Molto golf siamo inglesi ! Sempre più circoli hanno liste d’attesa per iscriversi

Burhill Golf Club, Walton-on-Thames  golf
Burhill Golf Club, Walton-on-Thames

Paese che vai golf che trovi. Il nostro sport preferito viene declinato in modo così diverso in ogni Paese europeo (per non parlare degli Stati Uniti) da rendere i confronti sempre difficili. Eppure una ricerca appena resa realizzata in Inghilterra (culla del golf mondiale) si presta a una rilettura in chiave italiana.

Lo studio è stato messo a punto da Hillier Hopkins, una società di consulenze finanziarie con uffici a Londra e Watford. Si tratta di un lavoro commissionato anche della Federgolf inglese e dall’associazione che raggruppa le segreterie. Lo studio si intitola semplicemente ‘Members and Proprietary Golf Clubs Survey 2020/21”. Vi hanno preso parte 99 circoli inglesi. I risultati sono online e, a modo loro fanno riflettere. Oggetto dell’indagine lo stato del golf inglese nell’anno 2021.


Sport per uomini e over 50… come in Italia


Dallo studio è emerso che quasi due terzi dei golfisti iscritti a un circolo inglese ha più di 50 anni. Addirittura un terzo supera i 61 anni. Come se non bastasse il 75% è composto da uomini, le donne sono circa il 18% e i minori il 7%. Sono ottimista a credere che gli stessi dati possano valere per l’Italia? Certe Coppe Fragola – quelle infrasettimanali soprattutto – hanno una compilation di “S” a margine del nome dell’iscritto. Certo, non tutti gli amateur trentenni hanno la possibilità di lasciare il lavoro per giocare di mercoledì mattina o di martedì pomeriggio ma resta il fatto che i senior (ossia giocatori “con più di 50 anni”) la fanno da padrone sempre più spesso.

Burhill Golf Club, Walton-on-Thames, golf

Poco da dire sulla maggioranza di praticanti maschi nonostante le 3.173 neofite registrate in Italia nel 2021 come spiegato dal presidente Chimenti nel bilancio di fine 2021. La differenza è ancora tanta e lo dimostrano sempre le classifiche ladies delle suddette Coppe Fragola: su un centinaio di iscritti non più di una quindicina sono iscritte di diritto a quella categoria.


Età media dei neofiti inglesi: 41 anni


Ricordiamo che il golf in Gran Bretagna sta vivendo una seconda giovinezza. La pandemia ha fatto riscoprire la passione per bastoni e palline. Secondo R&A ben 5,7 milioni di inglesi hanno giocato almeno una volta l’anno scorso mentre nel 2019 erano stati “solo” 2,3 milioni. Tra chi ha cominciato a praticare una su quattro era donna. L’età media dei neofiti è scesa da 46 a 41 anni.



I circoli hanno le liste d’attesa per abbonarsi


Con queste premesse può stupire ma fino a un certo punto un altro dato. Il 53% dei circoli ha una lista d’attesa per aspiranti soci. Sì, avete capito bene: la domanda supera l’offerta. Ci sono più amateur di quanti ne possa ospitare un circolo, soprattutto nel pacchetto 5 days, il nostro abbonamento feriale. Nel 2020 i club con la lista d’attesa (in Italia fa quasi senso scriverlo) erano il 22%, ora è più che raddoppiata. Da noi l’unica coda conosciuta è quella per certe Coppe del Presidente o per le gare del fine settimana.

Burhill Golf Club, Walton-on-Thames, golf

Il centinaio di club studiati da Hillier ha registrato in media 91 nuovi soci nel 2021 (erano 93 nel 2020). Si tratta di circoli con almeno 25 dipendenti, realtà sportive ben radicate nel tempo e nella cultura locale. Il 49% di chi ha partecipato all’indagine ha oltre 600 soci (nel 2020 oltre quella soglia arrivava solo il 43% degli intervistati, nel 2019 il 38%).



Le tariffe aumentano…e i soci pure


La corsa al golf nella terra d’Albione non è spinta da una corsa al ribasso di quote e/o tariffe. In Italia siamo (purtroppo) pronti a sconti da saldi invernali pur di strappare un abbonato al circolo più vicino. In Inghilterra esistono liste d’attesa per venire ammessi in un club nonostante l’80% dei circoli abbia l’intenzione di aumentare le quote associative (pandemia e materie prime si fanno sentire ovunque). Nonostante tutto sono in calo le rinunce: in media ogni club nel 2021 ha perso 35 soci rispetto ai 43 dell’anno precedente. Un numero forse preoccupante se non ci fosse una sempre più forte domanda di golf.

Burhill Golf Club, Walton-on-Thames, golf


La voglia di golf è figlia di una mentalità diversa e anche della voglia di natura e sicurezza scaturita da due anni di pandemia. Ma anche da una certa managerialità nella stanza dei bottoni. Chi manda avanti i cento circoli ha pensato bene di offrire tariffe eterogenee, il più possibile ritagliate su misura per le esigenze di un giocatore. Prima del coronavirus solo il 27% offriva promozioni o abbonamenti definiti “flessibili”. Una percentuale salita al 36% nel 2020 e volata al 40% l’anno scorso. Per flessibili s’intendono tariffe diverse a seconda degli orari e dei giorni, sul pay and play e sul frazionamento del pagamento.


E il golf in Italia?


Gli ultimi dati sono arrivati dalla Federazione a fine 2021. Gli iscritti alla Federgolf sono 94.420 (cinquemila in più rispetto all’anno precedente): tra loro 23.549 sono donne. I nuovi tesserati arrivano a quota 11mila (di cui 3.700 sono donne). Si muovono anche le cose sul versante giovanile: i tesserati under 18 oggi sono 8.874 rispetto ai 7.493 di dodici mesi fa (+1.381).  

La strada è quella giusta?


8 risposte a “Molto golf siamo inglesi ! Sempre più circoli hanno liste d’attesa per iscriversi

  1. il golf? un paio di ferri, un gomitolo di lana (attenti al gatto se ce l’avete) e sferruzzicare. senz’altro è più utile che prendere a mazzate una pallina per infilarla nelle buchette. si passeggia? si può fare anche senza portarsi dietro le mazze.

    • Vedo che è un esperto di gomitoli e “sferruzzicate”. immagino sia la sua attività sportiva preferita. Ma prego venga a provare anche il gioco del golf. Lo sport è anche rispetto per le idee e le attività ludiche altrui.

    • Sarà di certo più sano e sportivo lo sport che pratica lei ma credo che, come credo faccia lei, assistere a 22 persone in mutande che simulano falli e si arricchiscono grazie a “sportivi” da divano sia peggio del gomitolo di lana…
      Non perda nemmeno tempo a leggere articoli che parlano di golf, si dedichi al suo “sport” oppure può continuare a realizzare la sciarpa con lana e due Ferri…

  2. Certamente quella della diversificazione della tipologia di abbonamento è una delle strade da calcare e l’ho sempre ribadito ben prima della pandemia, ma è sconcertante vedere, almeno nel nostro Paese, quanta poca fantasia ci sia in merito a questo per cambiare le cose.

  3. Il paragone con la pratica ed i numeri dei paesi anglosassoni ovviamente è improponibile per noi, cultura, clima, tradizione
    Ma se volessimo fare il paragone con i numeri di paesi che sono arrivati al golf, come noi, dopo la scozia ecc il paragone è impietoso.
    Pensiamo ai numeri della svezia (con il clima che ha) e di mezza europa
    Penso che una bella fetta di reponsabilità ce l’abbia CONI/FIG un’altra fetta gli addetti (direttori/maestri, ecc) poco professionali ed attenti solo al bilancio a brevissimo!!
    Non a caso i campioni che abbiamo o sono cresciuti lontano dalla federazione (francesco) o gli addetti ai lavori li hanno rovinati (tutti gli altri che sono partiti a 1000 ed ora sono al palo, purtroppo)

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