Il tweet di Edoardo Molinari sul gioco lento nell’European Tour riapre, in un certo senso, anche il dibattito sull’uso della tecnologia nel golf. Concessa nel mondo amateur e vietata nelle gare professionistiche la tecnologia è il classico bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Corrado De Stefani, professionista, spiega perché è favorevole in questo post per il nostro blog.
Benvenuta tecnologia nel golf!
di Corrado De Stefani – @corradestefani
Come d’altra parte ormai nella maggior parte degli ambiti, nel 2019 la tecnologia non poteva che essere ufficialmente parte integrante anche del mondo del golf. È difficile trovare giocatori professionisti dei tour maggiori andare in giro senza il loro radar, maestri non avvalersi di potenti telecamere per filmare gli swing o addirittura biomeccanici che fanno parte a pieno titolo delle equipe dei vari golfisti.
Ma il punto è: serve davvero questa tutta questa tecnologia? Può davvero dare una mano tangibile oppure talvolta finisce per complicare le cose?
“Io sto con gli scienziati”
La mia opinione è decisamente a favore degli scienziati. Credo che da qualsiasi punto di vista, non si possa non ammettere che un radar che misura in modo così accurato tutto ciò che fanno bastone e pallina in un colpo da golf sia una vera e propria benedizione! Sia dal canto dei giocatori, che possiedono un vero e proprio “coach portatile”, che da quello dei maestri, i quali hanno a disposizione “occhi” sempre migliori. Questi occhi virtuali danno feedback precisi: così i maestri grazie ai quali possono essere convincenti come non mai verso i loro allievi.
Senza scendere troppo nel dettaglio, quanto è comodo e utile un macchinario che proietta direttamente sul proprio cellulare i metri esatti che ha compiuto il proprio colpo? È semplicemente fantastico conoscere con esattezza e senza la minima fatica la propria distanza, per poi andare in campo ed essere preparati.
Ovviamente questo insieme di dati va saputo gestire. Bombardare l’allievo con qualsiasi tipo di analisi, facendolo uscire con le idee ancora più confuse è senza dubbio controproducente. Occorre intelligenza per saper sfruttare al meglio apparecchiature simili. Tengo a precisare per esperienza personale quanto i benefici siano grandi per i buoni giocatori quanto per i più alti di handicap ! Essi riescono con molta più efficacia a tradurre in risultati le loro sensazioni, a capire cosa involve lo swing avendo idee più chiare. E, in ultimo, devo dire anche divertendosi molto di più !
Con la tecnologia nel golf vincono tutti
Ormai in ogni parte del gioco è presente un software in grado di aiutare, dal driver al putt. Onestamente credo che i risultati si vedano: i top player sono sempre più forti e offrono performance sempre più incredibili, ma soprattutto è tangibile la quantità di buoni giocatori che stanno arrivando sui tour professionistici.
Una volta potevano vincere una ventina di giocatori al massimo una gara dell’European tour: ora invece qualsiasi dei 150 partenti è in grado di farlo. C’è sempre meno differenza tra i circuiti maggiori e quelli inferiori: sfruttando al meglio la tecnologia, i maestri riescono a compiere meno errori e hanno una percentuale molto più alta di portare i loro allievi al massimo del loro potenziale. Insomma: esattamente quello che sta accadendo. Benvenuta tecnologia nel golf!
Corrado De Stefani: perché sono ottimista sul futuro del golf
Corrado De Stefani è un professionista 26enne di Biella. Fa parte dell’Academy di Edoardo Molinari al “Royal Park I Roveri”. Il nostro blog ospita i suoi interventi: per domande o spunti su questo post clicca qua.