Francesco Molinari: dalla California al ritorno in Europa, dalla famiglia alla concentrazione

Anche negli Stati Uniti si torna a parlare di Francesco Molinari. Le due top ten di inizio 2021 e l’aver scelto il Riviera Country Club di Los Angeles come base operativa hanno fatto riscoprire il campione azzurro alla stampa specializzata a stelle e strisce.

Daniel Rapaport lo ha intervistato per GolfDigest qualche ora prima del suo epic fail a Pebble Beach, dove – complice anche una penalità – ha chiuso al 59esimo posto. Ecco alcuni passaggi dell’intervista.

Come sempre chi si pone davanti a Chicco non può non partire dal Masters 2019 quando l’italiano iniziò il quarto giro da leader e arrivò a un passo dal sogno.

Come fu il dopo-Augusta?
“Sinceramente, ripensandoci ora, c’era qualcosa che cominciava a non andare bene nel mio swing. Perdere così non è facile. Oggi penso che la maggior parte dei problemi non fosse strettamente correlata a quell’ultimo giro. Era legata al fatto di aver perso alcune delle cose meccaniche che mi hanno fatto giocare così bene nel 2018 e all’inizio del 2019”.

A causa del trasloco? Della forma fisica?
“Pensavo al trasloco, alla situazione in generale. Non volevo davvero passare il tempo a pensare solo al golf. C’erano altre situazioni in corso. Pensavo alla famiglia, a trovare un posto dove avremmo potuto essere tutti felici. Ci è voluto un po’. Nei tre eventi che ho giocato in autunno (taglio mancato allo Shriners e al Masters, quindicesimo posto a Houston), non avevo molte aspettative, la preparazione era minima”.

LA QUINTA Francesco Molinari (foto Harry How/Getty Images/AFP)

Il mese scorso hai chiuso con due top ten consecutive. Cosa è cambiato?
“Mi sono allenato e concentrato molto di più sul golf. L’anno scorso ero concentrato all’inizio ma non giocavo bene. Poi da marzo a settembre non ho fatto molto (…). E’ stato importante prendersi una pausa. Star lontano da ciò che ami a volte è il modo migliore per farti capire quanto ti manca. Riguardare i miei video di Carnoustie e la Ryder Cup 2018? No, onestamente non lo faccio”.

 

Perché hai scelto per la California meridionale? 
“Già due anni fa eravamo davvero vicini a trasferirci. Avevamo scelto le scuole per i bambini, stavamo guardando le case ma poi abbiamo avuto altri problemi. In questa zona degli Stati Uniti io e mia moglie ci sentiamo a casa. Per certi versi, ci ricorda alcune parti d’Italia. E ovviamente il clima è abbastanza buono per allenarsi tutto l’anno (…) Torneremo in Europa quando i miei figli avranno le vacanze scolastiche. Probabilmente giocherò qualche gara in Europa. La mia intenzione è ancora quella di giocare su entrambi i tour il più a lungo possibile”.

 

Giochi al Riviera, come ti trovi?
“Il direttore Todd Yoshitake e il suo staff sono stati tutti fantastici. Ho giocato con alcuni soci. Ho provato il campo un paio di volte, inizio a capirlo. Mi piace, ma in passato non ho giocato bene nel Genesis Invitational”.

E infine la Ryder Cup a Whistling Straits, nello Stato del Winsconsin. Ad oggi Francesco Molinari è 65esimo nella classifica europea e 54esimo in quella mondiale. Un po’ lontano dai vertici…”Sono così indietro che non ho nemmeno guardato dove mi trovo. La strada è lunga ma non posso negarlo che mi piacerebbe esserci”.

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