
Angel Cabrera, ex vincitore di Augusta Masters e U.S. Open, è tornato a giocare a golf all’Augusta National. Sono passati sei lunghi anni da quando il campione argentino di golf ha respirato per l’ultima volta da uomo libero l’aria della Georgia. Da allora due anni li ha passati dietro le sbarre in Argentina.
La sua Argentina, quella che l’aveva osannato a Cordoba nel 2007 dopo la vittoria agli U.S. Open e dopo la green jacket conquistata nel 2009 al Masters Tournament, ossia il più tradizionalista dei Major al via in queste ore. Di lì a qualche anno il lungo declino.
La storia di Angel Cabrera
Nel 2021, el Pato (il soprannome deriva dalla sua falcata) si è trovato davanti ai pubblici ministeri con l’accusa di aver minacciato una delle sue ex compagne. Cabrera è stato condannato e un anno dopo, si è dichiarato colpevole quando un’altra ex lo accusò dello stesso reato. Il tribunale ha deciso che le due pene fossero da scontare contemporaneamente con un totale di tre anni e dieci mesi di prigione.
Angel Cabrera ricomincia dalla libertà condizionale nell’agosto 2023. Di lì a poco viene autorizzato a tornare a giocare nel PGA Tour Champions. Oggi il 55enne, dopo aver vinto il Pro Football Hall of Fame Invitational domenica scorsa, è di nuovo al Masters Tournament. Fred Ridley, presidente dell’Augusta National Golf Club (uno dei più esclusivi al mondo) gli ha confermato lo status da past champion. “Certamente condanniamo qualsiasi forma di violenza domestica – ha dichiarato Ridley -. Angel ha scontato la pena e, essendo stato un campione, è stato invitato.”
La redenzione di Angel Cabrera: dalla prigione ad Augusta
Cabrera ha parlato con un piccolo gruppo di giornalisti martedì. È stato onesto ma conciso. Si è mostrato pentito e ha riconosciuto gli errori commessi, dicendo di essere tornato con un misto di speranza e gratitudine. “La vita mi ha dato un’altra opportunità qua al Masters Tournament. Devo approfittarne – ha dichiarato Cabrera -. C’è stata una fase della mia vita di cinque anni in cui non ho fatto le cose giuste. Prima di quel periodo stavo bene. Ora devo solo continuare a fare quello che so di poter fare bene.”

E questo include far volare una pallina da golf. La seconda vita sul green è iniziata dal suo vecchio coach. Charlie Epps gli ha fatto avere una sacca di bastoni. El Pato ha ricominciato con un po’ di ruggine ma il suo swing non sembra troppo diverso da quello dei giorni migliori. “Ho cominciato a praticare molto, a rimettermi in forma – ha detto Cabrera -. Non so se il mio gioco sia tornato tecnicamente come prima”.
In attesa di coronare il sogno, Cabrera ha vinto sul PGA Tour Champions in una gara dove è stato inserito all’ultimo momento dopo il ritiro di Mark Hensby. Cabrera ha trionfato grazie a un birdie alla 17esima buca e, dopo dieci anni di digiuno, ha riscoperto il sapore del successo.
“Ovviamente rimpiango quello che è successo e si impara da queste esperienze – ha detto Cabrera – ma allo stesso tempo, quelle cose fanno parte del passato e bisogna guardare avanti a ciò che verrà.”
“Come ha affrontato la libertà condizionale e il ritorno al golf”
Tra queste cose, c’era anche il Masters Dinner martedì sera, quando Cabrera ha potuto stringere la mano di nuovo a tutti i past champions come lui. Scottie Scheffler, in qualità di campione in carica, ha scelto il menù ma Cabrera era più impaziente di rivedere vecchi amici come Gary Player, uno dei suoi più grandi sostenitori.
“Non vedevo l’ora di incontrarlo” aveva detto l’australiano Adam Scott, che ha battuto Cabrera al playoff per il Masters 2013. “Sono felice, abbiamo una storia abbastanza lunga. L’ho conosciuto per la prima volta sull’European Tour, prima che entrambi giocassimo sul PGA Tour. Abbiamo fatto le Presidents Cups, siamo stati compagni. Sono entusiasta che quest’anno torni a far parte di noi.”
Cabrera, in gara al Par 3 Contest, capisce se qualcuno – anche nel golf – la pensa diversamente sulla sua vita”. Non tutti sono predisposti a perdonare e dimenticare. “Ognuno ha la propria opinione,” ha detto, “e rispetto questo.” Ma Cabrera è fermamente convinto di meritarsi ancora ad Augusta National. “Ho vinto il Masters,” ha detto. “Perché no?”.