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Llanymynech Golf Club, la terra di mezzo tra Inghilterra e Galles

Anche il golf ha la sua terra di mezzo. Lo scenario degno della saga di J.R.R. Tolkien è nella contea inglese dello Shropshire con il Llanymynech Golf Club, nel centro abitato di Oswestry. Si tratta di 18 buche d’altri tempi al confine tra Galles e Inghilterra. In particolare due buche sono completamente sul suolo inglese, 15 completamente su quello gallese e una esattamente divisa a metà. Il tee della 4 è in suolo gallese, il green nelle terre della Regina Elisabetta.

La buca 4 del Llanymynech Golf Club: "Drive in Wales / Putt in England"

La buca 4 del Llanymynech Golf Club: “Drive in Wales / Putt in England”

Una bella storia tra folklore e colore fin quando non è arrivato lui, non Sauron bensì il Covid-19. Il lockdown è scattato quasi in contemporanea tra Londra e Cardiff. Lo stesso non si può dire per la fase 2 con Londra più celere nella ripartenza. Come fare quindi con le 15 buche e mezzo in Galles?

Llanymynech Golf Club, l’ardua scelta

A trovarsi di fronte al bivio è stato il presidente del Llanymynech Golf Club, Sandy Johnson, solerte a chiedere una consulenza legale per proteggere soci e appassionati da eventuali sanzioni pecuniarie o misure restrittive fino all’arresto.
“Non vogliamo che nessun socio venga arrestato e non intendiamo tenere aperte solamente due buche e mezzo del Club”, le prime parole di Johnson. Una diatriba superata poi dalla luce verde accesa per i circoli anche dal governo gallese per quel che riguarda le riaperture, “a discrezione e con effetto immediato”. Con la Wales Golf Federation che ha però invitato i club ad aspettare il 18 maggio per attenersi nella giusta misura al protocollo di massima sicurezza.

Qualche circolo inglese non riaprirà

Ripartenza con incognite in Galles, mentre in Inghilterra s’è assistito da subito a un boom di prenotazioni. Si è tornati infatti a giocare in quasi e tutti i campi dal golf della nazione tra hole-in-one – la prima sul tee della buca 1 dello Styal Golf Club nel Cheshire – e distanziamento di almeno due metri da un giocatore e l’altro.

Sì al golf ma non in tutto il Regno Unito, dove la questione resta complicata. In Irlanda del Nord e in Scozia non è ancora consentito giocare e ora i circoli rischiano di andare incontro a una crisi, anche economica, irreversibile. In Scozia, la patria del golf, la vicenda è davvero complessa. Nella terra dell’Old Course di St.Andrews, tanti circoli dopo otto settimane di stop forzato sono sull’orlo dell’abisso finanziario. “Siamo a conoscenza di almeno tre club alle prese con difficoltà incredibili”, l’allarme lanciato da Roy Thomson, esponente della Border Golfers Association.

Le proette già in campo in SudCorea

Il golf è ripartito con i tornei ufficiali in Corea del Sud. A fare da apripista il KLPGA Championship,  promosso da uno dei principali circuiti professionistici a livello femminile. A Yangju l’evento si svolge a porte chiuse e in testa  (-5), dopo il primo round, ci sono tre giocatrici: Bae Seon Woo, Kim Char-young2 e Hyun Se-lin.

YANGIU La sudcorena Lee Bo-mee impegnata nel primo giro del KLPGA Championship al Lakewood Country Club (Foto di Jung Yeon-je / AFP).

In campo i caddies sono tutti muniti di mascherina, non obbligatoria però per le proette, alcune senza dispositivi di protezione sul volto. A disposizione delle giocatrici anche salviette e gel disinfettante. E la ripresa, senza pubblico, ha diviso le protagoniste. “Ho realizzato un eagle – dice la sudcoreana Choi Hye-jin, campionessa in carica – e non sapevo come celebrarla senza gli applausi del pubblico. Anche se devo dire che, senza distrazioni, è stato più facile trovare la concentrazione”.

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