Finale col brivido per la Presidents Cup 2015: gli Stati Uniti hanno vinto sull’International Team all’ultima buca dell’ultima gara sul percorso di Incheon, in Sud Corea. Così la sfida tra Usa e Resto del Mondo (Europa esclusa) è finita con un 15,5 a 14,5 che ha tenuto sulle spine tutti. Il punto decisivo per la competizione che si tiene ogni due anni è arrivato da Bill Haas (figlio del capitano Usa e convocato con una wild card) su Sang-moon Bae, coreano ben conosciuto perché dovrà presto lasciare il golf.
Visto il risultato finale, è evidente dire che si sia trattato di una sfida molto equilibrata, come hanno testimoniato anche i singoli terminati in parità (6-6). Due i momenti decisivi: il punto di vantaggio conquistato dagli americani nelle quattro sessioni di doppi (9.5-8,5), e l’incredibile errore dell’indiano Lahiri che, mancando un putt di un metro per pareggiare contro Kirk (1 up per lui), ha fatto pendere la bilancia dalla parte degli Usa.
Gli Stati Uniti portano quindi a nove le vittorie in Presidents Cup a fronte di un pareggio e una sconfitta.
Una sola ma molto pesante la battuta d’arresto: nel 1998 a Melbourne l’International Team inflisse agli americani uno storico 20,5-11,5 (all’epoca i punti erano 32) e Jack Nicklaus ne uscì criticatissimo per essere divenuto il capitano Usa ad aver subito il passivo più pesante della storia in tutti gli incontri internazionali dei team a stelle e strisce.
Il pareggio risale al 2003, a Fancourt in Sudafrica: la sfida si concluse con 17 punti a testa e, poiché la squadra detentrice non aveva diritto a mantenere il trofeo in caso di pareggio, si andò al playoff tra Tiger Woods ed Ernie Els. La luce del giorno non fu sufficiente: non potendo i giocatori rimanere il giorno dopo si decise di assegnare il trofeo a entrambe le contendenti.
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