di Sauro Legramandi – @Sauro71
GUYANCOURT – Qui, in questa Ryder Cup, non c’è tempo per commuoversi che già sale l’adrenalina. In coda alla sobria ma calda cerimonia di apertura i capitani annunciano i primi otto giocatori di ogni team che scenderanno in campo venerdì mattina. E in coda a quella coda quattro nomi che fanno venire i brividi.
Nell’ordine, come quarta coppia il capitano Usa Jim Furyk lancia nell’arena Reed-Woods e Bjorn risponde per l’Europa con un Molinari-Fleetwood.
Molinari contro Tiger Woods
Esatto. Avete letto bene: ancora una volta Chicco trova sulla sua strada Tiger Woods. Tre volte in Ryder Cup per il torinese e tre volte faccia a faccia con la storia recente di questo sport. Nel 2010 nel singolo Tiger disputò forse uno dei suoi migliori match di Ryder Cup e vinse. Nel 2012, nell’impresa di Medinah, l’italiano e il fenomeno si spartirono il punto con la Ryder già praticamente vinta grazie a Martin Kaymer.
Vediamo di conseguenza il bicchiere mezzo pieno: quando l’italiano incontra l’americano l’Europa vince sempre la Ryder Cup.
E adesso ancora una volta Chicco Molinari contro Tiger Woods. Come se non bastasse il livello agonistico della gara, Furyk ha assemblato una coppia che avrà addosso davvero gli occhi di tutto il mondo. Di Woods inutile parlarne: tutti lo amano. Per Reed parlano i fischi, quelli da stadio, che si porta dietro da ormai quattro anni. Lui antipatico e vincente. Fischi e urla contro colui che rappresentò due anni fa la riscossa del Team Usa ad Hazeltine. Reed (vincitore dell’Augusta Masters 2018) per gli americani è grosso modo quello che Poulter è per noi europei. Un trascinatore, un uomo solo contro tutto e tutti. Furyk ha messo in team il più amato (da tutto il mondo) e il più odiato (dagli europei) contro Chicco (numero 5 del ranking) e la matricola Fleetwood.
Le altre sfide
Prima della sfida del giorno scenderanno in campo Brooks Koepka e Tony Finau contro Justin Rose e Jon Rahm. Poi sotto con Dustin Johnson-Rickie Fowler opposti a Rory McIlroy e Thorbjorn Olesen (matricola). Quindi sara’ il turno di Jordan Spieth e Justin Thomas, che affronteranno sul green gli inglesi Paul Casey e Tyrrell Hatton.
Commozione, tifo e un tocco di politica
Il finale di cerimonia non deve però far dimenticare la bellezza di quanto visto prima. La Ryder Cup 2018, la Ryder de la France si apre con sessanta minuti tirati di discorsi, lacrime ed eccitazione collettiva. E un pizzico di politica, nonostante Furyk abbia spiegato che lo sport è sport. Il capitano europeo, Thomas Bjorn, non la pensa così. Lo conferma qualche secondo dopo la fine dell’inno di Beethoven e dell’alzabandiera europea. “Spesso l’Europa si trova divisa, ma quando si gioca la Ryder Cup è unita – ha detto il danese – sotto quella bandiera l’Europa è unita. Ci rappresenta tutti”. Non ditelo a Salvini.
Prima di lui aveva parlato il capitano dei defending champion. “E’ un onore essere il capitano degli Stati Uniti e farlo qui, a Parigi è davvero un privilegio. Dal popolo americano a quello francese merci beaucoup. Sarà una settimana di passione, orgoglio e battaglia. Sono fiero di essere il condottiero degli Stati Uniti”.
A far da cerimoniere è David Ginola, ex calciatore con un debole per il golf. E’ lui a scaldare il pubblico, anche se non ce n’è bisogno. “Europe Europe” si alza forte e chiaro ogni cinque o sei minuti e copre le velleità degli ultras statunitensi. Come a tentare di coprire le migliaia di persone sotto il sole sono due passaggi della pattuglia aerea di Francia.
Applausi per Tiger Woods
Le emozioni sono parecchie e da raccontare. Su tutte gli applausi bipartisan per Tiger Woods, lasciato volutamente per ultimo nella presentazione del team americano. Lui si alza, ringrazia e saluta. Ma non basta: altri applausi e altro saluto di un uomo e di un campione ritrovato. E dire che poco prima Reed era stato fischiato da quello stesso pubblico: Furyk lo presenta, lui abbozza un saluto, il pubblico lo zittisce e lui porta la mano all’orecchio come a dire “non vi sento”.
“E’ la Ryder Cup bellezza”. Molinari contro Tiger Woods aprirà il terzo evento sportivo al mondo. E l’unica gara che vede l’Europa sotto una sola bandiera. E solo per stavolta gli spettatori si trasformano da pubblico a tifosi.
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