Chi è causa del suo male pianga sé stesso. Verrebbe da liquidare così la storia di Eugenio López-Chacarra, 24enne professionista atteso da un anno di limbo. Ma sarebbe un errore. Dopo tre stagioni lo spagnolo è stato scaricato dal LIV Golf Tour ma, prima di poter giocare sul PGA deve scontare un anno di squalifica. Quello che attende López-Chacarra è un limbo. Un limbo dorato: dagli arabi ha incassato oltre 18 milioni di dollari solo in premi. Un’altra decina dovrebbero essere arrivati da sponsor e bonus.
Eugenio López-Chacarra, ecco chi è
Nato a Madrid nel 2000, López-Chacarra è uno dei tanti professionisti spagnoli sui vari circuiti internazionali. Lui è uno di quelli nati sentendo parlare di Ballesteros e Olazabal, cresciuti con Garcia e maturati con Rahm. Iscritto alla Oklahome State University, lo spagnolo nel 2021 è già il numero due del ranking mondiale amateur. Un predestinato così non passa inosservato a Greg Norman e alla sua nascente SuperLega araba. Nel 2022 Eugenio passa al professionismo e firma subito tre anni di contratto con il team Fireballs (capitanato proprio da Sergio Garcia). In pochi mesi passa dal golf dilettantistico al drivare con mostri sacri come Dustin Johnson, Brooks Koepka e Phil Mickelson.
Di stoffa il ragazzo ne ha da vendere. A ottobre di quell’anno, dopo solo quattro gare da professionista, López-Chacarra vince il LIV Golf Invitational a Bangkok. Eugenio stacca di tre colpi Patrick Reed e a lui staccano un assegno da 4,88 milioni di dollari. In Spagna diventa un caso: mai nessuno sportivo iberico aveva vinto tanto in un giorno solo, nemmeno Rafa Nadal.
Il bis nel 2023 in Scozia in una gara delle International Series sotto l’egida Asian Tour. Dalla gara al Fairmont St Andrews, Eugenio torna con vittoria e 1,5 milioni di dollari.
In tre anni con gli arabi il madrileno gioca in tutto 34 eventi. Circa quattordici settimane all’anno. Poche per un ventenne predestinato e tanta fame di golf. La fame (legittima) di dollari Eugenio López-Chacarra l’ha placata. Così, il contratto scade e nessuna delle due parti si fa viva per rinnovare. Lui rinuncia al Promotion Events, la versione LIV della Qualifyng school. Lo fa perché ha una carta per l’Asian Tour ma lui ha in testa solo il PGA Tour. Sauditi e americani sono in guerra e chi gioca sul LIV deve scontare un anno di squalifica prima di ripresentarsi sul PGA. Sino al 22 settembre 2025 lo spagnolo non potrà giocare sul Tour o in qualsiasi circuito satellite.
“Il PGA ti cambia la vita, dal LIV solo soldi”
Oggi i motivi della sua scelta sembrano sinceri: i soldi non sono tutto. “In questi anni – ha detto a elperiodigolf.com – ho visto cosa significa vincere sul PGA e come ti cambia la vita. Lì conquisti fama e punti nel ranking. Se vinci o se perdi sul LIV non succede nulla: ci sono solo soldi, a prescindere dal risultato. La mia vita non la cambiano i soldi, la cambierà giocare alle Hawai e competere nei Major, qualificarmi per il Masters e la Ryder Cup”.
Il dente avvelenato con gli arabi, sotto sotto, c’è. “Quando ho firmato il contratto mi avevano garantito che saremmo rientrati nel world ranking e nei Major. Niente. Mi sono fidato, ho sbagliato. Devo tutto al LIV ma ora che mi sono liberato sono tornato ad essere il giocatore di prima”.
Dal canto suo il LIV Golf Tour tira dritto. I Fireballs hanno ingaggiato un clone di Eugenio: nella squadra è entrato Luis Masaveu, 22enne di Madrid, professionista da ottobre dopo una brillante carriera da amateur. Masaveu si unisce ai connazionali Sergio Garcia e David Puig. Il quarto è il messicano Abraham Ancer.
Il paragone con Ludvig Aberg
Lo spagnolo ha anche ben chiaro un termine di paragone: la sua carriera e quella di Ludvig Aberg. Lo svedese ha un anno in più di lui ma lo stesso numero di vittorie (Aberg ha vinto in Svizzera sul DP World Tour e una volta sul PGA Tour). Aberg però ha giocato e vinto una Ryder Cup ed è sesto nel ranking mondiale.
“Quando ho vinto nessuno mi ha mai trattato da vincitore. Io e Aberg abbiamo carriere simili ma lui ha molta più esperienza nonostante abbiamo le stesse vittorie. Tutti parlano di lui però. Nel LIV sono l’unico giovane ad aver vinto ma non parlano mai di me. Parlano sempre degli stessi ragazzi. Non li biasimo ma non si preoccupano molto dei giovani”.