fondamentali. GOLFPOP sarà a beneficio di tutti i circoli italiani”.

Siamo pronti a far diventare il golf cultura popolare?

I commenti dei lettori

Gianni Manetta
“Matilde si presenta in una segreteria, sorrisi e disponibilità. Un giovane maestro a disposizione subito, gratuitamente per mezz’ora di prova, in campo pratica. Un giro in campo per fare due parole e spiegare con semplicità il golf oggi. Programmare cinque lezioni a carico della Federazione compresa l’assicurazione e poi si vedrà!!!”

Francesco Bonanno  
“Ho giocato a golf per 11 anni, iniziando per caso ma ben presto sono diventato entusiasta di questa pratica sportiva. Giocavo almeno 2 volte a settimana, ho fatto pochissime gare. Ho dovuto smettere per problemi fisici, oggi fortunatamente risolti. Vorrei tornare a riprendere a giocare.

Il golf, per me è effettivamente,  il gioco più bello del mondo,  proprio come il famoso film… Se vi sono iniziative volte a facilitare ulteriormente l’avvicinarsi a questo sport, anche in termini di burocrazia e di costi,  sarei molto grato, se mi venissero proposte senza impegno”. 

Letizia Pap
“É un modo giusto per approcciare più persone a questo bellissimo gioco. Io nel 1989 ho dovuto aspettare quasi due anni per andare in campo e aspettare che il maestro desse l’ok poi fare per prendere l’handicap. Oggi è più facile e sono d’accordo.” 

Mauro Colajacomo – Non solo Matilde
“Penso che una riflessione su come si propone il golf oggi sia più che necessaria. Ben vengano iniziative in tal senso. E anche una diversa immagine di questo sport. Difficile da cancellare l’idea di uno sport elitario e costoso, oggi non più vero ( un anno di golf può costare meno di una settimana  di sci o di un anno di una rinomata palestra). Ma bisogna lavorare molto su iniziative promozionali e anche sui campi.

I problemi principali del golf restano il tempo e le distanze. Un minorenne ha bisogno di essere accompagnato, e non sempre si ha un genitore disponibile, e molte strutture non sono facilmente raggiungibili . Pensare a campi più piccoli (sei buche o simili), magari sostenendo la riconversione di alcune strutture, potrebbe aiutare. Ma siamo pochi (credo meno di 100mila tesserati in un Paese di 60 milioni), e con enormi differenze di strutture tra le regioni. Stanno molto meglio di noi paesi con meno abitanti e apparentemente meno accoglienti dal punto di vista del clima. Ad esempio Svizzera, Scandinavia, Danimarca etc.

E poi manca un progetto di sviluppo turistico legato al golf, perché non siamo competitivi al sud rispetto al Marocco e Spagna ? Eppure ne avremmo le possibilità per luoghi, paesaggi, cultura, cucina . Invece vedo campi chiudere e progetti fallire (Riva dei Tessali, Donnafugata, solo per citarne due) perché mal gestiti e mal sostenuti, oppure strutture cedute a imprese estere che però riescono a mantenere i campi ( Castelfalfi, il Pelagone, Verdura). Io ho giocato in Spagna, Marocco, Portogallo, e non sono riuscito a darmi risposte sul perché di questi fallimenti, se non pensare a cose che nemmeno voglio scrivere. 

È un vero peccato, e queste iniziative di cui parla l’articolo ben vengano, ma che siano ben realizzate, coordinate, pubblicizzate e sostenute per almeno 5-6 anni, oltre al resto . Speriamo.”

Marco Manca
“Non credo che il problema del golf in Italia siano i tempi di emissione della tessera ma bensì la disponibilità limitata degli impianti, soprattutto di quelli pubblici, perché in quelli privati ahimè le regole di utilizzo le stabilisce la proprietà”.

Federico B.
“Ho perso tanto tempo fa la speranza nel golf italiano. Ogni novità ben venga ma sarà dura”.