PGA – L’esercito della Sud Corea chiama, Bae Sang-moon risponde no

Tra una mazza da golf o un fucile da guerra cosa vorreste impugnare? La risposta sorge spontanea quasi per tutti, anche per Bae Sang-moon, giocatore professionista e sudcoreano di nascita. Ma guai a rispondere così se a formulare questa domanda è il ministero della Difesa di Seul che ha intimato al numero 84 del mondo di lasciare entro gennaio gli Stati Uniti e il PGA per completare i due anni di servizio militare obbligatorio in patria. Esatto: due anni della nostra vecchia naja, 24 mesi senza praticare o gareggiare sul circuito americano.

Bae Sang-moon

Bae Sang-moon impegnato in una gara in Nevada (foto Afp)

Agli occhi di un occidentale questa appare una follia, a prescindere se si debba lasciare il golf piuttosto che un qualsiasi posto di lavoro. Nella Corea del Sud non è così. Lo staff di Bae Sang-moon ha risposto che il prossimo weekend non lo passerà in una grigia caserma bensì nel verde dell’isola di Maui dove è in programma lo Hyundai Tournament of Champions. “Bae ha una green card regolare e la onorerà fino alla fine” dice il suo manager.

Una guerra sulla carta e senza fine – Formalmente la Sud Corea è ancora in guerra con la Corea del Nord dal 1953 e, per fronteggiare un eventuale conflitto bellico con Pyongyang tutti i cittadini maschi tra i 18 e 35 anni devono partire per le grandi manovre e restarvi per due anni. Altrimenti scatta la denuncia penale. Bae Sang-Moon di anni ne ha 28, ha faticato e vinto due tornei (a ottobre il Frys.Com Open e nel 2013 l’HP Byron Nelson Championship ) e non ha nessuna voglia di appendere la sacca al chiodo per indossare una mimetica.

Esiste la possibilità di essere esonerati: niente appello e contrappello per il sudcoreano che abbia vinto la medaglia d’oro ai Giochi Asiatici o una qualsiasi medaglia olimpica. Peccato che nessuna delle due competizioni preveda ancora il golf come disciplina (sauro legramandi)

Fonte: Yonhap News Agency
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