Addio “tee delle donne”: nel golf si parte in base alle proprie capacità

Nel mondo del golf fra la tradizione e l’innovazione c’è spazio per l’Hartford Golf Club. Questo circolo inglese (nove buche, par 35) da tre settimane ha cambiato le regole sul tee di partenza. Di fatto ha eliminato “il tee delle donne”.

Esatto: banalmente, dai primi di novembre il golfista che vuole giocare su questo percorso nella campagna inglese non dovrà partire per forza dai gialli. Allo stesso modo la golfista non dovrà iniziare sempre e solo dai battitori rossi.

Le partenze adesso sono su quattro tee diversi in rapporto alle diverse capacità di ogni singolo golfista. Facciamo un esempio teorico: chi di solito chiude 18 buche in più di cento colpi è autorizzato a iniziare dai battitori di color rosso. Chi se la cava con meno di 100 colpi si arretrerà sul giallo, chi sotto i 90 dai bianchi e chi sotto gli 80 colpi si accomoderà dai blu. Man mano che si migliora (o si peggiora) si può cambiare la partenza.

Nella fattispecie ad Hartford la suddivisione è tra Academy-Novice-Improving-Established-Competiion players. I primi partono dagli azzurri, gli ultimi dai bianchi.

Foto dalla pagina Facebook dell’Hartford Golf Club

L’iniziativa non è proprio nuovissima ma il fatto che cominci ad attecchire nella terra d’Albione fa riflettere.

Più pro o contro? Fuori gara sicuramente maggiori sono i primi. Lo spiega lo stesso proprietario dell’Hartford Golf Club. “Innanzitutto ci si diverte di più – scrive Tim Barnes – perché ad esempio è possibile chiudere più spesso con il par. Poi ne guadagna la velocità del gioco: spesso e volentieri sei troppo attaccato a chi ti precede o senti il fiato sul collo di chi ti segue perché parti dal tee sbagliato. Hai un ritmo differente. Infine partire da posizioni diverse ti aiuta a migliorare il tuo gioco perché ti consente di vedere il campo da prospettive differenti e devi adottare strategie diverse”.

Mutuare un’esperienza simile in Italia non sarebbe male. Giocare in base alle proprie capacità e non al sesso comporterebbe un bel passo in avanti. Del resto il nostro è non è lo sport dove, grazie al concetto di handicap, possono giocare insieme amateur alle prime armi e golfisti di comprovata bravura?

Non vivo sulle nuvole, sono comunque conscio che da noi non sarebbe facile cambiare lo status quo. Da noi il concetto di competizione è ovunque, dalla coppa fragola alla coppa-con-in-palio-un-piattino. Quanti di noi pur sapendo di chiudere le 18 buche con più di cento colpi partirebbero di loro iniziativa dal tee rosso?

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