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Superlega del golf, quo vadis?

superlega del golf

Se le parole (e sottolineo se) hanno ancora un peso Greg Norman non starà dormendo sonni tranquillissimi. La Superlega del golf da lui presieduta ha perso in poche ore i due nomi di maggior appeal. E senza i big un circuito mondiale come fa a partire prima e a stare in piedi?

Nel weekend che ha visto i migliori golfisti del mondo impegnati al Genesis Invitational, la Superlega ha incassato due “no grazie” pesantissimi. A fare un passo indietro sono stati Bryson DeChambeau (candidato numero uno a fare il salto di circuito in virtù dell’offerta incredibile di 135 milioni di dollari) e Dustin Johnson. Dell’ex numero uno al mondo il PGA Tour ha addirittura pubblicato sui propri social lo statement, la dichiarazione d’amore eterno al circuito Usa. Una scelta comunicativa, questa, che la dice abbastanza lunga sull’aria che tirava a Ponte Vedra Beach fino a una manciata di ore fa.

Il fondo sovrano arabo Pif, principale finanziatore della Superlega araba, dovrà farsene una ragione. Bryson DeChambeau si è chiamato fuori dal progetto di un circuito alternativo e milionario. “Nonostante le speculazioni di questo mese – ha twittato – voglio chiarire che fino a quando i migliori giocatori rimarranno sul PGA Tour, non mi muoverò da qui”. Una frase netta che fa il pari con questa dichiarazione d’intenti di Dustin Johnson. “E’ arrivato il momento di dire basta a questi rumors. Sono pienamente impegnato sul PGA Tour e mi sento davvero onorato di poter continuare a giocare sul miglior circuito al mondo”.

Superlega, i no grazie sono sempre di più


Dei primi quindici giocatori oggi al mondo la Superlega, con questi ultimi due, ha già incassato sette no (di Jon Rahm, Collin Morikawa, Rory McIlroy, Brooks Koepka e Justin Thomas i precedenti). Aggiungiamoci pure Viktor Hovland, così giovane e così forte da non buttar via gare e Ryder Cup in cambio di tanti petroldollari. E siamo ad otto professionisti che rimangono sui tour “classici”.

ORLANDO Bryson DeChambeau all’Arnold Palmer Invitational nel marzo 2021 (Foto di Mike Ehrmann / Getty Images via AFP).

Con tutto il rispetto dovuto difficile pensare di far concorrenza a PGA Tour e, in scia, a DP World Tour puntando su Scottie Sheffler, Xander Shauffele, Hideki Matsuyama o Patrick Cantlay. Un caso del tutto a parte quello di Phil Mickelson, dato per sicuro giocatore della SuperLega ma ora pare abbia fatto trasparire quell’intenzione per un trattamento migliore dal PGA.

Sferzante il commento a caldo di Rory McIlroy. “I sogni della Superlega sono svaniti, morti”..


Ripeto: quanto sopra vale SE e SOLO SE le parole hanno ancora un peso. Altrimenti ne vedremo delle belle…

E spunta l’ipotesi Trump

Una di queste belle arriva direttamente dal Washington Post: secondo il quotidiano statunitense la Liv Golf Investments (promotrice della Superlega) è in trattative con la Trump Organization per far sì che eventi della Superlega araba possano disputarsi su campi di proprietà dell’ex presidente degli Stati
Uniti. Greg Norman vuole portare la Superlega addirittura in America, sui percorsi di Trump in Florida e a Washington.


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