L’albo d’oro della Ryder Cup, gli italiani e le parole dei capitani a Parigi

Avviciniamoci a Parigi 2018 partendo dall’albo d’oro della Ryder Cup: per ora gli Stati Uniti hanno doppiato l’Europa. In totale le vittorie degli americani sono 26 contro le 13 del Vecchio Continente ma non sempre la gara è stata tra Team Usa e Team Europe.

ROISSY Il capitano Usa Jim Furyk in posa con la Ryder Cup e la moglie Tabitha. Dietro di loro il team Usa. albo d'oro della Ryder Cup (Foto Afp)

ROISSY Il capitano Usa Jim Furyk in posa con la Ryder Cup e la moglie Tabitha. Dietro di loro il team Usa. (Foto Afp)

La Ryder Cup ha il formato attuale solo dal 1979 e quindi da quasi quarant’anni la sfida è tra il Team USA e il Team Europe. Dal 1927 (primo anno di gara) al 1971 la competizione era invece tra la squadra americana e quella inglese (con gli americani strabordanti nell’albo d’oro, 18-3). Dal 1973 al 1979 il Team Usa ha affrontato una selezione di professionisti inglesi e irlandesi.

L’allargamento a tutti i giocatori europei ha sicuramente giovato alla competizione: dal 1979 la musica è cambiata con dieci successi per parte e un solo pareggio. I campioni uscenti sono gli americani.

La seconda volta lontano dal Regno Unito

SAINT-QUENTIN - Tifose in posa per un selfie a Le Golf National (Foto Afp). albo d'oro della Ryder Cup

SAINT-QUENTIN Tifose in posa per un selfie a Le Golf National (Foto Afp).

Per la seconda volta nella storia europea la Ryder Cup si svolgerà al di fuori del Regno Unito. Dal 1997 in Spagna a Valderrama in onore di Ballesteros (vi esordì Tiger Woods), la super sfida è sempre andata in scena in Gran Bretagna quando non s’è giocata negli Stati Uniti. Ora tocca a Parigi.

E non c’è due senza tre: nel 2022 il match dei match verrà disputato a Roma. Il green prescelto è il Marco Simone Golf & Country Club, circolo capitolino di proprietà
della famiglia Biagiotti. Non male per un evento-show capace di richiamare l’attenzione di 270.000 spettatori provenienti da 90 nazioni diverse

In campo per la gloria e l’albo d’oro della Ryder Cup

Ryder Cup 2018, il logo (Foto Afp) albo d’oro della Ryder Cup.

Ryder Cup 2018, il logo (Foto Afp).

Ricordiamo ancora una volta che chi vince non si mette in saccoccia un solo euro. In palio a Parigi “soltanto” l’onore della vittoria e quello di finire nell’albo d’oro della Ryder Cup.

Siamo alle porte della competizione regina di questo sport, una sfida che si è sempre giocata ogni due anni in alternanza tra Stati Uniti ed Europa. Sempre, tranne una volta: nel 2001 non si disputò per rispetto delle vittime dell’attacco dell’11 settembre.

Tre azzurri nell’albo d’oro

A Parigi il Team Europe sarà guidato da Francesco Molinari, con il torinese che sogna di chiudere un 2018 straordinario con l’ennesimo successo stagionale e un posto nell’albo d’oro della Ryder Cup. Il piemontese, alla terza apparizione, eguaglierà il record di presenze azzurre di Costantino Rocca. Il bergamasco è celebre pure per una hole-in-one durante l’edizione del 1995 e per la vittoria nel 1997 contro Tiger Woods nel singolo. Oltre a loro due solo un italiano ha giocato la Ryder Cup: Dodo Molinari, fratello di Chicco, partecipò alla spedizione vincente al Celtic Manor 2010.

Furyk: sono contento per Tiger Woods

Il danese Thomas Bjorn e l’americano Jim Furyk, capitani dei team europeo e statunitense hanno presentato a modo loro l’evento nella sala conferenze di Le Golf National.

Thomas Bjorn e Jim Furyk in posa con il trofeo (foto Afp). albo d'oro della Ryder Cup

Thomas Bjorn e Jim Furyk in posa con il trofeo (foto Afp).

“Non serve motivare i miei giocatori – ha spiegato Furyk – i quali sanno perfettamente che non vincono in Europa dal 1993, una striscia negativa lunga 25 anni. Non sarà comunque facile, perché la maggioranza degli spettatori tiferà giustamente per l’Europa e sappiamo quanto sia importante la spinta del pubblico. E’ un ostacolo che conosciamo bene e che dovremo superare. Sono contento per la vittoria di Tiger Woods nel Tour Championship: lo ha sicuramente caricato per questa sfida. Ha una tale esperienza che è già pienamente concentrato sul torneo e sulla squadra.  Averlo in campo dà enorme fiducia a tutti”.

Bjorn: in campo va una squadra, non un singolo

Per Bjorn “il mio ruolo è quello di far esprimere al meglio i giocatori e spero di condurli nella giusta direzione, ma principalmente debbo soprattutto sostenerli. Per vincere tutti dovranno dare il massimo, perché di fronte abbiamo una grande avversario, però non abbiamo paura di nessuno. Sul campo non andranno singoli elementi, ma ci sarà una formazione compatta. Non credo che qualcuno avvertirà la stanchezza, anche se tutti hanno giocato parecchio recentemente. Sono grandi atleti che si preparano a competere in un torneo che tutti i golfisti sognano di giocare nella loro carriera. Sono pronti per l’albo d’oro della Ryder Cup”

E ancora: “Molti nella nostra formazione conoscono bene il campo per avervi anche disputato recentemente l’Open de France, ma non sarà un vantaggio perché lo troveranno in condizioni parecchio diverse. Sono contento che ci sia Tiger Woods. Ho giocato con lui per tanti anni e ogni volta faceva qualcosa di eccezionale ed è esattamente ciò che tutti vogliono vedere da lui”.

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