Contrordine golfisti: i tesseramenti nel 2021 sono in aumento !

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Dall’analisi del sempre attento Dario Boeris emerge un dato assolutamente positivo e per nulla scontato: al 27 ottobre il tesseramento a Federgolf è in netta crescita rispetto allo stesso periodo degli ultimi anni. Non tutto quello che luccica però è oro nel mondo dei golfisti..

di Dario Boeris

Dati record per il tesseramento a Federgolf nel 2021: al 27 ottobre sono già 92.135 i tesserati FIG per l’anno in corso (era dal 2013 che non si superava quota 92.000), con un incremento di quasi cinquemila unità rispetto all’anno precedente. A far ben sperare è un altro numero: i più di diecimila nuovi tesserati nell’anno

Sicuramente l’effetto Covid-free associato al golf ha determinato un aumento di persone che si sono avvicinate al golf. L’ottima scelta di Federgolf di portare la tessera a 10 euro per i nuovi tesserati ha fatto il resto.

Guai a cantar vittoria

Il primo passo nella direzione giusta è stato compiuto. Non dobbiamo comunque cantare vittoria: analizzando i numeri dobbiamo ancora risolvere l’altro grande problema che fa da zavorra al golf e cioè la retention.

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Analizzando il percorso della somma dei nuovi tesserati nel periodo 2015-2020 (a quello corrisponde il dato 49.288) balza subito all’occhio un dato pesante, l’abbandono appunto.

Dopo un anno il 43% di chi si è tesserato per la prima volta alza bandiera bianca. Al secondo anno lascia un altro 17%. Perdere il 60% dei nuovi clienti nei primi due anni è un pessimo indicatore per qualunque azienda/sistema.

 

Perché i golfisti gettano la spugna?

Sento criticare il sistema golf per la poca propensione e/o capacità alla promozione. I dati però ci dicono (secondo il mio modesto parere) qualcosa di diverso. Le persone che si sono avvicinate al golf negli ultimi anni non sono affatto poche (60mila nuovi ingressi dal 2015 ad oggi su un sistema di 90mila tesserati … non mi sembra male). 

Il problema è che troppi abbandonano quasi subito.

La cura? Leggo spesso sui social terapie di vario genere, proposte da appassionati, addetti ai lavori, presidenti, maestri ecc… Personalmente ritengo che il primo passo da fare dovrebbe essere quello di chiedere cosa non li ha soddisfatti a quel 43% di cui sopra. Vorrei sapere quali sono stati gli ostacoli incontrati e cosa li ha spinti a desistere. Vorrei scoprire cosa ha spento in questi mancati golfisti la fiammella della passione per uno sport bellissimo.

Mi domando: non sono riusciti a capire il golf o non sono riusciti a praticarlo?


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Le email dei lettori

Paolo Bucchianica
I motivi dell’abbandono

1 – Il primo anno le tariffe dei club sono molto agevolate per i neofiti. Dal secondo anno se non ci sono forti motivazioni…

2 – Non ci sono gare dedicate “solo” ai neofiti. Taluni sono timidi e non osano giocare con altri golfisti più abili.
 

3 – Poca propensione a sviluppare le gare a 9 buche che rappresentano un buon compromesso tra sport,  hobby , lavoro, famiglia. Gioco due ore e poi raggiungo la famiglia in spiaggia, al supermercato, in centro, a casa. Chi comincia non è un “full time golfer”.

 

Maurizio Manicardi
Sono tesserato dal 1997al Golf Bologna, la mia fortuna di neofita è stata quella di avere un famigliare che era già iscritto al circolo e che mi ha introdotto al gioco e nel circolo, se non fosse stato così forse avrei abbandonato. Secondo il mio parere mancano figure che si prendano cura di chi inizia a praticare, formino dei gruppi, li accompagnino in campo e a ogni occasione li presentino ai vecchi soci del circolo.

Altra figura che ritengo oggi indispensabile è il promotore che vada nelle aziende, negli studi ecc. A promuovere il nostro bellissimo sport e a offrire quote aziendali e promozioni mirate.

 

Ennio Ciccone
In Italia il golf è ancora abbastanza caro e certi circoli non fanno promozioni per agevolare e far giocare chi non è “socio”….sembra che un giocatore che paga anche 80 euro per 18 buche dia fastidio perché non è della “cricca”…. c’è ancora molto “classismo”….molti appassionati se ne vanno perché i costi sono alti…

 

Lorenzo Antelmi
Penso che molto spesso chi abbandona il golf, per la maggior parte dei casi, lo faccia per la mancanza di tempo a disposizione sia per la pratica che per le gare eventuali da svolgere, mista anche a un connubio tra attitudine sportiva e gesto tecnico della persona se è portata o meno.

Per quanto riguarda il primo fattore, per le persone che fanno determinati lavori che iniziano la mattina e finiscono la sera, la pratica è veramente latitante, si riversano a fare qualcosa nel weekend, gara compresa, conciliando impegni personali e familiari.
Inoltre le gare a 18 buche che durano almeno 4h 30min, andando a buon ritmo, sono deleterie. Portano via una giornata intera, specie per chi si sposta anche fuori regione o provincia. Si aspetta l’ omologazione delle gare a 12 buche e i campi pratica notturni aperti o indoor, oltre al prezzo dei green fee equiparato su tutto il territorio nazionale oppure l’ utilizzo di servizi precluso agli esterni (palestra, piscina, spa, ecc..) anche se dovesse venire un familiare per esempio…

 

Francesco Canalis
Che che se ne dica, per me costa ancora troppo….Bisogna creare campi più piccoli a 9 buche che richiedono meno costi di manutenzione e quindi fare prezzi più popolari come noi abbiamo fatto a Florinas (Sassari) e già stiamo raccogliendo i frutti, organizzando dei corsi di quattro lezioni a 99 euro tutto compreso!

 

Ferdinando Brizzi
Richiesta troppa professionalità e molto tempo per dei dilettanti. 


Oronzo Sticchi 
Il tempo necessario per praticarlo e raggiungere un discreto livello per divertirsi. A differenza di altri sport lascia il tempo per pensare e questo per molti è un problema.
Anche i campioni possono sbagliare i calci di rigore. Per il golf ogni colpo anche in green è un rigore!

 

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