Brandon Canesi gioca a golf senza le mani e diventerà un maestro

All’Augusta Masters in Georgia qualcuno dice che siano favoriti i mancini per come sono disegnate le buche più difficili. Su altri percorsi dove si giocano i Major vale l’esatto contrario. Se mai arrivasse a giocarne uno per Brandon Canesi non farebbe differenza: lui le mani non le ha del tutto.

Brandon Canesi

Brandon Canesi

Brandon le mani non le ha mai avute, ne per il golf ne per sfogliare un libro. Canesi è nato senza mani ma questo suo handicap non lo ha tenuto lontano da fairway e green. Ventisei anni compiuti domenica, la storia di Brandon inizia da Northfield, New Jersey: da piccolo prova tutti gli sport come un qualsiasi ragazzino americano. Gioca a baseball, football, basket e non si fa mancare nemmeno la tavola da snowboard. Poi l’incontro con il golf. Come per tanti, il golf è stato (quasi) un amore a prima vista. A otto anni il primo approccio con mazze e palline in Florida con lo zio, Tom Parr, che se lo porta in un campo pratica. “Dopo il primo colpo ero estasiato – ricorda oggi Brandon in una conversazione con Golfando – perché appoggiavo il bastone sotto il braccio e riuscivo a giocare con molta naturalezza il mio swing. La mazza oscillava e andava benissimo”.

Brandon Canesi

Un accorgimento che durante l’età dello sviluppo non risulta essere più sufficiente. “Quando sono diventato più alto – prosegue – quel bastone non era più adatto. Quindi ho pensato: perché non provare con mazze più lunghe per poter oscillare come facevo da piccolo?”. Il compito di trasformare questa intuizione in realtà tocca sempre allo zio che aguzza l’ingegno e disegna un bastone molto particolare. Si tratta di un ferro con lo shaft* modellato appositamente e che viene ‘agganciato’ tra braccio destro e petto (in teoria il petto si comporta da braccio sinistro). Un meccanismo più difficile a spiegarsi che a vedersi.

Brandon Canesi

Brandon Canesi

“Il golf è uno sport diffuso in tutta la mia famiglia: giocano mia padre, mia padre, mio fratello, i miei zii – rilancia Brandon – . Io non avrei lasciato che i miei limiti mi impedissero di giocare. Anche per questo abbiamo progettato queste mazze per tutti i tipi di giocatori. Funzionano molto bene. Da lì ho deciso di costituire una fondazione per aiutare gli altri a superare i loro limiti. Si chiama Hole High“.

Oggi, Canesi è iscritto alla Golf Academy of America: lì vuole apprendere metodi e segreti per insegnare il golf a tutti, normodotati e non solo.

Brandon Canesi e la sua hole-in-one*

A proposito di limiti: qualche settimana fa Brandon Canesi ha pubblicato un gran bel video sulla sua pagina Facebook direttamente dal Wizard Golf Course di Myrtle Beach, Sud Carolina. Alla buca 17, un par 3 di 137 metri, Brandon ha imbucato al volo. E ha giustamente esultato. Sotto il video la scritta: “Vai e dimostra di saper fare qualsiasi cosa pensi di poter fare”.


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* – Per chi non conosce i termini specifici del golf lo “shaft” è la canna che collega l’impugnatura della mazza alla testa (ossia la parte che fisicamente colpisce la pallina). “Hole-in-one” è l’espressione usata quando la pallina finisce in buca con il primo tiro, un evento rarissimo.


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