La promessa di John Daly: “Non giocherò mai più per la USGA”

Eufemisticamente parlando diciamo che John Daly non l’ha proprio presa bene. Davanti al rifiuto della USGA di concedergli l’uso della golf car durante il Senior US Open di Denver, l’americano ha mandato tutti a quel paese. “Non giocherò mai più una gara organizzata dalla USGA, non mi meritano” ha detto John.

TUCSON John Daly impegnato nel Cologuard Classic 2018) (foto Afp)

TUCSON John Daly impegnato nel Cologuard Classic 2018 (foto Afp).

La vicenda nasce alla vigilia del Senior US Open quando il 52enne ha chiesto una deroga al regolamento dei professionisti: spostarsi a bordo del car durante la gara perché alle prese con un infortunio serio al ginocchio. Si tratta dei postumi di un incidente stradale accadutogli durante l’ultimo Augusta Masters quando una vettura si schiantò contro il suo camper. La botta non è stata ancora riassorbita del tutto e da qui la richiesta una esenzione per giocare la gara, citando anche la legge (Americans with Disabilities Act). Carte alla mano, dalla USGA (United States Golf Association) hanno risposto che le sue condizioni gli avrebbero permesso di camminare durante la gara. Non tutto era però scontato: gli organizzatori hanno lasciato però aperto uno spiraglio: “Abbiamo offerto al californiano la possibilità di produrre ulteriori informazioni sulle sue condizioni fisiche ma lunedì ci ha annunciato il ritiro dalla gara” si legge in una nota.

Un’altra promessa alla John Daly?

John Daly

John Daly.

Visto il personaggio quante probabilità ci sono affinché una simile promessa venga mantenuta? Chi vivrà vedrà. L’istrionico americano non è nuovo a uscite del genere. Narrano le cronache golfistiche che nel 1999 Daly sbatté la porta nel giro conclusivo dello US Open giocato a Pinehurst. Lo fece dopo aver colpito la pallina ancora in movimento alla buca 8 proprio come ha fatto Phil Mickleson qualche settimana fa. “Non ne vale la pena – disse all’epoca – La USGA fa di tutto per mettere in difficoltà i giocatori”. Nel mirino quella volta c’erano ancora gli organizzatori della gara, colpevoli a suo dire di aver piazzato bandiere troppo difficili.

Per la cronaca, Daly non fu squalificato per aver colpito la pallina in movimento: chiuse la buca 8 in 11 colpi (compresi i due di penalità) e il torneo a +13. Sempre per la cronaca, John Daly giocò lo US Open 2000 a Pebble Beach.

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