Riprende la nostra panoramica sulle speranze del golf azzurro oggi impegnate nei college a stelle e strisce. Raccontiamo perché partono e come funziona l’accoppiata studio-golf negli Stati Uniti. Stavolta tocca a Lorenzo Fiato, piemontese classe 2003
Di dove sei?
“Vengo da Tonengo, una piccola città in provincia di Torino. Ho vissuto qui sin da quando ero bambino, e anche se non si hanno tutti i comfort delle città più grandi, mi è sempre piaciuto viverci”.
I professionisti che ammiri e che segui sono…
“Il miei idoli sono sempre stati Tiger Woods e Rory McIlroy. I loro swing perfetti e la loro mentalità incredibile sono sempre stati un punto di riferimento per me e per la mia crescita. Ultimamente sto seguendo parecchio anche Scottie Sheffler, che con il suo gioco quasi perfetto sta battendo record su record. Sono convinto che diventerà uno dei più grandi della storia”.
Come si svolge la tua giornata tipo?
“Quando sono negli Stati Uniti, solitamente mi sveglio verso le 8, faccio colazione, e vado a fare lezione fino ad ora di pranzo. Dopodiché mi alleno per qualche ora con il team, faccio cena verso le 18:30, perché in America tendono a farla un po’ prima rispetto all’Italia. Poi vado in palestra. Solitamente poi mangio uno snack e, se non ho finito tutto il lavoro la mattina, finisco di studiare, mi rilasso e vado a dormire”.
Cosa pensano i tuoi amici sull’aver lasciato l’Italia anche per il golf?
“I miei amici sono sempre stati molto contenti per me, e mi hanno sempre supportato dal primo giorno. Molti di loro mi hanno sempre detto che se avessero la possibilità, farebbero subito questa esperienza”.
Quante volte torni in Italia?
“Ogni anno più o meno un mese d’inverno, dai primi di dicembre ai primi di gennaio, e circa tre mesi d’estate, dalle prime settimane di maggio alle ultime di agosto”.
Da dove arrivano i tuoi compagni del team?
“Devo ammettere di essere molto fortunato, perché nel mio team ci sono sempre stati moltissimi studenti provenienti da tutto il mondo, che mi hanno permesso di imparare nuove usanze e curiosità. In questi primi due anni, solo nel team di golf maschile e femminile, ho conosciuto: sei spagnoli, un’italiana, quattro svedesi, un sudafricano, tre thailandesi, due venezuelane e sette americani“.
Ci sono italiani?
“Ci sono diversi italiani nella mia università: una ragazza nel mio team, due nel team di atletica, due in quello di tennis, e una nella squadra di pallavolo. L’anno scorso c’erano altri quattro ragazzi che però si sono laureati. Fa sempre piacere camminare per il campus e fare una chiacchierata in italiano ogni tanto!”.
Lorenzo Fiato: “Compagni di team? No: amici”
Con chi hai legato di più al college?
“Decisamente con i ragazzi del mio team. Pensavo che sarebbero state amicizie simili a quelle che si fanno alle superiori, ma non è così. Non solo facciamo lezione, ma mangiamo, ci alleniamo, e passiamo tempo libero assieme, e ciò li ha resi veramente importanti per me in questi due anni”.
La passione per il golf quando è nata?
“Ho iniziato nel 2010, quando avevo 7 anni. Passavo spesso vicino ad un campo nella mia città quando mio nonno mi portava con lui a pesca, e quindi un giorno, incuriosito, chiesi a mio padre di andare a provare. È stato amore a prima vista”.
Da Torino agli States: quanto ti ha aiutato la famiglia?
“La mia famiglia ha sempre supportato le mie scelte, e ne sono grato. Senza i miei genitori nulla di tutto questo sarebbe successo”.
Quando hai deciso per il college e perché?
“Ho deciso di fare il college in America più o meno un anno prima di iniziare, dopo aver parlato con un mio amico che aveva già intrapreso questa strada. Mi ha convinto e mi sono affidato ad Athletes USA per cercare un’università che fosse interessata alle mie performance”.
Meglio il college o tentare subito la via del professionismo?
“Penso che dipenda da atleta ad atleta. Personalmente non ero pronto per diventare professionista, e quindi ho deciso di continuare ad allenarmi e a migliorare senza abbandonare lo studio, che è sempre fondamentale”.
Che consiglio daresti a chi è indeciso?
“Il mio consiglio è quello di lanciarsi e di affrontare questa sfida. Il college ti costringe a crescere come studente, atleta ma soprattutto persona, e penso che questa sia una delle cose più importanti. È vero, non è possibile vedere la propria famiglia e i propri amici ogni giorno, ma è possibile fare nuove conoscenze e diventare esperto in almeno un’altra lingua, fattore non scontato nel mondo di oggi.
Sei diventato un golfista migliore grazie al golf universitario?
“Assolutamente sì. Ho fatto parecchia esperienza, imparando a giocare in condizioni diverse rispetto a dove vivo. Un esempio è il vento: a Torino c’è n’è sempre poco, mentre in Kentucky è sempre presente, anche nei giorni più calmi. Inoltre, ho imparato ad arrangiarmi: senza il mio maestro a correggermi lo swing ogni settimana, ho dovuto improvvisare per cercare di giocare sempre i numerosi giri di qualifica al meglio delle mie capacità”.
“Adesso sotto con swing e fisico”
Qual è la più grande sfida attuale?
“Attualmente mi sto concentrando sul migliorare lo swing e il fisico per giocare al meglio i tornei della prossima stagione. Ho tre mesi di tempo, quindi voglio farmi trovare pronto”.
Che differenze ci sono tra i campi italiani e quelli americani?
“I campi americani generalmente sono più larghi ma più lunghi, quindi la lunghezza di un giocatore, oltre che alla precisione, conta parecchio negli Usa. Proprio per questo motivo sto cercando di massimizzare la distanza che faccio con ferri e drive, grazie all’aiuto del mio preparatore atletico. Il campo più bello che ho giocato è Keene Trace Golf Club, circolo che ospita ogni anno il Barbasol Championship, tappa del PGA Tour”.
Tre cose fondamentali che Lorenzo Fiato ha imparato al college…
“Autogestione, disciplina, e… l’inglese! In questi primi due anni ho imparato a gestire le mie giornate e il mio tempo come mai prima d’ora, imparando anche ad avere disciplina per rispettare obblighi presi nei confronti della squadra e della scuola. Per quanto riguarda l’ultimo punto, c’è poco da dire! Ho sempre saputo l’inglese abbastanza bene, ma doverlo parlare tutto il giorno permette di fare un grande salto di qualità in una lingua che è fondamentale conoscere ai giorni d’oggi”.
La scheda di Lorenzo Fiato
Anno di nascita: 2003
Circolo di provenienza: Royal Park I Roveri
Università: University of the Cumberlands, Kentucky
Corso: Information Technology; Fitness & Sport Management
(si ringrazia per la collaborazione Francesco Tebano di Athletesusa.org)