“Nella rete dello squalo Greg Norman finisce il pesce più grosso”. E’ il titolo azzeccato di un pezzo sul New York Post sull’ultima bomba che scuote il golf mondiale. Dopo quattro mesi di volontario esilio Phil Mickelson torna a parlare e lo fa per annunciare la sua partecipazione giovedì a Londra al LIV Golf Invitational, prima gara delle LIV Golf Series. Dopo 32 anni uno dei mostri sacri del golf saluta tutti e cambia circuito. E’ la fine di un’epoca.
di Sauro Legramandi
La gara di Londra rappresenta il debutto del circuito golfistico alternativo al PGA Tour, finanziato dal fondo sovrano saudita PIF e gestito da Greg Norman, ex numero uno al mondo e conosciuto come “lo squalo”.
— Phil Mickelson (@PhilMickelson) June 6, 2022
La notizia arriva come al solito via Twitter, con una lunga nota firmata da Lefty in persona. Mickelson prima si scusa ancora per le parole poco appropriate usate nei mesi scorsi e poi ringrazia il PGA Tour dove ha giocato per 32 anni. Quindi l’annuncio: “Sono entusiasta di iniziare con LIV Golf e apprezzo tutte le persone coinvolte. Ho anche intenzione di giocare i Major”. Nulla di più su eventuali gare del PGA.
Ufficialmente non trapela niente sull’assegno che LIVGol staccherà per Lefty. Ognuna delle LIV Series mette in palio 25 milioni di dollari da suddividere in un field di 48 giocatori con prima moneta di quattro milioni. Briciole per uno come Phil Mickelson, un pezzo di storia del golf che se ne va proprio come ha fatto qualche giorno fa Dustin Johnson.
DJ, 125 milioni di dollari per cambiare idea
Al cuore e ai dollari non si comanda: Dustin Johnson ne sa qualcosa. Dopo aver giurato amore eterno al PGA Tour nel febbraio 2022, DJ ha accettato nel maggio 2022 l’offerta di 125 milioni di dollari per passare alla SuperLega araba. E DJ non è uno qualsiasi: è stato numero uno al mondo per 135 settimane. Più di lui sul gradino più alto del golf terrestre ci sono rimasti solo Tiger Woods e Greg Norman.
“Dustin ci pensava da un paio d’anni. Alla fine ha deciso che si trattasse della miglior scelta per lui e per la sua famiglia”. Con queste parole il manager David Winkle ha spiegato l’inversione di rotta, lasciando il PGA Tour col cerino in mano. Jay Monahan, commissioner del circuito – per ora – più importante al mondo aveva promesso tolleranza zero per i professionisti in libera uscita. Costoro verranno ostracizzati: i “separatisti” saranno messi al bando dalle gare del PGA Tour e saranno esclusi dalla Ryder Cup. Il DP World Tour (ex European Tour) si è sintonizzato sulla stessa lunghezza d’onda.
Ora staremo a vedere se si passerà dalle parole ai fatti.
Chi perde la Ryder Cup di Roma
Tra i 48 professionisti attesi al Centurion Club alle porte di Londra c’è chi ha già dato il meglio di sé e chi potrebbe ancora darlo. Tra i primi Sergio Garcia e Ian The Postman Poulter che non potranno più essere eleggibili per le wild card di Ryder Cup a Roma 2023. L’austriaco Bernd Wiesberger oggi è il numero 94 al mondo ma ha tutte le carte in regola per conquistarsi sul campo la qualificazione al Marco Simone. Sulla carta stesso discorso per lo spagnolo Pablo Larrazabal (oggi 70esimo nel ranking). Incredibile la parabola di Lee Westwood, dato addirittura tra i potenziali capitani di Ryder Cup 2023 e ora fuori dai giochi, in campo e non.
Sul versante americano Zac Johnson perde un moschettiere come DJ (oggi 15 al mondo ma a secco di affermazioni da fine 2020), un possibile vice-capitano come Phil Mickelson e due potenziali giocatori (Kevin Na, numero 34 e Talor Gooch, 35). Il capitano di Team Usa, tutto sommato, non si metterà le mani nei capelli, vista l’abbondanza di top player statunitensi (dodici sui primi venti del mondo sono yankees).
Dustin Johnson, mister 74 mln di dollari vinti
A giocare con gli arabi saranno anche altri pro di primo piano come Louis Oosthuizen e Branden Grace ma nessuno ha l’appeal mediatico di Dustin Johnson. Un DJ che “tradisce” è una ferita gravissima per il PGA Tour. Siamo davanti a un golfista che ha vinto 24 volte sul Tour (tra cui due Major), portandosi a casa 74 milioni di dollari in montepremi in carriera.
Solamente Tiger Woods (121) e Phil Mickelson (95) hanno alzato più trofei. A questo gruzzolo vanno aggiunti i 27 milioni incassati in FedEx Cup (vinta). Dollari portano dollari: fuori dal campo, il compagno di Paulina Gretzy ha incassato poco più di cento milioni di dollari. Gli sponsor si chiamano TaylorMade, Adidas, Hublot, BodyArmor, RBC e Perfect Practice. Da questi va depennato l’assegno della Royal Bank of Canada (RBC), la prima a scaricarlo dopo il passaggio di circuito. Un gran rifiuto che non farà recedere DJ, visto l’ingaggio astronomico promesso da LivGolf.
Kevin Na anticipa tutti: “Lascio il PGA”
Kevin Na non ha nemmeno aspettato la reazione del PGA. Il 38enne ha salutato il circuito rinunciando alla carta e spiegando il gesto con un lungo comunicato.
“Per 19 anni ho giocato sul circuito e ne ho amato ogni minuto ma i recenti cambiamenti nel golf professionistico mi hanno portato a riconsiderare le mie opzioni – dice Na -. Vorrei la libertà di giocare dove voglio. Vorrei esercitare il mio diritto di free agent. Per rimanere un giocatore del PGA Tour, devo rinunciare al mio diritto di scegliere. Se decido di giocare dove e quando non posso rimanere un professionista del PGA Tour senza dover affrontare procedimenti disciplinari e azioni legali. Quindi mi dimetto dal PGA Tour a malincuore. Spero che le attuali politiche cambino.”