La trisomia 18 gli porta via la figlia e lui conquista la carta per il PGA Tour

NAPA (California), Hayden Springer (Foto di JED JACOBSOHN / Getty Images via AFP)

Andata e ritorno dall’inferno in un mese: nella settimana che porta al Natale accade anche questo. Accade che Hayden Springer, giovane pro statunitense, perda la figlia di tre anni il 13 novembre e che il 17 dicembre conquisti per la prima volta la carta per il PGA Tour (ossia il diritto di giocare il prossimo anno nella Serie A del golf mondiale, ndr) . Così potrà far crescere la secondogenita Annie e finanziare “Extra To love”, la fondazione sulla trisomia 18.

di Sauro Legramandi

Quella malattia genetica gli ha portato via la più bella cosa che un uomo possa avere. Niente e nessuno riporterà indietro la piccola Sage ma, con quello che guadagnerà, il 26enne del Tennessee potrà far avvicinare il giorno in cui la trisomia 18 diventerà compatibile con una vita dignitosa.

Che cosa è la trisomia 18

Conosciuta anche come sindrome di Edwards, la trisomia 18 è una malattia genetica segnata dalla presenza di un terzo cromosoma 18 nelle cellule. Chi ne è colpito ha 47 cromosomi anziché 46. La scienza non ha dubbi: si tratta di una situazione incompatibile come un’esistenza normale. Le statistiche sono impietose: non si va oltre il primo anno di età ma spesso fatali sono le prime settimane e, in certi casi, le prime ore.

Sage Springer è stata una campionessa. Una combattente. Ai suoi genitori avevano detto che difficilmente sarebbe uscita viva dall’ospedale di Dallas dov’era venuta al mondo il primo ottobre 2020 dopo un parto cesareo.

A quattro mesi, il 17 gennaio 2021 ha subito un intervento al cuore durato 15 ore. Quindi ha passato altre otto settimane ricoverata ma alla fine quell’ospedale l’ha lasciato. E ha lasciato anche un bellissimo ricordo in tutte le persone che l’hanno conosciuta in questo battito di ciglia passato sulla terra. “Era molto gioiosa, amava la vita” ha detto la mamma Emma a margine della gara a Ponte Vedra dove è cambiata la vita golfistica del marito. “Credo che Sage possa avere ispirato gioia e voglia di vivere in molte persone. Chi la guardava sorrideva. E lei ricambiava”.

Hayden ed Emma Springer con la piccola Sage (foto Instagram)

Emma, infermiera professionale ed appassionata di golf al college, ha le idee chiare. “Sage ha dimostrato che la trisomia 18 è compatibile con la vita normale, puoi sorridere ed essere felice. Vogliamo far sapere – ha dichiarato alla NBC – che Sage stava imparando alcuni movimenti e che ha portato un’immensa gioia a tutti noi”. Da qui l’impegno in prima persona in Extra to love, dove extra sta per quel cromosoma in più.

“Chiudevo gli occhi e vede Sage”

 
Hayden Springer, originario di Nashville e numero 486 del ranking mondiale, è diventato professionista nel momento peggiore della storia del golf. Era il 2019, alla vigilia della pandemia. Anni difficili tra circuiti minori e gare in America Latina. Fino a lunedì il giovane Hadyen si era tolto solo due grandi soddisfazioni. La prima è stata la qualificazione allo US Open 2021 a Torry Pines (non passò il taglio). La seconda è la vittoria a settembre a Calgary nel Fortinet Cup Championship. Questo successo (il secondo da professionista) gli avrebbe garantito la carta 2024 per il Korn Ferry Tour, secondo circuito americano dove si macinano tanti chilometri ma si portano a casa pochi dollari.

Il destino ha deciso in altro modo. Per la prima volta dal 2012 i vertici del PGA Tour hanno ripristinato quest’anno la qualifying school (una gara di spareggio con in palio la carta): Hayden Springer ha partecipato e ha conquistato la carta. Lunedì 18 dicembre, a Ponte Vedra (Florida) sul percorso di TPC Sawgrass ha chiuso a -8, in quarta posizione a pari merito con il messicano Raul Pereda.

A seguirlo, dietro le corde, la moglie e la secondogenita di un anno, Annie. C’era anche Sage. Eccome se c’era. “L’ho pensata in campo, proprio quando sei più sotto pressione e devi essere il meno emotivo possibile per non sbagliare. Eppure chiudevo gli occhi e vedevo Sage sorridermi. Non pensavo al golf, non pensavo all’ultimo colpo o al prossimo. Pensavo solo a lei e al suo sorriso”.