Hojgaard e Aberg: giovani, bravi e soprattutto vincenti

Ludvig Aberg e Nicolai Hojgaard

In due hanno 46 anni, quattro titoli sul DP World Tour, uno sul PGA e soprattutto già una vittoria con Team Europe in Ryder Cup. Ludvig Aberg e Nicolai Hojgaard hanno dominato e vinto nello stesso giorno sul PGA Tour in Georgia e il DP World Tour Championship negli Emirati Arabi Uniti. Sin troppo facile dire che sono loro, col norvegese Viktor Hovland, il futuro del golf europeo. Tutti e tre arrivano dal Nord Europa.

Il fenomeno Aberg, colui che ha vinto a Crans Montana 77 giorni dopo essere passato professionista e la Ryder Cup a Roma un mese dopo, si è imposto nel RSM Classic. La gara si è giocat sui due percorsi del Sea Island Golf Club (Seaside Course, par 70, e Plantation Course, par 72) a St. Simons Island in Georgia. Lo svedese, col suo -29, ha messo a segno anche il record del campo. Per il titolo ha ricevuto un assegno di 1.512.000 dollari su un montepremi di 8.400.000.

Ludvig Aberg è arrivato in vetta nel secondo giro in Georgia e poi ha proseguito la sua corsa solitaria concludendola con un 61 (-9, dieci birdie, un bogey), miglior score di giornata siglato sul Seaside Course. Ha lasciato a quattro colpi il canadese Mackenzie Hughes, secondo con 257, e a sette Tyler Duncan con Eric Cole, terzi con 260.

I numeri del 24enne di Eslöv sono impressionanti. Lo svedese è infatti andato a segno sul circuito statunitense dopo aver ottenuto nelle precedenti 12 gare (le prime due da dilettante) tre top ten con un secondo posto dopo playoff (Sanderson Farm Championship a ottobre). La prima vittoria in assoluto da pro l’ha conseguita sul DP World Tour nell’Omega European Masters, come detto, con tanto di wild card per il Marco Simone.

Hojgaard, gran rimonta nell’ultimo giro


Dall’altra parte del mondo, Nicolai Hojgaard rispondeva a modo suo, portandosi a casa l’ultima tappa del DP World Tour 2023. Il danese ha celebrato il terzo successo sul circuito europeo imponendosi con 261 colpi (67 66 70 64, -21). In testa nel primo e secondo round, il 22enne di Billund era scivolato al quinto posto sabato. Con un ultimo giro in 64 – con nove birdie, di cui cinque nelle ultime sei buche – si è preso l’intera posta in palio. Un successo da tre milioni di dollari, il montepremi più alto dell’intera stagione.

Negli Emirati Arabi Uniti, al Jumeirah Golf Estates (Earth Course, par 72), Matt Wallace è rimasto a bocca asciutta nonostante un terzo giro da paura (nove birdie nelle seconde nove buche). L’inglese ha chiuso al secondo posto con 269 (-19) al fianco di Tommy Fleetwood e, guardacaso, del norvegese Viktor Hovland. Quinta piazza con 271 (-17) per lo spagnolo Jon Rahm, che difendeva il titolo.

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Rory McIlroy non è andato oltre la 22esima posizione (-10). Poco male per il nordirlandese, per la quinta volta numero 1 europeo. Secondo nel world ranking, per il secondo anno consecutivo ha conquistato l’Harry Vardon Trophy quale miglior giocatore del circuito.


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