di Sauro Legramandi – @Sauro71
Ogni occasione è quella buona per giocare a golf a Castelfalfi. L’inaugurazione della nuova clubhouse è il miglior assist possibile per tornare in questa oasi tra le colline toscane. Più che un’oasi sembra a volte di stare in una valle. La valle del golf di Castelfalfi è la cartolina che resta in mente alzando gli occhi al cielo sui green della buca 1 e della buca 10. Da lì si vede un’impressionante corona di alberi e la rocca del castello, arroccato su uno sperone a 272 metri sul mare.
Il campo da golf
Una gran bel colpo d’occhio per uno dei campi da golf annoverati tra i più belli d’Italia. Belle e sicuramente difficili le 18 buche del Mountain Course giocate in un sabato d’inizio ottobre passando da pioggia e vento a un timido sole. Di facile c’è ben poco da queste parti: nemmeno i par 3 sono da prendere sotto gamba per chi ha un handicap basso, figuriamoci per chi naviga oltre il 20. Da provare, fra le tante, la 12 che più di una buca sembra la parete di una collina delle Prealpi.
Castelfalfi è il club più grande della Toscana con le sue 27 buche che si snodano su 270 ettari con qualcosa come 9.400 metri di pendio immersi tra centinaia di alberi. Fiore all’occhiello la certificazione ambientale GEO. Grazie al clima mite si può giocare quasi tutto l’anno.
I percorsi sono due. Il più impegnativo – certamente non da classico resort – è il Mountain Course il cui nome riflette la topografia della valle del golf: sono 6.351 metri “suddivisi” in 18 buche. Questo par 72 è stato ristrutturato nell’agosto 2010 dagli architetti Moroder e Preissmann. Lo si gioca girando tra boschi, ulivi e vigneti: si alternano (rari) momenti di relax con scorci impagabili ad altri che preoccupano quando la buca si arrampica sulla collina
Più abbordabile il Lake Course: il 9 buche par 37 inaugurato nel novembre 2011 è lungo 3.171 metri ed è stato pensato dagli stessi architetti. Stavolta è l’acqua a entrare in gioco più spesso, con i canneti che fanno da sfondo ad alcuni green.
“Del vecchio tracciato è rimasta solo la direzione di alcune buche. Abbiamo potuto spaziare – spiega Wilfried Moroder – su un’area di 275 ettari, con una natura molto ricca e varia che abbiamo assecondato con pochissimi movimenti terra”.
La nuova clubhouse
A un percorso simile si abbina da qualche mese una clubhouse all’altezza. Realizzata dallo studio di architettura General Planning, la struttura è l’evoluzione di uno dei tanti casali della valle del golf di Castelfalfi. Il prescelto, nella fattispecie, si chiama Poggionero: la struttura risponde ai criteri di bioedilizia e il suo concept arriva direttamente dal castello medievale, oltre che dalla meravigliosa incontaminata natura circostante.
L’edificio e le sue grandi vetrate sono immerse nel campo da golf: dall’area lounge, dall’area ristoro o dalle terrazze il Mountain Course è sempre presente, quasi a ricordare un appuntamento con la sfida. Al suo interno bar, snack bar e ristorante riservano una corsia preferenziale all’orto biologico della tenuta, agli ingredienti di provenienza locale e al pescato mediterraneo. Immancabile (e buono) uno dei vini autoctoni, il Poggionero, un blend Merlot, Cabernet Sauvignon e Alicante.
A tenere a battesimo la nuova clubhouse Joe Miller, World Long Drive Champion 2010 e 2016.
La storia
Questa porzione della Valdelsa fu terra di etruschi circa 2.500 anni fa. A Roma non piaceva Castelfalfi, ai Longobardi sì al punto da costruirvi prima una torre nel VI secolo e poi trasformarla in fortilizio. Il nome arriva da Faolfi, il primo longobardo a mettere radici stabili da queste parti: da Castrum Faolfi a Castelfalfi il passo è stato breve.
Del castello attuale si ha la prima notizia certa nel 754 quando Walfredo di Ratgauso della Gherardesca cedette parte del borgo alla Badia di Monteverdi in Maremma. Quindi il passaggio alla Chiesa, a San Miniato e infine, dopo le guerre tra Medici e Siena, ai Medici-Tornaquinci che trasformarono la zona in campagna di ozio e relax.
Dal 5 stelle “Il Castelfalfi” alla Tabaccaia
Campo da golf e relativa clubhouse sono il versante “sportivo” del complesso che si snoda per 1.100 ettari nel territorio comunale di Montaione. Un borgo, quello di Castelfalfi, che si stava progressivamente spegnendo prima di venire acquisito nel 2007 dal colosso tedesco del turismo internazionale TUI AG.
Oggi la punta di diamante è l’hotel a cinque stelle “Il Castelfalfi – TUI BLUE Selection”, aperto nel marzo 2017. L’albergo riflette il rispetto per la natura che lo circonda, un rispetto dimostrato anche con l’abbondante uso di pietra e legno. Di livello le quattro piscine a disposizione, la spa e la possibilità di partecipare a corsi di cucina e degustazioni, di andare in cerca di tartufi o di fare un’escursione nella riserva della tenuta. Al suo interno cervi, cinghiali e mufloni.
Quattro e completamente differenti i ristoranti. Nel cinque stelle c’è “La via del sale” per clienti da tutto il mondo. In cima al castello il gourmet “La Rocca” mentre per serate conviviali c’è la trattoria e pizzeria “Il rosmarino”. E per i golfisti c’è il Poggionero.
Ricca di charme anche la Tabaccaia che da essiccatoio oggi è diventata un hotel a 4 stelle ricco di charme.
Nel 2019 per Castelfalfi è arrivato il riconoscimento di Best Golf Resort, in occasione degli World Luxury Hotel Awards.
Le parole
Di lavoro in quest’angolo di Valdelsa se n’è fatto molto ma altrettanto ce n’è in programma. “Il nostro obiettivo è allungare la stagione turistica a Castelfalfi – spiega Sebastian Ebel, membro del Supervisory Board del gruppo TUI AG – e sappiamo che è possibile. Questo è il primo cinque stelle luxury che abbiamo aperto in Italia e, nonostante il periodo difficile per il turismo, siamo pronti ad investire ancora perché ci crediamo”. Il progetto turistico più importante realizzato in Toscana negli ultimi vent’anni è stato apprezzato anche da Eugenio Giani, fresco presidente della Regione e intervenuto alla presentazione della clubhouse.
Ad Ebel fa eco Gerardo Solaro del Borgo, ceo della struttura toscana: “La nostra visione va oltre il concetto di resort – dichiara -. Grazie al lavoro svolto con il gm Di Franco e il sostegno del sindaco di Montaione, Paolo Pomponi, abbiamo creato una comunità dove pubblico e privato lavorano insieme su obiettivi comuni, una rara sinergia. E molto ancora rimane da fare”.
“Italy Golf Destination? Non siamo ancora pronti”: parola di tour operator
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