In Norvegia stanno diventando tutti pazzi per Viktor Hovland. La vittoria al BMW International Open ha trasformato un suo pomeriggio in incognito in un circolo norvegese in un evento mediatico nazionale e non. E così, quelle che dovevano essere 18 buche in relax con tre amici sono diventate 18 buche in relax con tre amici e trecento fans a bordo green.
Hovland, vincente già a 23 anni
Potenza del golf e potenza della Rete. Il 23enne è uno dei giovani rampanti del circuito internazionale, in costante crescita e con un piede già nella storia. Il numero 14 nel ranking mondiale ha in bacheca due titoli sul PGA Tour (primo norvegese ad imporsi negli Usa, nel Puerto Rico Open 2020 e nel Mayakoba Classic 2020). Come se non bastasse a fine giugno è stato il primo norvegese a vincere una gara sull’European Tour. Il successo al BMW International Open è arrivato a fine giugno sul percorso di Monaco Eichenried: Hovland ha vinto staccando di due colpi Martin Kaymer e di quattro Jorge Campillo.
Rientrato in patria dopo il successo, Viktor aveva optato per una settimana sabbatica. Nessun contatto col mondo golfistico professionista: niente interviste, niente comparsate e niente interventi via Zoom. Nei piani del giocatore di Oslo la volontà di rigenerarsi a livello mentale in vista dell’Open Championship della prossima settimana.
Nel suo programma tanto golf ma in gran segreto, tra cui diciotto buche con tre amici al Larvik Golfklubb, un circolo a due ore di auto da Oslo. I compagni di gioco prescelti erano Andreas Halvorsen (professionista impegnato sul tour latinoamericano), Kevin André Wright (pro ed ex campione di Norvegia) e l’ex calciatore John Arne Riise.
Il nome online e poi sui social
Fin qua tutto bene. Nessuno dei quattro aveva però calcolato Golfbox, il gesgolf norvegese, il sito dove si prenotano i tee time. Un socio del Larvik Golfklubb, cercando un orario di suo gradimento, si è imbattuto nel nome “Viktor Hovland h.16.00” e non ha creduto ai propri occhi. Subito ha fotografato la pagina per girarla su un gruppo Facebook. Una volta socializzata, si sa, la foto non ha più limiti.
Così alle 16 di un giorno della settimana scorsa trecento fan di Hovland si sono presentati a Larvik per incontrarlo. La “fuga di notizie” non ha comunque spaventato il 23enne che, tra un selfie e un autografo, ha giocato accompagnato dal suo pubblico.
In Norvegia è febbre per Viktor Hovland
L’episodio testimonia cosa possa rappresentare un giocatore vincente per il movimento del golf. In Norvegia è scattata la mania per Viktor Hovland. C’è chi parla di una febbre Hovland. Che una scintilla particolare sia ormai esplosa lo confermano alcuni dei presenti a Larvik. Tra loro c’erano padre e figlio 12enne residenti a Bergen, ossia a sette ore d’auto da quel circolo. I due sono partiti all’alba, incontrato il loro idolo e dormito una notte in hotel prima di far rotta verso casa (con cappellino autografato).
La stampa locale narra anche il viaggio di un fisioterapista che ha chiesto di mantenere l’anonimato. “Per essere qua ho disdetto alcuni appuntamenti di lavoro dicendo di avere un impegno importante – ha rivelato -. Non potevo perdere l’occasione di vedere Hovland, proprio oggi che era qua dietro l’angolo”. Peccato che quel dietro l’angolo abbia significato un’ora e mezza in aereo e un bel gruzzolo di euro per il biglietto.
E pensate a chi aveva prenotato il tee time a Larvik delle 15.50 o delle 16.10. Si era immaginato un tranquillo pomeriggio in campo e si è trovato travolto dalla febbre di Hovland.
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