La Ryder Cup è meglio dei mondiali di calcio. La provocazione, nel secondo giorno di tregua prima del gran finale di Brasile 2014, serve per ricordare che mancano meno di tre mesi all’evento golfistico dell’anno, fissato a Gleneagles (Scozia) dal 23 al 28 settembre. Per chi mastica solo di 4-3-3 oppure discetta di sudditanza arbitrale e/o arbitraria ricordiamo che la Ryder Cup è un torneo di golf a squadre che si tiene ogni due anni dal 1927. Fino all’edizione 1977 quelle due squadre furono Stati Uniti e Gran Bretagna. Dal 1979 lo splendido isolamento finì: da allora sul green scendono Stati Uniti e Europa.
Si gioca alternativamente sui migliori percorsi statunitensi e britannici, con due eccezioni: nel 1999 si è giocato a Valderrama, in Spagna, mentre l’edizione 2018 è stata assegnata ai francesi del Golf National di Saint-Quentin-en-Yvelines. A settembre il capitano dell’Europa sarà Paul McGinley.
La formula è particolare, ma ne parleremo in un apposito post più avanti.
Innumerevoli i motivi per prendersi a settembre una pausa dal pallone e pensare alle palline che voleranno nei cieli scozzesi per finire in buca. Tanto per gradire non va assolutamente persa la metamorfosi del golf: lo sport più individuale che possa esistere si trasforma in sport di squadra per tre giorni. Giocatori professionisti che fino al weekend prima farebbero di tutto per sconfiggere il campo stavolta giocano in coppia, condividendo strategie, gioie e dolori. E dal weekend successivo torneranno a sfidarsi, quasi come nulla fosse.
La Ryder Cup è emozione. Vissuta dal vivo è inebriante e coinvolgente. Inebriante perché non siamo abituati a veder “migrare” educatamente migliaia di spettatori al seguito di un team: si sceglie un giocatore, si studia dove piazzarsi lungo il percorso e poi si corre a quella successiva per accalappiarsi, di nuovo, la visuale migliore. Altri spettatori invece scelgono una tribuna e non si schiodano fino al calar della ser. E poi fanno il tifo: le tribune diventano curve (parallelo degno di querela, lo so) quando vengono presentati i giocatori sul tee. Dagli spalti spuntano bandiere, look inverosimili a seconda dei protagonisti e scritte multicolori: applausi, fischi e baccano fin quando il giocatore non prende posizione e prova lo stance. Un minuto di silenzio, il tiro e poi uno scroscio di applausi, fischi e baccano.
PS – non è previsto un euro o un dollaro di premio per chi gioca la Ryder Cup.
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