Golf e turismo, intesa Federgolf-governo

Che golf e turismo debbano andare per forza a braccetto in Italia non lo scopriamo certo ora. Chi storce ancora il naso declassando il nostro sport a “business di nicchia” potrebbe cambiare idea davanti ad alcuni dati. Chi studia questo segmento ha stimato al 6% il tasso di crescita annuo per il mercato internazionale del turismo golfistico.

di Sauro Legramandi

In generale, il turismo sportivo genera il 10% della spesa turistica mondiale. E investire è un moltiplicatore a tanti zeri: ogni milione di euro di investimenti pubblici ne movimenta otto di privati e quasi 21 in ricavi nello Sport System.

Borgo Egnazia

Nel 2023 il turismo golfistico in Italia ha generato circa 1,8 milioni di pernottamenti. In media ogni golfista di casa nostra spende 110 euro al giorno per un viaggio entro i confini nazionali. Le uscite per l’alloggio sono pari a 74 euro, venti in più di quelle di un turista qualsiasi.  Per gli extra il primo spende 113 euro al giorno, il secondo quasi la metà (66 euro).

Davanti a prospettive simili l’Italia del golf non può restare a bordo green. Il turismo golfistico deve prendere sempre più piede, mettere radici e diventare fonte di reddito per chi investe e per chi ci lavora. Anche questo è l’obiettivo del protocollo a tre firmato a Roma nelle scorse ore.

Il protocollo d’intesa tra Ministeri e Federgolf

Attorno al tavolo due ministri, Daniela Santanché e Andrea Abodi, e il presidente della Federazione Italiana Golf, Cristiano Cerchiai. I tre hanno messo nero su bianco gli obiettivi da raggiungere in un lavoro che non può che essere di squadra.

L’obiettivo, scontato, è incentivare l’Italia come golf destination a livello mondiale. Campi e strutture ricettive non mancano in giro per lo Stivale, personale e mentalità stanno cambiando e su offerta culturale, naturale ed enogastronomica non siamo inferiori a nessuno al mondo.

Il protocollo ha definito gli obiettivi da raggiungere:

  • 1 – Destagionalizzazione dei flussi turistici
  • 2 – Sviluppo delle destinazioni minori
  • 3 – Aumento della permanenza media dei visitatori
  • 4 – Massimizzazione degli impatti economici sul territorio con eventi e gare.

Dialogo e fondi

Traguardi alti, altissimi. La domanda più semplice: con che fondi? Giovanni Abodi, ministro per lo Sport e i Giovani, spiega che “in collaborazione anche con il Ministero dell’Economia stiamo elaborando un piano di fattibilità per la costituzione di un fondo immobiliare golfistico dedicato prioritariamente al sud Italia. Confidiamo possa essere uno strumento strategico per l’attuazione del protocollo”.

La sua collega Santanché punta “su sinergie tra l’ecosistema del golf e il comparto turistico attraverso azioni mirate e valorizzando il ruolo di ENIT”. Nel dettaglio “come dimostra l’esperienza della Ryder Cup 2023, l’organizzazione di grandi eventi sportivi genera un impatto economico significativo, all’epoca oltre 513 milioni di euro tra effetti diretti e indiretti. Il turismo golfistico è un asset di assoluta rilevanza”.

”Non tutti gli attori comunicano tra loro – prosegue Santanchè – e noi stiamo cercando di cambiare questo paradigma. Senza dialogo si rallenta tutto. Il turismo golfistico ha un notevole effetto sull’intero territorio, contribuendo a incrementare ogni settore della filiera”.

Le parole del ministro del Turismo ricalcano quelle di molti addetti ai lavori. Ossia: non si deve vendere il campo da golf come singola realtà sportiva ma come parte di una realtà fatta di cultura, ambiente, storia e cibo.

La missione è difficile ma non impossibile. Teniamo presente che già oggi l’Italia è al quarto posto nelle preferenze dei true luxury travellers per il golf, dietro a Stati Uniti, Regno Unito e Francia.

Cerchiai: il golf sulle piattaforme e alle fiere

Garda Hotel San Vigilio Golf

In campagna elettorale Cristiano Cerchiai aveva insistito sul rilancio del turismo legato al golf. “Avevo promesso – ricorda il presidente di Federgolf – che avremmo puntato, nel minor tempo possibile, ad un accordo programmatico con il Ministero del Turismo per sviluppare un progetto rivolto ai circoli e all’Italia in generale come Golf Destination, e così è stato”.

Cerchiai ci crede, eccome se ci crede. “Abbiamo il potenziale per diventare una delle destinazioni golfistiche più ambite al mondo e per rafforzare il marchio Golf-Destinazione Italia. Lo faremo grazie anche all’ENIT. Federgolf porterà il golf sulle principali piattaforme internazionali di turismo e nelle fiere di settore”.

Il protocollo, tra l’altro, prevede la promozione anche attraverso la piattaforma digitale italia.it e i suoi canali social.

Golf e turismo, il caso Spagna

La Ryder Cup a Tossa de Mar (Foto di Phil Inglis/Getty Images)


Come vanno le cose negli altri Paesi?  Spagna e Portogallo sono da anni due delle capitali mondiali del turismo golfistico. Per assurdo hanno scoperto il turismo golfistico dopo di noi ma oggi sono molto più avanti.  

Secondo uno studio di IE University, un turista golfista resta in media 11,9 giorni, contro i 7,4 giorni del visitatore generico, e spende circa 3.850 euro a soggiorno (pari a oltre 320 euro al giorno). Emblematico il caso della Costa del Sol, ribattezzata “Costa del Golf”: qui il soggiorno medio è di sette giorni, con una spesa che tocca i 231 euro al giorno nelle giornate in cui si gioca.

Non a caso la Spagna sarà il primo Paese extra-britannico ad ospitare due volte la Ryder Cup: dopo Valderrama sarà la volta di Camiral, a Tossa del Mar, in Costa Brava.

Golf e turismo, il caso Portogallo

Il Portogallo non è da meno, anzi: per molti tour operator è considerato il paradiso europeo del golf. L’Algarve è la regione simbolo, con oltre 40 campi e un’offerta turistica che combina resort di lusso e villaggi pittoreschi. Anche qui il turista golfista spende molto più della media, con pacchetti che spesso includono transfer privati, green fee multipli e attività collaterali di alto profilo (wellness, uscite in barca…).

E negli ultimi anni anche Lisbona e Madeira stanno crescendo come nuove destinazioni golfistiche, puntando su eventi internazionali e sulla valorizzazione paesaggistica.