Scottie Scheffler da numero 1 al mondo prova un nuovo grip

Può un numero uno al mondo volere essere ancora più numero uno al mondo? Se la domanda venisse posta a Scottie Scheffler la risposta sarebbe schietta e diretta: “Sì”. Il campione americano sta giocando all’Hero World Challenge alle Bahamas cambiando il modo di puttare. Scheffler sta testando la tecnica del claw grip, quella scelta anche da Matteo Manassero per intenderci.

Nel claw grip si appoggia il bastone tra il pollice destro e le dita, con l’indice sinistro puntato verso il basso lungo l’asta. Si tratta di un metodo di impugnare il putter che consente alle spalle di gestire l’intero movimento, liberando l’azione delle mani. Ne dovrebbe risultare un putt più fluido del solito, soprattutto su green veloci. E’ un sistema che venne alla ribalta nel 2003 grazie a Mark O’Meara. Nel corso degli anni quel grip è stato la fortuna di Sergio Garcia, Justin Rose, Tommy Fleetwood e Tony Finau. Ha lavorato anche con i fratelli Molinari, con Montgomerie e con McIlroy.

Il punto “meno forte” di Scottie Scheffler

Come ogni grip implica tempo e allenamento. Si tratta di cambiare l’approccio al modo di puttare, di cambiare una routine sul green che magari va avanti da anni. Insomma, non proprio semplice come approccio.

Phil Kenion al Meeting PGAI 2019 (Foto Scaccini/Pons)

Eppure Scheffler ci sta pensando. Gli espertissimi individuano proprio nel putt il suo punto debole. Meglio: il suo punto meno forte. Stiamo infatti parlando di un professionista che la scorsa stagione ha vinto il Masters più la medaglia d’oro alle Olimpiadi più sei gare sul PGA Tour.

Dietro a questo tentativo di migliorare ulteriormente c’è Phil Kenyon, puttin coach inglese tra i più conosciuti al mondo.

Solo sui putt più corti

A precisa domanda, in conferenza stampa il numero uno al mondo non si è nascosto. “Quest’anno ci avevo pensato di tanto in tanto al claw grip – ha risposto Scottie Scheffler – ed era qualcosa che avevamo messo da parte per la fine della stagione. Questa settimana ritenevo fosse quella giusta perché un conto è provare cose semplici a casa in allenamento, un altro è testarle durante una competzione Mi è piaciuto molto il modo in cui mi sono sentito, ho avvertito alcuni miglioramenti nel mio movimento.”

Da professionista che conosce il suo gioco, Scheffler non stravolge del tutto il suo modo di puttare. Dalla lunga distanza all’Hero World Challenge ha usato il solito grip in quando ritiene di poter controllare meglio la velocità della pallina. Da vicino invece… si applica.