Lunedì 3 febbraio si apre l’anno I dopo Chimenti per il golf italiano. Nella sede del Coni a Roma uno fra Cristiano Cerchiai e Giovanni Luca Collini verrà eletto presidente di Federgolf. A lui l’onere e/o l’onore di dar vita al nuovo corso.
Cristiano Cerchiai è nato a Venezia sessant’anni fa, ha una laurea a Ca’ Foscari in Economia e Commercio, vive a Venezia e ha uffici in diverse città italiane, tra cui Roma.
di Sauro Legramandi
Nella sua biografia si legge di una carriera nel mondo “della consulenza finanziaria e strategica per aziende di diversi settori, fatta di ristrutturazioni aziendali, fusioni e acquisizioni (…). Attualmente sono partner presso Grimaldi Alliance”. La passione per il golf (“una parte importante della mia vita”) e il background professionale lo hanno portato per due mandati, su proposta del Coni, ad essere uno dei membri del Collegio dei revisori dei Conti di Federgolf (oggi con il presidente Andrea Scapuzzi e Laura Bellicini).
Proprio l’essersi candidato senza aver lasciato l’incarico da almeno un anno ha spinto qualcuno a presentare un ricorso sulla presunta ineleggibilità. Il riferimento giuridico è all’articolo 10 comma 7 del dl 27/01/2010 numero 39/2010. Quell’articolo recita che “il revisore legale o il responsabile chiave della revisione legale che effettua la revisione per conto di una società di revisione legale non può rivestire cariche sociali negli organi di amministrazione dell’ente che ha conferito l’incarico di revisione (…) se non sia decorso almeno un anno dal momento in cui abbia cessato la sua attività in qualità di revisore legale o responsabile chiave della revisione”.
Cerchiai, partiamo da questo: la sua candidatura viola la normativa?
“Sono convinto di no ma lo diranno gli organi preposti, a breve. Chi ha presentato ricorso fa leva sul precedente di Andrea Duodo che, a settembre, si è candidato alla presidenza di FederRugby da presidente del Collegio dei Revisori della stessa federazione. Tutti sanno che fu presentato un ricorso a fine settembre ma non tutti sanno che chi l’ha presentato l’ha poi ritirato. Ci sarà un motivo no? Oggi Duodo è regolarmente presidente della Federazione”.
Facciamo un salto in avanti: l’elezione del presidente non è collegata a quella dei candidati consiglieri. Lei ha una squadra, Collini la sua e poi ci sono candidati indipendenti. Potrebbe trovarsi in minoranza nel Consiglio Federale.
“E’ possibile ma spero che venga compreso il mio programma elettorale. Meno nomi ma più contenuto: al golf italiano serve una squadra compatta. Se mi trovassi in minoranza chiederei a chi c’è di lavorare insieme e di guardare avanti per il bene del golf, non per il mio. Metto al centro il programma, discutiamo di quello e non di poltrone”.
“Rispetteremo il piano di rientro”
Nel programma parla subito di gestione economica della Federazione, in particolare di tempi e riallocazione dei budget.
“Vero. Sono certo che rispetteremo il piano di rientro sottoscritto col Coni. Entro il 2027 ce la faremo e chissà… magari anche qualche mesetto prima. Tenga presente che non dobbiamo solo pensare a rispettare impegni ma dobbiamo diventare sostenibili. Intendo liberare risorse per alcuni progetti che ho in cantiere. E’ necessario superare la visione del progetto Ryder Cup 2023 a Roma”.
Nel programma lei parla di extra-budget. Non è un controsenso visti i tempi?
“No, l’extra-budget è ricavabile dalla ridiscussione di tante situazioni in essere. Un esempio? La comunicazione, assolutamente fondamentale. Oggi dobbiamo puntare sui giovani, aumentando la presenza sui social a discapito di altri mezzi. Le risorse recuperate non serviranno al piano di rientro ma ad aiutare i Comitati Regionali, il progetto Golf a scuola, il movimento femminile… “
Giovani e donne, sempre troppo pochi in un circolo di golf
“Vanno incrementati, senza dubbio. Il nostro non è lo sport più costoso come si dice. Non siamo un’attività per snob: eppure là fuori molti lo percepiscono ancora così. Serve un’inversione di rotta. E’ un cammino lungo e un mandato federale solo non sarà sufficiente, visto anche il periodo di commissariamento. Pensiamo ai giovanissimi che hanno genitori giovani: se a settembre un ragazzino potesse scegliere anche il golf tra gli sport da praticare (oltre a calcio, pallavolo, basket, nuoto, ginnastica…) potrebbe portarsi con sé anche il genitore giovane. E lì potrebbero scattare tariffe dedicate”.
La squadra di Cristiano Cerchiai
Parliamo della squadra di Cristiano Cerchiai: da chi è composta?
“Per il consiglio ci sono otto candidati, scelti con criteri di alternanza di genere e soprattutto in ragione della possibilità garantite per un impegno sulle base di specifiche competenze. Si tratta di Stefano Frigeri, Stefano Mazzi, Maria Amelia Lolli Ghetti, Alberto Treves de Bonfili, Manola Neri, Stella Coppi, Enrico Lulli e Renato Cerioli. In più con noi c’è anche Silvia Valli che si candida in rappresentanza degli atleti dilettanti”.
Come è arrivato a loro?
“Li conosco. Con chi si è fatto avanti ho messo in chiaro di non essere un tuttologo. Voglio un gruppo che lavori su settori diversi in base alle singole conoscenze. Non tutti hanno accettato. Due le cose che ho chiesto a tutti: la prima è che chi verrà eletto dovrà lavorare nel suo ambito tutto l’anno per il bene del golf . Non voglio gente che venga a Roma solo per fare presenza in Consiglio. La seconda: ogni tre mesi faranno il punto della situazione con me. Saranno consiglieri con portafoglio”.
Altro tema caldo: il turismo golfistico
“Assolutamente da potenziare. Il marchio Golf – Destinazione Italia va incentivato attraverso fiere all’estero, piattaforme di turismo e tutto quello che ruota attorno. Il turismo golfistico è un altro modo per cambiare la percezione del golf nel nostro Paese”.
“Federgolf non deve essere un ministero”
Pagina 12 del programma: “Tesseramento e coinvolgimento”, ossia “dare valore alla tessera federale”
“Tutti vivono questa tessera come una tassa. Vorrei invece che la si vedesse come un’opportunità. Come? Creando una collaborazione con altre federazioni per agevolazioni reciproche. Si può pensare anche a una scontistica con grandi realtà commerciali” (sulla falsariga di Rinascente dove il tesserato oggi ha già uno sconto, ndr).
Se eletto, sarà presidente a tempo pieno?
“Se eletto dedicherò più tempo a Federgolf ma non posso non continuare nella mia attività professionale, che tra l’altro svolgo anche a Roma. Potrò farlo perché conto di avere una squadra forte alle mie spalle”.
Un sogno ce l’ha?
“Cambiare la percezione del golf in Italia. Sfatare l’idea di una federazione lontana dai circoli e dai territori. Chi contatterà Federgolf non dovrà avere l’idea di trovarsi davanti a un ministero”.