All’indomani dello stralcio dalla bozza di Manovra dei fondi a garanzia uper la Ryder Cup c’è chi si appunta al petto “una medaglia” e chi non si scompone più di tanto. Il mondo dello sport in generale e del golf in particolare non si mettono le mani dei capelli. E anche i contribuenti possono stare tranquilli: nessuno metterà le mani nelle loro tasche per trovare 97 milioni di euro “da usare per finanziare la Ryder Cup 2022” a Roma, come qualcuno vuol far credere. Ripetiamo: non si tratta di fondi stanziati (come per l’emergenza terremotati) bensì di “fondi a garanzia”. Se Federgolf non trovasse tra sponsor e diritti tv la copertura economica per l’evento al “Marco Simone” subentrerebbe lo Stato. Quel se è fondamentale ma a volte inosservato.
“Lo stralcio dalla legge di Stabilità delle garanzie per Ryder Cup e Mondiali di sci è solo un tecnicismo – dice il presidente del Coni, Giovanni Malagò, a margine della Giunta nazionale – perché riguarda aree di intervento specifico e per questo non poteva finire in quel capitolo della finanziaria, ma nulla che impedisce la volontà già confermata dal governo a più riprese di sostenere queste iniziative. Inoltre, non si tratta di finanziamenti, ma di garanzie”. “Su questo – conclude – mi sento di tranquillizzare tutti. Così ci è stato riferito. Non ho assolutamente motivi per dubitarne”.
Franco Chimenti, primo in assoluto ad aver pensato alla Ryder Cup in Italia, è sintonizzato sulla stessa lunghezza d’onda. “Il progetto a Roma va avanti tranquillamente – ribadisce – ci stiamo muovendo da mesi e lo stiamo facendo in totale serenità. Le tutele le abbiamo, punto e stop. Quelli non sono fondi ma garanzie del governo. E, lo dico subito, non ci sono problemi. Nessun problema. Verrà aperto un capitolo diverso da Boccia”.
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