Alessandra Fanali illumina d’azzurro il golf alle Olimpiadi. Sarà lei l’unica italiana in gara da mercoledì a sabato a Le Golf National, il campo parigino dove l’americano Scheffler ha conquistato la medaglia d’oro. “Qui vince chi gioca bene da tee a green, bisogna essere sul pezzo” dice la 25enne.
Aperta parentesi: gli americani sognano un’altra doppietta come tre anni fa in Giappone quando vinsero Schauffele e Korda. Chiusa parentesi.
Si gioca sulle 72 buche, formula stroke play, senza taglio
Chi è Alessandra Fanali
Alessandra Fanali è la numero 1 del golf italiano e la 222 di quello mondiale. È nata ad Alatri e cresciuta a Fiuggi (Frosinone). Fanali è al 21esimo posto nell’ordine di merito del Ladies European Tour. Si è laureata in Sport Business all’Arizona State University.
“Sono sicuramente emozionata. Il campo è bellissimo e difficilissimo. La mia giocatrice preferita è sicuramente Lydia Ko, con lei anche Nelly Korda” spiega. E poi ammette di aver subito il fascino dell’Olimpiade. “Voglio godermi al massimo questa esperienza. Visiterò il villaggio olimpico e proverò ad andare a vedere qualche gara degli azzurri. Ho visto già il calendario, il 9 e il 10 cercherò di non perdermi le finali dell’atletica”.
Golf alle Olimpiadi, chi ci sarà
Il golf femminile alle Olimpiadi vedrà impegnate le più forti giocatrici al mondo. Infatti nel field, ci sono campionesse pluridecorate come Nelly Korda, leader del Rolex World Ranking e già oro ai Giochi di Tokyo. Proprio gli Stati Uniti, così come la Corea del Sud, schiereranno in campo ben tre giocatrici. Con la Korda ecco pure Lilia Vu (numero 2 al mondo) e Rose Zhang.
La Corea del Sud (sul gradino più alto nel 2016 con Inbee Park) risponde con Jin Young Ko, Amy Yang e Hyo Joo Kim.
In tutto saranno invece 23 le nazioni con due proette in gara, otto quelle con una.
Tra le protagoniste più attese c’è anche Lydia Ko. La 27enne neozelandese (che nel febbraio 2015, all’età di 17 anni, 9 mesi e 8 giorni, diventò la più giovane golfista di sempre a raggiungere la vetta del ranking) ambisce a raggiungere l’ennesima impresa. Medaglia d’argento nel 2016, bronzo a Tokyo, ora ha come obiettivo la medaglia d’oro.
La Francia si affida invece a Celine Boutier e a Perrine Delacour, la Cina a Ruoning Yin e a Xiyu Lin, l’Australia a Minjee Lee e a Hannah Green. Quindi la Thailandia ad Atthaya Thitikul e a Patty Tavatanakit. Mentre il Giappone spera in Yuka Saso e Miyu Yamashita. Riflettori puntati pure sulle svedesi Maja Stark e Linn Grant.
E ancora: sulle britanniche Charley Hull (la proette paragonata a John Daly) e Georgia Hall, sulla canadese Brooke Mackenzie Henderson, sulle messicane Gaby Lopez e Maria Fassi, sulle irlandesi Leona Maguire e Stephanie Madow, sulle spagnole Carlota Ciganda e Azahara Muñoz.
Una porcellana al posto dell’oro
A distanza di 124 anni dall’affermazione di Margaret Abbott la compagine a stelle e strisce cerca un altro trionfo proprio a Parigi. A proposito: nel 1900 Margaret Abbott vinse il torneo senza sapere mai si trattasse delle Olimpiadi. L’americana fu premiata con una ciotola di porcellana visto che le medaglie vennero assegnate dall’edizione di Saint Louis 1904 in poi.