
Oggi 30 dicembre 2025 Tiger Woods taglia il traguardo dei 50 anni. Un compleanno importante che, nel golf, assume un significato particolare. A quell’età un golfista diventa senior. Cosa cambia? Per il comune mortale c’è una classifica dedicata in qualsiasi gara di circolo. Per Eldrick Tont Woods, il più grande di tutti, invece c’è la possibilità di giocare anche sul PGA Tour Champions, un circuito molto ricco, con campi più corti, l’uso del golf car e ritmi potenzialmente più adatti al suo fisico segnato da infortuni e bisturi.
La carriera straordinaria

Qualunque scelta faccia, la Tigre ha ancora fame di golf anche se il suo ruggito si è inevitabilmente logorato. La sua carriera – 15 Major vinti, 82 tornei PGA Tour (record condiviso con Sam Snead), centinaia di settimane al numero uno del ranking mondiale – è stata segnata da successi epici ma anche da scandali, dipendenze e, soprattutto, una serie infinita di infortuni.
L’incidente automobilistico del 2021 a Los Angeles, con fratture multiple alle gambe, ha rappresentato il momento più drammatico. Woods ha rischiato di non camminare più. Da allora, ha disputato solo una manciata di eventi professionistici: nell’anno che sta per scivolare in soffitta non ha preso parte nemmeno a una gara ufficiale. Prima la rottura del tendine d’Achille sinistro a marzo, poi l’intervento alla schiena a ottobre (sostituzione di un disco lombare, settima operazione alla colonna dal 2014).
L’impatto di Tiger sul golf rimane comunque immenso. The Big Cat ha rivoluzionato il nostro sport: ha una potenza atletica mai vista prima, ha attirato un pubblico nuovo e diversificato, abbattendo barriere razziali e di classe in un mondo tradizionalmente elitario. È diventato un’icona globale, ispirando generazioni di golfisti – soprattutto bambini – con colpi impossibili. Per assurdo meno gioca più incassa.
Rocca: “L’ho battuto, il mio successo più bello”

Molti colleghi raccontano ancora aneddoti su quei colpi che lasciavano tutti a bocca aperta. Tra questi Costantino Rocca, da Almenno San Bartolomeo ai green più importanti del mondo. Il bergamasco è riuscito a battere la Tigre in un singolo alla Ryder Cup di Valderrama. Era il 1997 e a distanza di quasi trent’anni si parla ancora di quel giorno. “Contro Tiger cercai di fare il mio gioco – ha raccontato Tino a “Il Giornale” in queste ore -. Lui tirava più lontano ma avevo un vantaggio: tiravo sempre il secondo colpo per primo, mettendolo sotto pressione”. E ancora: “L’ho visto per l’ultima volta nel 2010, durante la Ryder Cup in Galles. Si fermò, scese dal cart e mi salutò. Questo gesto mi è rimasto nel cuore”. Capito che personaggi? Tiger, il fenomeno mondiale, si ferma per salutare Costantino Rocca, una delle figure più stimate nel panorama golfistico internazionale.
Scottie Scheffler, da tre anni numero uno al mondo e spesso accostato a Tiger Woods, si inchina al Fenomeno. “Nulla mi ha caricato più che vederlo giocare non in contention all’Augusta Masters 2020 dopo aver chiuso la buca 12 in dieci colpi. Poi si è concesso cinque birdie nelle ultime sei”. Chiuse 38esimo ma diede un esempio a tutti.
A 50 anni non è finita

A 50 anni nel golf che conta non è finita. Phil Mickelson ha vinto il PGA Championship a 50 anni nel 2021, diventando il più vecchio vincitore di un Major. Jack Nicklaus, a 58 anni, chiuse al sesto posto il Masters 1998, un risultato che ancora oggi fa impressione.
Per Woods, però, la situazione è più complessa: ha subito più interventi chirurgici dei Major vinti. Alle Bahamas, durante l’Hero World Challenge ha scherzato: “Giocherò probabilmente 25 eventi tra i due Tour l’anno prossimo!”. Poi, più serio: “Vorrei semplicemente tornare a giocare a golf”. Quindi ha ammesso di essere ancora lontano dal pieno recupero, limitato per ora a chip e putt.
Al suo fianco adesso c’è Vanessa Trump.
L’icona Tiger Woods
Questo compleanno è quindi soprattutto un’occasione per celebrare il passato: una carriera che ha cambiato per sempre il nostro sport. Tiger è stato un atleta rivoluzionario, eroe non bianco in un contesto dominato dai bianchi, simbolo di resilienza e di fragilità umane. Ha alimentato miti e interesse mediatico come nessuno prima. Il futuro? Incerto, ma il golf sa che, finché ci sarà Tiger – anche solo come presenza o nel PGA Champions Tour – lo spettacolo non finirà.
Buon compleanno, Tiger!
