Giovedì 30 novembre ci sarà l’ennesimo ritorno in campo di Tiger Woods. Il californiano rimetterà piede in gara dopo sette mesi di forzato stop. Lo farà all’Hero World Challenge, torneo non ufficiale del PGA Tour.
L’occasione è di quelle ghiotte per guardare avanti nel breve e nel lungo periodo del numero 1.328 del ranking mondiale. “Sono curioso, come tutti, di vedere qual è il mio stato di forma attuale. Il mio gioco – ha detto Tiger Woods – è sicuramente arrugginito. Non ho più dolore alla caviglia ma i problemi all’anca destra restano e si fanno sentire”.
The Big Cat giocherà dal 30 novembre al 3 dicembre alle Bahamas. L’attesa per rivedere come sta e come giocherà è sempre altissima. “D’ora in poi – ha aggiunto il 48enne – l’obiettivo è quello di disputare un torneo al mese. Adoro competere, quando arriverà il momento in cui capirò che non sarà più in grado di vincere mi farò da parte”.
Prima l’Hero World Challenge alle Bahamas. Poi – dal 14 al 17 dicembre – il PNC Championship a Orlando insieme al figlio Charlie. E, nel 2024, Woods potrebbe disputare non solo i quattro Major ma anche il Genesis Invitational e il The Players.
Sull’ipotesi di capitanare il team Usa alla Ryder Cup 2025 di New York, dice che “c’è troppo da fare adesso sul PGA Tour per pensarci, vedremo in seguito. Sì, ho fiducia nel commissario del PGA Tour, Monahan, ma quanto successo in passato non deve più accadere” ha spiegato Woods. Il riferimento è all’accordo quadro, che dovrà delinearsi entro la fine dell’anno, tra il massimo circuito americano maschile, il DP World Tour e la LIV Golf.
“Molto frustrante”. Non usa altri aggettivi, Woods, per definire quell’intesa tra PGA Tour e Superlega araba siglata a sorpresa lo scorso 6 giugno. “Tutti siamo rimasti davvero sorpresi da quanto successo e adesso auspichiamo che possa essere trovata la migliore soluzione entro il 31 dicembre 2023” ha chiarito Woods.