Nel Trump Store anche polo, marchini e cappelli da golf

L’attesa è finita: gli estimatori di Donald Trump possono comprare t-shirt, cappellini, berretti e marchini con l’effige dell’uomo più potente al mondo. Il presidente degli Stati Uniti d’America ha infatti aperto il Trump Store, negozio online per vendere gadgets e memorabilia non solo golfistici.

Donald Trump

Il berretto per giocare a golf “griffati”

La sua “Trump Organization” ha messo online un negozio online con articoli di abbigliamento firmati. Tra i vari souvenir con il nome del tycoon ci sono anche svariati accessori da golf e articoli da regalo. L’idea è sfruttare commercialmente il cognome della famiglia, casualmente a poco più di un mese da Natale.

Al “Trump Store” si arriva direttamente cliccando qua oppure passando dal sito della “Trump Organization”, contenitore di tutte le proprietà del presidente. Il negozio offre cappelli, borse, magliette e altri articoli simili a quelli che si possono già acquistare nei campi da golf e negli alberghi del gruppo. Online però anche di nuovi.

Trump Store

I marchini con i nomi dei campi di proprietà di Donald Trump

Molti dei prodotti visibili sul “Trump Store” sembrano essere stati fabbricati all’estero: su di loro campeggia la scritta Decorated in the USA piuttosto che Made in the USA. E la scelta non appare delle migliori, vista la politica portata avanti sinora da Donald Trump.

Trump Store

“Charlie the beagle”, il peluche della ‘discordia’

Nel Trump Store un cane che non convince…

Tra questi prodotti non proprio autoctoni pare ci sia anche Charlie the Beagle, un pupazzo di peluche lungo circa 30 centimetri con un nastro blu al collo con la scritta “Trump”. Il pupazzo è in vendita a 35 dollari ed è ispirato al cane (vero) di Eric e Lara Trump. Il peluche, sostiene l’emittente tv Cbs, ricorda molto da vicino un beagle offerto dal sito “Everything Branded” (in vendita a 7,61 dollari).

Scontato che a non tutti piaccia un’iniziativa come il “Trump Store”: secondo Kathleen Clark, avvocatessa specializzata in etica di governo, “rompe la norma di comportamento dei politici americani”. E quindi l’affondo: “Questa cosa paragonata a tutte le altre cose che ha fatto… non è tra le prime venti”.

E Trump parla di golf al Parlamento sudcoreano

Il diretto interessato è, fortunatamente, in “altre faccende affacendato”. A un anno dalla sua elezione, Trump è nel bel mezzo del viaggio in Asia e ieri ha fatto tappa a Seul dove ha parlato davanti al Parlamento. Nonostante la serietà dell’occasione, il commander-in-chief è riuscito a parlare di golf, pubblicizzando addirittura uno dei suoi resort nel New Jersey. Il presidente ha ricordato che il Sud ha potuto riprendersi dalla disastrosa Guerra di Corea (1950-53), “ricostruire se stesso” fino a realizzare “il sogno coreano”.

Trump ha quindi citato i successi del Sud fino ad arrivare al golf con giocatori e giocatrici ormai tra i più forti al mondo. A tal proposito ha citato lo U.S. Women’s Open 2017 al Trump National Golf Club di Bedminster, in New Jersey: la vincitrice Park Sung-hyun “era sudcoreana. Otto tra i top 10 erano sudcoreani e quattro nei top 5 erano sudcoreani” ha aggiunto, strappando l’applauso convinto.


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