Justin Rose: “Preferirei complimenti, non conforto”

AUGUSTA Justin Rose (Foto di Richard HEATHCOTE / GETTY IMAGES NORTH AMERICA / Getty Images via AFP)

Justin Rose rompe il silenzio quasi incredulo dopo l’ennesima sconfitta al Masters. L’inglese conosce fin troppo bene quella sensazione. L’ha già vissuta. E anche stavolta non è facile da digerire. A pochi giorni dal ko contro Rory McIlroy al Masters, Justin ammette: “Sono tormentato dal pensiero di ciò che poteva essere”.

Partito domenica con sette colpi di ritardo, Rose ha messo in campo una rimonta epica, finalizzata da un birdie da 6 metri alla buca 18 per chiudere in 66 colpi. Un exploit che lo ha portato ancora una volta a giocarsi il titolo all’Augusta National in un playoff con McIlroy. Poi, il capolavoro del nordirlandese: un colpo perfetto con il gap wedge a meno di un metro dalla buca per il birdie e la vittoria del tanto atteso career Grand Slam.

“La strada verso Hilton Head (sede dell’RBC Heritage) è stata lunga – ha raccontato Rose all’agenzia di stampa AP–. E ogni notifica sul telefono mi ricordava quanto ci fossi andato vicino. Tante parole gentili. Io però avrei voluto leggere un messaggio di congratulazioni, non di conforto”.

Il déjà-vu del 2017 con Sergio Garcia

Per Rose è la seconda sconfitta al playoff in carriera al Masters, dopo quella subita nel 2017 contro Sergio Garcia, altro caro amico. Allora, come oggi, mostrò una sportività esemplare. Ma il dolore resta. “Sono orgoglioso di come ho giocato. Ma alla fine, la green jacket non l’ho indossata”.

PEBBLE BEACH Justin Rose vince l’AT&T Pebble Beach Pro-Am (Foto by EZRA SHAW / GETTY IMAGES NORTH AMERICA / Getty Images via AFP)

Con questo secondo posto (il terzo in assoluto in Georgia), Rose è diventato il quarto giocatore per numero di giri da leader o co-leader al Masters (12), alle spalle solo di leggende come Nicklaus, Palmer e Player. Ma il trionfo sfugge ancora. E se da una parte brucia, dall’altra offre nuovi stimoli: “Sono vicino a un golf di altissimo livello. Sto bene fisicamente e mentalmente. E so che se continuo così, avrò altre chance”.

Justin Rose: “Sono vicino al mio miglior golf”

A 44 anni (compirà 45 a luglio), Rose non vuole sentir parlare di discesa. Dopo il ko con Garcia del 2017, Justin tornò più forte: tre vittorie nello stesso anno, FedEx Cup nel 2018 e numero 1 del mondo. Ora vuole replicare. “Se guardo indietro, tra l’agosto 2017 e la fine del 2018 – dice – ho giocato il mio miglior golf. Ma non vedo perché non possa farlo di nuovo ora. Devo solo continuare a mettermi nelle condizioni di lottare. I Major arrivano solo quattro volte l’anno”.

E pensare che con un pizzico di fortuna in più… “Negli ultimi due Major ero lì, battuto da giocatori straordinari nel loro momento migliore. Ma sono queste le emozioni che mi fanno andare avanti. L’adrenalina di un putt decisivo alla Ryder Cup o di un birdie alla 18 di Augusta. So di essere vicino a qualcosa di davvero speciale”.

Rose, che ha 23 titoli internazionali, un U.S. Open vinto nel 2013, un oro olimpico a Rio 2016 e una FedEx Cup, è convinto che ci sia ancora spazio per una grande impresa. E magari, per conquistare quella green jacket che continua a sfuggirgli.