Pay and play o quote associative: quale formula per il golf nel futuro?

In attesa di ripartire col golf giocato pubblico un intervento di Dario Boeris, presidente di Pinerolo e Pragelato, sull’impostazione migliore di gestione di un circolo, ossia pay and play oppure quote annuali.Pay and play

Quale formula per il golf nel futuro?

di Dario Boeris

E’ sostanzialmente un bivio uno dei temi più dibattuti degli ultimi anni in merito alla gestione di un circolo di golf. Meglio dare la precedenza ai soci o seguire una strategia più orientata al pay and play ?

Ho letto un interessante articolo nel quale l’autore si sosteneva che “in questo periodo non siamo in guerra, ma siamo in cura”. Sì, certo siamo prima di tutto in cura dalle facili conclusioni, dalle analisi superficiali e dal non dare retta a chi sta in trincea.

Chi vede nerissimo, chi grigio

Oggi più che mai i circoli sono in difficoltà. Sentendo alcuni della mia zona ho notato che coloro che hanno saputo creare un clima aggregativo-famigliare-di squadra tra soci (veri) vedono grigio. Per ora sono convinti di superare la bufera. I circoli che hanno basato la politica sul pay and play vedono nerissimo. Sono enormemente più in difficoltà.

Credo che sia indubbio che i circoli con un nutrito numero di soci-frequentatori abituali-affezionati siano avvantaggiati. Sono altresì convinto che chiunque debba gestire un club veda nella prima soluzione un importante polmone sicuro (tranne quelli ubicati su territori ad alto indotto turistico).

Questa è sicuramente una stagione eccezionale ma comunque (anche se in modo più soft) paragonabile a certe primavere piovose. In quelle stagioni il solo pay and play non sempre ha garantito introiti sufficienti per coprire tutti i costi, in particolare quelli di manutenzione.

Ovvio che avere una politica basata sui soci non necessariamente esclude introiti anche dal pay and play. Ma i circoli più piccoli  (dove esiste un limite oggettivo di capienza) e quelli  che puntano sulle quote annuali sbagliano quando, davanti a un campo saturo, danno la precedenza ai soci?

Pay and play e tesseramento libero

Ed infine (dato che in Federgolf sono tutt’altro che sprovveduti) avete mai notato che il tesseramento libero (primo baluardo del sistema pay and play) non prevede il pagamento di una quota ad un circolo bensì il versamento della quota federale (pay and play solo per il circolo… della serie “armiamoci e partite”) ?

Vero è che in parte i cento euro della quota vengono rimborsati al circolo ma sull’altare del pay and play la FIG rinuncia a qualche decina di euro a giocatore, il circolo deve rinunciare a centinaia/migliaia di euro. Tale osservazione non vuole essere una critica alla federazione, anzi chapeau… E’ una ottima “strategia politica di consenso”: si promuove il pay and play (ottenendo così consenso tra i golfisti) facendolo applicare ai circoli e per loro tengono il “sistema quota” (che garantisce entrate fisse dando maggior). Peccato per i circoli che si trovano a fare il boia e l’impiccato.

A fronte di quanto sopra, ritenete ancora che il futuro del golf debba essere solo pay and play (come vedo scrivere da molti) oppure soci-aggregazioneil senso di squadra sono ancora valori sani e importanti per sopravvivere nei veri momenti di difficoltà ? E ancora: a fronte di quanto scritto sopra i circoli che danno la priorità ai soci sono proprio così cattivi, ottusi e incapaci?

Concludo con un caro saluto a tutti i golfisti, prima di tutto con l’augurio di stare in salute. Poi, quando questo momento finirà, auguro a tutti di rivederci sui campi a praticare il nostro amato golf.

“Da noi si gioca a golf solo in gara. Tempi lunghi? Proviamo le 12 buche”

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