(domenica 11 marzo – 2 ) Finisce all’ultimo colpo dell’ultima buca dell’ultimo giorno di gara il sogno di Tiger Woods che, non imbucando da una decina di metri, resta a -9 e non porta al playoff Paul Casey (-10). Onore al vincitore del Valspar ma altrettanto a un campione che dopo cinque anni ha giocato una gara degna del suo glorioso passato.
Domenica Tiger Woods, dopo aver chiuso secondo e in crescendo sia il secondo che il terzo giro, aveva addosso gli occhi del golf. Tutto il mondo tifava per lui, ogni suo colpo ha tenuto col fiato sospeso milioni di giocatori e spettatori davanti alla tv o un tablet.
Lui non ha dimostrato di avvertire la pressione e, dopo birdie alla 1, ha infilato quattordici par e un bogie (alla 4) nelle successive quindici. Woods ha giocato bene: tee shot quasi tutti in fairway, green presi e putter per i birdie falliti anche per un soffio. Qualche approccio al green non è parso dei migliori, Davanti a lui, praticamente sempre in seconda posizione, c’è stato un certo movimento: il leader Conners è uscito subito dai giochi e il suo posto in vetta se l’è preso l’inglese Paul Casey. In lotta con lui il connazionale Justin Rose e Patrick Reed con il secondo che centra l’aggancio a un passo dal traguardo. L’oro olimpico invece stecca e saluta il gruppo di testa poco prima.
Tiger gioca con una costanza e una precisione d’altri tempi: alla 17, con Casey già in clubhouse, il suo capolavoro. Un par 3 che gli vale un birdie da notevole distanza e gli strappa un bellissimo sorriso. Mentre Tiger vola a -9, Reed cicca il putter (palla corta che, dalla salita, ritorna esattamente al punto di partenza) alla 18. L’ultima buca, un par 4: Woods, tra due ali di folla, arriva in green con il secondo colpo ma la distanza non gioca dalla sua. Il putter funziona ma la pallina rallenta proprio a una manciata di centimetri dalla mèta. Tiger chiude a -9 (275 colpi; 70 68 67 70) colpi come Reed, Paul Casey vince (70 68 71 65).
Per il 41enne di Cheltenham l’affermazione arriva dopo 1274 giorni: l’ultimo successo, il tredicesimo in carriera, era nel 2014, il KLM Open, in Europa. Sul suo score sette birdie e un bogey, sul suo conto in banca un assegno di 1.170.000 di dollari. E’ il numero 12 al mondo.
A quarto posto con 276 (-8) Sergio Garcia, autore dell’altro 65 di giornata oltre a Casey. Al quinto con 277 (-7) il sudafricano Rory Sabbatini e Justin Rose.
E adesso il Palmer Invitational
Dobbiamo forse scrivere quanto sia importante Tiger Woods per il mondo del golf? Questo secondo posto sul PGA Tour è un auspicio che l’ex numero torni ad essere competitivo e che abbia risolto i suoi problemi lontano dallo sport. Per quel che importa oggi, ora Tiger Woods è il numero 149 del World Ranking, la scorsa settimana era il 388, a fine 2017 il numero 656.
Woods, alla quinta apparizione dopo il suo rientro, ha completato il torneo con quattro turni sotto par, cosa che non gli accadeva dal 2013 (Northern Trust). Ha effettuato un giro per certi versi fotocopia del terzo con 8 fairway colti su 13 e 14 green su 18, ma la differenza l’hanno fatta i putt, 28 contro i 32 finali.
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Dopo 5 anni Tiger Woods si gioca la vittoria al Valspar
(domenica 11 marzo) – Il sogno continua e arriva sul più bello: dopo il terzo giro al Valspar Championship Tiger Woods è ancora secondo e in lizza per vincere un torneo sul PGA Tour dopo cinque anni di acciacchi e digiuno. L’ex numero uno ha addirittura ridotto il distacco dal leader: Conners è avanti di un solo colpo.
Gli occhi adesso sono sempre più puntati su di lui, su quel fenomeno rientrato in gara lo scorso dicembre e ora tonico più che mai. A Palm Harbor, Woods ha chiuso il terzo giro in 205 colpi (70 68 67, -8). Il suo ritmo è stato retto da Brandt Snedeker e Justin Rose: davanti solo il Corey Conners (204; 67 69 68, -9). Il canadese ha avuto qualche momento in cui ha accusato la pressione (è in gara “solo” per il ritiro di Kyle Stacey), ma ha comunque tenuto la leadership con sei birdie e tre bogey per il parziale di 68 (-3).
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Questi quattro sono i maggiori indiziati di vittoria: dietro di loro il vuoto o poco più. Sam Burns e Patrick Reed sono quinti con 207 (-6) mentre cinque colpi dalla vetta sembrano troppi anche per Adam Scott, Louis Oosthuizen e Paul Casey, 11esimi con 209 (-4).
Sono out lo spagnolo Sergio Garcia, 25° con 211 (-2), e il canadese Adam Hadwin, campione uscente, 28° con 212 (-1).
I numeri e le parole di Tiger Woods
Tiger ha offerto un gioco solido in ogni parte del campo. Una sola sbavatura, alla buca 13 dove ha segnato l’unico bogey di giornata a fronte di cinque birdie. Lo score di 67 (-4) colpi è il più basso realizzato nei 17 giri effettuati dal suo ritorno nel World Challenge. A caccia dell’ottantesimo successo (l’ultimo nel WGC Bridgestone Invitational, 2013), non segnava nei primi tre turni punteggi sotto par dal 2015 (Wyndham Championship) e nelle 96 occasioni precedenti in cui è avvenuto si è imposto per 49 volte. E’ alla prima partenza nel Valspar Championship e dei 40 eventi in cui ha debuttato ne ha vinti nove.
“Mi sono sentito a mio agio sul campo. Ho effettuato – ha detto – una buona sessione di riscaldamento e ho apportato qualche modifica sulle cose che non erano andate bene ieri. Sono emozionato per come si sta evolvendo la gara: sto giocando sempre meglio e più pulito. Il pubblico? E’ rumoroso, ma veramente fantastico. Fa sentire tutto il suo calore”.
Tiger Woods is back: secondo dopo due giri a Valspar
(sabato 10 marzo) Ritorno (meraviglioso) al passato per il mondo del golf: Tiger Woods ha chiuso al secondo posto il secondo giro del Valspar Championship, in Florida. Si tratta di una bella notizia che diventa bellissima considerando che, per alcuni tratti, è stato anche in vetta alla classifica.
L’ex numero uno è salito così dall’ottavo posto del primo giro al secondo, con 138 colpi (70 68, -4). Davanti a lui il canadese Corey Conners (136; 67 69, -6), vera sorpresa sul percorso del Copperhead Course (par 71) all’Innisbrook Resort di Palm Harbor in Florida. Al pari di Woods Brandt Snedeker, Ryan Palmer, Kelly Kraft e Paul Casey. Hanno hanno un colpo in più Sean O’Hair, Jason Kokrak, Webb Simpson, Keegan Bradley e l’inglese Justin Rose, settimi con 139 (-3).
Out al taglio, caduto a 145 colpi (+3), Jordan Spieth (numero quattro mondiale) e Rory McIlroy, 92esimi con 147 (+5). A casa anche Henrik Stenson, 107esimo con 148 (+6).
Il montepremi è di 6.500.000 dollari.
Il crescendo di Tiger Woods: “Sono a mio agio”
Il gioco di Tiger mostra passaggi sempre più frequenti tipici della sua passata grandezza. Per alcuni momenti, come detto, il campione è stato anche al comando: l’ultima volta era accaduto nel 2015 al Wyndham Championship. Proprio quella gara fu ultima occasione in cui Tiger chiuse i primi due giri sempre sotto par, come ora.
Woods soprattutto sta trovando il giusto passo in tutte le parti del campo nonostante qualche problema con il driver. Dalla sua il putter (26 putt). Ha preso otto fairway su 13 e undici green, ma quando ha sbagliato lo ha fatto dalla parte giusta. Nel suo score quattro birdie e un bogey in chiusura (68, -3)
“E’ stata una buona giornata e mi sento ancor più a mio agio sul percorso” ha detto. E’ stato in team con Jordan Spieth e con Henrik Stenson e li ha staccati rispettivamente di nove e dieci colpi.
Chi è Corey Conners
Corey Conners, 27enne di Listowel, aveva fallito la prequalifica ma è poi entrato per la defezione di Kyle Stanley. Approdato nel circuito con il 41esimo posto nella priority list del Web.com Tour 2017, è all’undicesima presenza stagionale. Nel suo score quattro birdie e un doppio bogey per il parziale di 69 (-2).
http://golfando.tgcom24.it/imbucato-il-selfie-del-golf-2018/