
E’ finita… prima del tempo la partecipazione di Changwoo Lee al Moutai Singapore Open, tappa delle International Series in calendario sull’Asian Tour. Il golfista sudcoreano è stato squalificato per essersi presentato sul tee di partenza con un ritardo di 5 minuti e 23 secondi. Quei 23 secondi oltre il limite gli sono costati carissimo: l’addio a una gara che poteva segnare la svolta della sua stagione.
Chi è Changwoo Lee
Changwoo Lee è uno di quelli che sgomita per ritagliarsi un futuro stabile nel mondo del golf. Ha 31 anni, è il numero 1.437 nel ranking mondiale e una bacheca senza trofei da spolverare. Appeso da qualche parte avrà invece il congedo dal servizio militare, obbligatorio per chiunque sia nato in Corea del Sud: Lee ha servito il suo Paese dal dicembre 2021 a metà 2023, restando lontano dai campi da gioco.
Il golfista arriva adesso da una stagione travagliata: tra giugno e ottobre ha mancato il taglio in nove gare consecutive tra Asian e Korean Tour. Lentamente a ottobre era arrivata l’inversione di rotta come dimostrano i tre weekend consecutivi in campo sull’Asian Tour.
Il golfista e il sogno
La gara al Singapore Island Golf Club era quindi di quelle importanti. Le International Series rappresentano infatti il canale d’accesso privilegiato al LIV Golf, il circuito saudita dai montepremi milionari. In gara a Singapore c’è anche l’italiano Stefano Mazzoli, fresco della conquista della carta per il DP World Tour.
Non conosceremo mai l’attuale stato di forma del golfista sudcoreano perché giovedì 6 novembre Lee non ha potuto giocare.
Per certo invece sappiamo che le regole del golf non ammettono ignoranza. La numero 5.3 fissa in cinque minuti il ritardo massimo per presentarsi sul tee di partenza. Chi arriva entro quel limite riceve due colpi di penalità, chi lo supera viene squalificato. E così è stato
Ventitré secondi di troppo
Ventitré secondi: un soffio, ma sufficienti per cancellare una settimana di lavoro. Così è accaduto a Changwoo Lee. Ma a cosa corrispondono ventitré secondi nella routine di un golfista nel giorno di gara?
Possiamo solo immaginarlo: lasciando in disparte la questione logistica (sveglia, traffico, semafori…) possiamo pensare che 23 secondi corrispondano a qualche istante di troppo trascorso a praticare. Magari quell’ultima pallina giocata in putting green. Oppure a qualche secondo di esitazione prima di lasciare la zona del riscaldamento.
Ventitré secondi: interminabili per il cronometro piazzato sul tee della buca uno, volati via non sa come per Changwoo Lee.
