Alessandra Donati è un’appassionata di sport e di golf. E’ un’atleta paralimpica. Le “sue caratteristiche” non le impediscono di girare l’Italia per giocare e per abbattere quelle barriere che ancora esistono tra “noi” e “loro”. Ai lettori una raccomandazione: condividete questo post e abbattete anche voi quelle barriere. (sl)
di Alessandra Donati
L’idea di girare un video dove gioco a golf mi è venuta quando l’European Disabled Golf Association (EDGA) ha deciso di scegliere degli Advocate tra i propri giocatori di varie nazionalità. L’intenzione era promuovere il golf paralimpico nella nazione di appartenenza. Io ero tra questi.
L’EDGA è il corrispondente dell’European Golf Association per il golf paralimpico. E’ l’ente che rilascia il pass medico ai giocatori per poter partecipare alle gare internazionali (non tutte le disabilità sono riconosciute valide per poter avere lo status di giocatore), organizza gli Open Disabili in Europa in collaborazione con le varie federazioni nazionali e un Campionato Europeo sia individuale che a squadre.
EDGA studia assieme a R&A le eventuali modifiche delle regole di gioco per golfisti disabili ed un ranking mondiale denominato WR4GD, visualizzabile sul sito del World Amateur Golf Ranking.
L’idea del presidente Tony Bennett è quella di considerare il golf paralimpico come una parte integrante del golf cosiddetto regular.
“Siamo atleti, non casi da studiare”
Certamente ognuno di noi ha a che fare con le proprie caratteristiche (non mi va di chiamarla disabilità) e quindi ci sono giocatori di vari livelli. L’importante è metterci impegno e serietà, considerarsi atleti come gli altri e non fenomeni o casi di studio o, peggio, casi umani.
Ho iniziato a giocare a golf quasi dieci anni fa, più per poter stare all’aria aperta facendo un po’ di attività fisica. Mai mi sarei immaginata di arrivare a questo punto! Ora divido la mia giornata tra il lavoro di banca e gli allenamenti al Golf Club Le Fonti di Castel San Pietro.
“Il golf, lo sport più inclusivo”
Quando iniziai a giocare nessuno era in grado di darmi informazioni sul golf per disabili. Ricordo che la prima gara per golfisti disabili la giocai in Francia. Ora le cose sono migliorate molto: Federgolf ha un referente per il settore paralimpico (l’amico Edoardo Biagi). Vi è anche un tour nazionale organizzato dall’Associazione Italiana Disabili Golfisti dove anche io partecipo.
Trovo che lo sport sia un motore incredibile. Prima di tutto aiuta il disabile ad accettare se stesso, e poi ha un effetto di normalizzazione agli occhi dei normodotati, abbattendo quella barriera che fa sì che ancora si parli di noi e loro. Il mio sogno è che si arrivi a dire solo noi.
Credo che il golf sia uno degli sport più inclusivi in assoluto: giocatori normodotati e disabili giocano le gare amatoriali assieme (ad esclusione delle gare nazionali ed internazionali riservate solo ai giocatori paralimpici).
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