Archivi categoria: STORIE DI GOLF
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Golf e superstizione: Tiger uomo in rosso. Els mangia-palline, Nicklaus e le monete…
Non è vero ma ci credo: la superstizione non risparmia i golfisti dilettanti, figuriamoci i pro. Vi siete mai chiesti perché Tiger Woods chiuda qualsiasi quarto giorno di gara sfoggiando sempre una maglietta rossa? Esatto: per superstizione, come lui stesso ha candidamente confessato qualche tempo fa. “L’ho sempre fatto dai tempi del college e dai primi giri in campo – ha detto Tiger – e ha funzionato. Perché cambiare?”. Appunto, perché cambiare vista che il color rosso-Tiger è passato alla storia come “Victory Red”, in virtù di 80 vittorie sul tour, 14 major e un centinaio di altri titoli nella bacheca di Woods.
Scaramanzia colorata anche per Paula Creamer, meglio conosciuta nel circuito come Pink Panther per il vezzo di giocare il giro finale vestita di rosa. “Amo il rosa” dice lei tentando di mascherare la superstizione. Oltre alla maglietta, Creamer gioca con palline e grip rosa.
Ernie Els e Davis Love III sono, a loro modo, più maniaci. Il sudafricano ha un rapporto speciale con ogni singola palla: la Continua a leggere
Augusta ammette la terza donna, Ginny Rometty E’ a.d. di Ibm, sponsor dell’Augusta Masters
Cade un altra roccaforte del maschilismo a stelle e strisce: Augusta National, il club che organizza il Masters, ha ammesso una terza donna tra i suoi membri. Dopo Condoleezza Rice (ex segretario di Stato Usa) e Darla Moore (top manager), sul libro dei soci è stato registrato il nome di Ginny Rometty. Non una giocatrice qualsiasi ovviamente: Rometty da due anni è l’amministratore delegato di Ibm.
Una donna con le palle, tanto per non usare giri di parole. Con le palle e con un diritto praticamente acquisito ma riconosciuto solamente due giorni fa al 655 di Milledge Road, in Georgia. La sua “fabbrichetta” infatti è uno degli sponsor storici del Masters. Per questo tutti i suoi predecessori erano stati soci o quantomeno avevano presenziato a gara e/o premiazione.
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Dalla California la storia di Joey Ferrari: fa 10 anni in cella, esce e vince la prima gara
C’è un tempo per ogni cosa. C’è un tempo per espiare le proprio colpe e uno per ripartire vincendo una gara di golf. Per Joey Ferrari il primo è durato dieci lunghissimi anni, il secondo due fantastici giorni.
Dal 2003 all’ottobre 2013, il 58enne californiano è stato ospite coatto del carcere federale di Lompoc, Stato della California. La condanna per possesso e spaccio di stupefacenti gli ha precluso una vita normale da imprenditore, da uomo con moglie e tre figli (Joey 29 anni, Christina, 27 e Jovanna,21) e da giocatore dilettante di golf. Nell’aprile 2014, saldato il conto con la società, ha comprato sacca e mazze e lo scorso settembre è arrivata la prima gara e la prima vittoria al NCGA Senior Valley Amateur sul percorso “The Reserve” di Spanos Park, a Stockton dove oggi vive e gestisce un autolavaggio.
A raccontare la storia è Ron Kroichick dalle colonne del GlobalGolfPost. La storia di Joey Ferrari – cognome italiano ma nato nella Lodi a stelle e strisce – è quella di un imprenditore (tre pizzerie, un ristorante messicano e una fabbrica di giocattoli) che diventa prima consumatore di cocaina e metanfetamine e poi vende dosi per necessità.
Il passato da golfista – Ferrari era un “signor” dilettante, amateur per dirla in termini strettamente golfistici. Nel 1992, a 36 anni, è giocatore dell’anno dalla Northern California Golf Association. L’anno dopo disputa Continua a leggere
FedEx Cup, Billy Horschel: “Tra la nascita del figlio e 10 mln di dollari scelgo i dollari”
Billy Horschel è più realista del re. Tra assistere alla nascita del primo figlio e la chance di vincere 10 milioni di dollari il professionista americano… si è dimostrato professionista. Horschel sta infatti giocando ad Atlanta il Tour Championship, ultima delle quattro gare valide per la FedEx Cup (primo premio 10 milioni di dollari). “Io e mia moglie Brittany abbiamo deciso assieme. Se arriva il momento giusto per nostro figlio mentre sono in campo, io continuo a giocare perché dieci milioni di dollari non sono un’occasione che capita spesso. Se succede faccio un salto a casa e torno poi qua” ha detto da Atlanta, al termine del primo giro.
Horschel pare abbia fatto la scelta giusta. Lui e Chris Kirk sono infatti partiti subito all’attacco e in vetta, entrambi con Continua a leggere
Il golf che commuove: Tommy Morrissey a tre anni gioca senza il braccio destro
Una bella storia di sport. E di golf. E’ quella di Tommy Morrissey, un bambino statunitense nato senza il braccio destro. Tommy ha tre anni, chiama l’arto mancante Nemo (esatto, come il personaggio del film Disney) e gioca a golf quasi come se nulla fosse. Il quasi è per chi lo vede per la prima volta, per i genitori quell’avverbio è superfluo. La storia arriva direttamente da Fox Philadelpia ma sta inondando Rete e social.
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Erik Compton, miracolo vivente: secondo agli US Open dopo 2 trapianti di cuore
“A walking miracle”. Un miracolo vivente. I media Usa rilanciano così in prima pagina la storia di Erik Compton. L’uomo due volte trapiantato di cuore è arrivato secondo agli Us Open 2014 dietro a Kaymer. Compton, 34 anni e cento tornei da pro, a Pinehurst ha girato in 72 68 67 72 (il trionfatore ha chiuso in 65 65 72 69). Si tratta del miglior piazzamento nella sua carriera. Una specie di american dream riadattato tra fairway e corsie di ospedale ma che ha fatto impazzire gli States. Continua a leggere
Jason Millard, la sua onestà diventa notizia “Ho forse fatto un’infrazione”: addio US Open
Così onesto da non sembrare vero. Così lontano dall’inesistente cultura sportiva italiana che noi – sforzandoci – la liquideremmo frettolosamente come una “storia da libro Cuore”. La storia è quella di Jason Millard, 24enne dilettante nato e cresciuto nel Tennessee. La notizia è che questo sconosciuto golfista ha rinunciato alla qualificazione già nero su bianco per gli US Open 2014. In tv ha detto di “aver forse commesso un’infrazione nel playoff “ a Memphis. Siccome da quelle parti le regole si rispettano, Millard è stato subito squalificato: al suo posto il secondo classificato. Jason è un marziano? Forse. Una brava persona? Senza dubbio.
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