
Alti e bassi dal mondo dei circoli di golf italiani. In particolare si parla sempre più spesso di due club di golf in Lombardia, ognuno che in passato ha avuto le sue specificità. Il riferimento è al Golf Club Crema e al vecchio Ctl3 a Carnate (Monza). Entrambi hanno un futuro incerto.
Ctl3 Carnate: nuova vita per il campo da golf?
Per il Ctl3 già il fatto di avere un futuro è una gran bella cosa. Per chi non lo sapesse il Ctl3 (acronimo di Consorzio Tempo Libero) era un campo pratica con quattro buche su un’area totale di circa 60mila metri quadrati tra i Comuni brianzoli di Carnate, Bernareggio e Ronco Briantino. Ormai un quarto di secolo fa proprio le tre amministrazioni spinsero per creare questo spazio nel verde, con tanto di campo da calcio e tiro con l’arco.
Il Ctl3 ha avvicinato tantissimi sportivi al mondo del golf (questo il suo plus) fino a sei anni fa quando è scaduto l’ultimo contratto di gestione. Da allora i bandi comunali sono andati deserti e il successivo inutilizzo è sfociato nel degrado della struttura. Adesso qualcosa si è mosso: secondo il quotidiano Il Giorno ci sarebbe una cordata di imprenditori intenzionata a ridar vita al Ctl3. “Non abbiamo soldi, servono capitali privati – dice al quotidiano Rosella Maggiolini, sindaco di Carnate – che investano in questa struttura”. Insieme ai colleghi di Bernareggio e Ronco Briantino, la sindaca ha effettuato un sopralluogo nel verde del Ctl3: “Per rimetterlo a nuovo servono da 600mila a un milione di euro”. Entro l’anno forse qualcosa si muoverà.
Il futuro del Golf Club Crema: accordo mancato
Passo indietro invece a Crema dove secondo il quotidiano La Provincia di Cremona è saltato l’accordo tra la cordata mantovana e la proprietà del Resort. Le vicissitudini di Crema le conosciamo tutti e adesso anche la svolta di qualche settimana fa sembra quindi andata in soffitta.
Al quotidiano ha parlato Claudio Boni, presidente del circolo di Mantova: “Le premesse iniziali sono state stravolte – si legge nelle pagine locali – e non è soltanto una questione economica. Non è possibile ricucire lo strappo, non ci sono più i tempi tecnici per rimettere in funzione il campo. Comunicheremo il tutto alla settantina di soci che avevano dato la loro adesione”.
Il proprietario del Resort, Luca Fusar Poli, allo stesso quotidiano, ha confermato la mancanza di condizioni “per sottoscrivere l’accordo. Stiamo già lavorando per trovare un’altra soluzione”.