Qualcuno l’aveva scritto nel primo post di questo blog. Il golf è una droga: una volta entrato nel giro, difficile uscirne. Certo, non pensavo che qualcuno m’avesse già preso in parola. E’ invece quanto accaduto nello Stato di Washington dove un 26enne è stato arrestato con l’accusa di furto con scasso. Non si tratta di un incensurato qualsiasi: la nota stampa della polizia di Bremerton lo etichetta come il primo caso di “Golf Addiction”. “Dipendenza dal golf”, ne più ne meno come la dipendenza dalla caffeina o dal barattolo di nutella. Nella fattispecie l’uomo era così “dipendente” da svaligiare nella notte del 26 maggio il pro shop del Gold Mountain Golf Course (sempre di Bremerton). Se n’è andato con 9200 dollari di refurtiva, tra cui una cinquantina di mazze nuove di pacca.Il primo “golf addicted” non fa però rima con furbizia. Alla polizia è bastato scandagliare i post più recenti di siti come eBay e Craiglist per trovare mirabolanti sconti su ferri simili a quelli volatilizzati dal pro shop. Una email galeotta ed ecco servito il trappolone. A casa dell’aspirante venditore sono spuntati una settantina di ferri rubati (evidentemente non solo al Gold Mountain). Ma gli agenti sono rimasti basiti quando hanno visto le pareti, tutte tappezzate di suoi poster mentre swingava e puttava anche nel circolo dove aveva commesso il furto (vi ha giocato otto volte negli ultimi mesi).
Da psicologia il cappellino da baseball che si era fatto confezionare: c’era scritto “Born to Golf, Forced to Work“. Letteralmente: nato per giocare a golf, costretto a lavorare. Peccato che fosse pure disoccupato