Ryder Cup 2022, corsa contro il tempo per evitare il “Ciao Italia”

E’ a rischio la Ryder Cup 2022 in Italia: ormai è inutile nasconderlo. Se non verrà formalizzata la fidejussione da 97 mln di euro, la terza manifestazione al mondo per seguito televisivo saluterà l’Italia. Germania, Austria e Spagna le alternative. E’ una corsa contro il tempo.

Ryder Cup 2022

ROMA Gian Paolo Montali e Franco Chimenti


L’ultimatum fissato dal board inglese che gestisce la Ryder Cup per presentare le garanzie era per il 13 febbraio o al massimo – chiedendo una proroga – per il 28 febbraio. Ma lo stop dell’emendamento al decreto ‘salva-banche’ rischia di far saltare il banco. Con esso si rischia di far fare all’Italia una ennesima brutta figura a livello internazionale.

La Federazione

Franco Chimenti e Gian Paolo Montali, dg del progetto ‘Ryder Cup 2022’, non mollano. “La Ryder Cup è un evento irrinunciabile per il futuro non solo del golf ma di tutto lo sport italiano” è il pensiero di Chimenti. Si tratta di una manifestazione legata a un turismo ricco e “importantissimo per il nostro Paese. Per questo ritengo che non si possa rinunciare e personalmente non rinuncerò mai finché non mi diranno di no. Dopo la rinuncia dolorosa alla candidatura olimpica Roma 2024 non possiamo perdere di nuovo la credibilità”.



E snocciola cifre: “I 97 diverranno 57 perché abbiamo chiuso un accordo (con l’advisor Infront) e con altri lo faremo. Riguarda un tempo di 12 anni, che significa 8 milioni l’anno. Con questo accordo si scende a circa 4,5 milioni l’anno. A noi serve solo la garanzia, poi andiamo avanti per la nostra strada”. Chimenti rassicura: “Non ci saranno sperperi”.



Incalza anche il dg del progetto Gian Paolo Montali per il quale “dobbiamo dimostrare di poter completare questo percorso alla fine di questo mese altrimenti il rischio che ci tolgano la Ryder Cup è assolutamente reale. Per l’Italia ricavi stimati da KPMG in circa 487 mln di euro più altri circa 26 mln di trattenute fiscali su montepremi”.

“Ora le soluzioni non dipendono da noi ma sono di natura politica”, ha concluso Montali.

 

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