Nel giorno del lutto per la scomparsa di Franco Chimenti i professionisti PGAI lo hanno onorato giocando il PGAI Championship 2024 al Nazionale di Sutri (Viterbo). Per la prima volta l’ha vinto il giovane Marco Florioli, trent’anni dopo il padre.
Prima di scendere in campo nel campionato assoluto di PGA Italiana, un suono di sirena ha invitato i professionisti in gara a osservare un minuto di silenzio in memoria del presidente. Accanto al putting green una grande immagine di Chimenti ritratto al Marco Simone con la Ryder Cup. Poco dopo una seconda sirena ha riportato i giocatori in posizione, ciascuno sulla buca dove venerdì il tempo inclemente aveva fermato il gioco.
PGAI Championship 2024, la gara
Da completare il secondo e ultimo round, con gara accorciata a 36 buche. Questa la decisione, con i primi quaranta in classifica che hanno invece avuto accesso direttamente al montepremi di 50mila euro. Al vincitore Marco Florioli la prima moneta di 7.250 euro. Ed è stato proprio il primo assegno per il diciannovenne di Bergamo, alla seconda gara della sua carriera. La prima all’Argentario (l’Italian Challenge Open solo dieci giorni fa), con un debutto in 67 colpi e un’influenza subito dopo.
Al Golf Nazionale vince con quattro colpi sotto il par (140, 72-68) con le ultime quattro buche giocate ancora sotto un acquazzone, prima che uscisse definitivamente il sole. Che fosse il suo campo si sapeva: qui ha conquistato due titoli italiani medal (2021-2024) uno matchplay (2022). Due birdie e un eagle sulle prime e -5 dopo 14 buche, poi è suonata la sirena. Un lavoro finito oggi con un colpo perso nelle ultime quattro.
La ricetta per affrontare e vincere il Nazionale con vento e pioggia? “Non devi essere né troppo prudente né prenderti troppi rischi. Per me un buon compromesso è stato il legno 3 dove di solito gioco il ferro, ma non il driver perché era importante mettere la palla in pista e avere più controllo nei colpi al green. Ho tirato dritto, preso molti green e dove ho sbagliato ho fatto approccio e putt. Per l’eagle ho anche imbucato da bordo green”.
Campione del Mondo a squadre nel settembre 2022, poi in America per un’esperienza di college chiusa in fretta. Da allora sono passate quasi due stagioni. “Mi sono allenato molto, ho preso la carta per l’Alps Tour e ho fatto qualche gara sempre da amateur. Poi quest’anno, quando il gioco è diventato più solido, sono passato professionista dopo il primo stage delle qualifiche per il DP World Tour”. Ora Croara e Monticello per chiudere la stagione dell’Alps Tour, poi secondo e terzo stage delle qualifiche per tentare il circuito maggiore. Per crescere ancora? “Devo lavorare sul green per imbucare di più», ha detto.
Marco Florioli figlio d’arte
Marco è figlio d’arte. Il padre Massimo, che è stato un ottimo giocatore del tour europeo, è il suo coach e in questa gara (che ha vinto ad Albarella nel 1993 e 1994) anche avversario (in classifica dietro con distacco). Difficile insegnare a un figlio? “Credo di essere riuscito a separare abbastanza bene il genitore dall’allenatore, poi avendo giocato e sbagliato, mi è stato più facile capire i suoi errori e come gestirli, dando importanza alla pazienza e alla positività: questo è stato un bel booster per Marco. Padre e figlio in campo? “Avevo molte sue caratteristiche, soprattutto l’atteggiamento in gara, ma intorno al green è più forte lui”.