
A Farmingdale sono passate altre 24 ore e altri otto match sono andati in archivio ma la musica non è cambiata. Team Europe continua la sua marcia di avvicinamento alla Ryder Cup 2025. Dei 16 punti a disposizione finora i nostri se ne sono portati a casa ben 11,5, umiliando sportivamente Team USA. Nessuno aveva mai vinto tutti i quattro giri di doppio. Il retain dista solo 2,5 punti ma gli scongiuri non sono mai troppi.
di Sauro Legramandi
Che la giornata fosse la bella – bellissima – copia di risultati di Ryder Cup di venerdì lo si intuisce dal mattino. Team Europe porta a casa tre foursome su quattro. Nel pomeriggio gli europei sfiorano addirittura il cappotto, concedendo un match alla buca 18 (JJ Spaun/Schauffele vs Rahm/Straka).
Le statistiche parlano da sole. Mai nessuno è stato così avanti alla vigilia dei singoli. Nel 2004, Team Europe era in vantaggio di sei punti (11-5). Per tre volte noi europei siamo stati sul 10,5 a 5,5 (2023, 1997, 1987). Per tre volte (2014, 2006, 1999) gli americani sono stati indietro di quattro punti (10-6).
Quattro tenori Ue alla Ryder Cup 2025

Team Europe sta quindi dominando la 45esima edizione di Ryder Cup. A far sognare il Vecchio Continente è una squadra unita prima nello spogliatoio e poi in campo. In trasferta e su un campo così difficile e caldo sono quattro i tenori di Team Europe: in ordine sparso Jon Rahm, Rory McIlroy, Justin Rose e Tommy Fleetwood. Spiace per chiunque si sia trovato sulla loro strada in questi primi giorni. Ne sanno qualcosa Morikawa e English che sia venerdì sia sabato hanno incontrato i Fleetwood Mac (Tommy ha cambiato partner, chiudendo il duo Molywood), non riuscendo mai a giocare la buca 17.
In totale in Ryder Cup i Fleetwood Mac hanno disputato quattro foursome, vincendo sempre. Rahm è arrivato a sei punti conquistati in altrettanti foursome giocati. Tommy Fleetwood (perfetto nel day 2) si esalta ed esalta Justin Rose: nel fourball pomeridiano, in due infilano 12 birdie su 16 buche contro Scheffler e DeChambeau, ossia i numeri uno e due di Team USA. Ingiocabile anche McIlroy con Lowry sempre nel fourball (vinto sui migliori del team americano, Thomas e Young): ogni volta che uno sbaglia un putt, l’altro lo imbuca subito dopo.
Il flop di Team USA

Tanto intonati gli europei, tanto stonati i rivali statunitensi. Ad oggi dei dodici giocatori selezionati da Keegan Bradley solo tre o quattro si sono rivelati all’altezza. Su tutti il rookie Cameron Young, giocatore di New York capace di portare alla causa americana ben due punti (in coppia con Thomas venerdì e con DeChambeau sabato) sui 4,5 complessivi. Bene Justin Thomas, ormai veterano di questa competizione. Si salvano anche il giocatore-col-cappellino Cantlay e Sam Burns. Poi il buio.
I numeri sono impietosi. Scottie Scheffler, numero uno del ranking mondiale, è diventato il primo giocatore nella storia a partire 0-3 in Ryder Cup e ad essere comunque schierato di nuovo. Ma gli americani non avevano molta scelta: Scheffler è il miglior giocatore del mondo e servivano disperatamente punti per avvicinarsi in vista dei 12 singoli. E il record verrà battuto domenica, avendo Scheffler perso anche il quarto match giocato (contro Rose e Fleetwood). La fortuna non è dalla sua comunque: alla buca 10 dalla distanza la sua pallina colpisce l’asta della bandiera e scappa via.
DeChambeau è uscito sconfitto tre volte su quattro a Farmingdale. Emblematica poi la coppia Morikawa English. In molti hanno criticato la scelta di Bradley di schierare due dei giocatori del PGA Tour più precisi ma meno potenti su un percorso lungo e con poco rough come Bethpage Black. Il capitano americano ha liquidato la polemica: “Abbiamo un piano e resteremo fedeli ad esso”.
Di quel piano non fa probabilmente parte il dato diffuso da datagolf.com che ha classificato tutte le 132 possibili coppie di foursome uscite dal roster dei dodici americani. La coppia English-Morikawa era… numero 132.
Scintille in campo: lite tra DeChambeau, Fleetwood e i caddie

Da contratto, Keegan Bradley dice che non è ancora finita. In campo i suoi ragazzi hanno i nervi tesi. Thomas aizza spesso un pubblico che non attende altro. E se c’è la possibilità di buttarla in rissa gli americani non si tirano indietro.
Al green della 16 durante il fourball gli animi si sono infiammati quando Greg Bodine, caddie di DeChambeau, sembra piazzarsi sulla linea di putt di Justin Rose. La discussione si protrae sino all’area di partenza successiva con parole volanti tra DeChambeau, Fleetwood e il caddie di Fleetwood, Ian Finnis. Come se non bastasse nella querelle si intromette anche il caddie di Scheffler, Ted Scott: dalle immagini sembra discutere con Francesco Molinari che – a suo dire – non gli cede il passo verso la buca.
Pubblico caldo a New York, McIlroy risponde da campione
Anche nel secondo giorno a Bethpage i tifosi di casa, non potendo esultare per le gesta di Scheffler e soci, si sono concentrati sui giocatori di Team Europe.
Nessun giocatore europeo riceve tante provocazioni dai tifosi quanto Rory McIlroy. La sua camminata nel Day 2 dei foursome non ha fatto eccezione. Si è sentito urlare di tutto. Da “Non oggi, Rory!” a battute sulle barrette proteiche che mangia, fino ai commenti al suo colpo dal rough della 16, subito dopo che gli Usa avevano vinto due buche riaprendo il match. Proprio alla 16 il primo momento critico della giornata di Rory con il nordirlandese che, invece di pensare all’approccio da giocare, si è voltato verso il pubblico urlando “State zitti” con l’aggiunta di una parolaccia. Poi ha fatto il suo mestiere, mettendo l’ennesima palla data a Fleetwood che ha imbucato e liquidato la pratica Morikawa/English.
“Non mi dà fastidio che ce la prendano con noi – ha spiegato McIlroy dopo il foursome. “È normale, è questo il bello di una Ryder Cup in trasferta. Il difficile è quando continuano a urlare mentre sei sulla palla e stai provando a colpire.”
Preciso come un oracolo, il nordirlandese ha anticipato quanto sarebbe accaduto nel pomeriggio. Alla buca 5 il nordirlandese è stato nuovamente preso di mira con commenti e urletti vari. Stavolta il Masters Champion non ha risposto apertamente ma ha scelto di non giocare, facendo capire che non avrebbe proseguito a quelle condizioni. Di fatto ha legittimato gli hooligans di Bethpage a beccarlo da lì alla fine della giornata.
Ma alla fine Rory ha zittito tutti. Per lui parla il campo.