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Team Usa pagato per giocare in Ryder Cup: finisce un’era nel golf

E alla fine è arrivata la pietra tombale su 97 anni di spirito di Ryder Cup. PGA of America ha di fatto ceduto alle richieste dei professionisti di Team Usa. Da Bethpage 2025 pagherà uno stipendio di 200mila dollari a capitano, vice-capitani, assistenti e giocatori della squadra statunitense

Oltre all’ingaggio giocatori e capitano riceveranno 300mila dollari da destinare in beneficenza. Ancora da quantificare ma sicuramente minore sarà la cifra per i vice-capitani e per gli assistenti. Keegan Bradley, numero uno di Team Usa, ha già comunicato di girare quei 500mila dollari a chi ne ha veramente bisogno. Ricordiamo che dal 1999 al 2023 ad ogni giocatore Usa è stato riconosciuto un gettone di presenza da 200mila dollari sempre da girare ad enti benefici.

A chiudere un’era nel golf e nella Ryder Cup è un comunicato di PGA of America, un testo annunciato e atteso da diverse settimane. Come scritto ieri, d’ora in poi ci saranno due diverse concezioni di Ryder in campo: la formazione europea che scenderà in campo a titolo gratuito per fare la storia, i colleghi a stelle e strisce che lo faranno per (altri) soldi e per fare la storia. Intatto (e pari a zero) il montepremi della sfida tra i due continenti.

“Nessuna richiesta dai giocatori di Team Usa”

E’ un comunicato con un pizzico di ipocrisia quello che apre i cordoni della borsa statunitense. Si legge infatti che l’ingaggio viene riconosciuto “sebbene nessun giocatore abbia chiesto di essere compensato”. Siamo seri, dai: vi pare possibile che, casualmente dopo i fatti di Roma 2023, il ceo di PGA of America decida di firmare assegni per un totale di 6,5 milioni di dollari senza un input esterno? E ancora: lascia un po’ perplessi che nessuno abbia mai smentito (giocatori in primis) la voce sul cambio di rotta, un dietrofront trapelato circa un mese fa.

“Hats off to your bank account”: con questo coro e sventolando il cappellino i tifosi europei hanno accolto Patrick Cantlay alla buca 16 nel fourball di sabato alla Ryder Cup 2023. (Foto di Alberto PIZZOLI / AFP)

“I giocatori e i capitani, del passato e gli attuali, hanno fatto grande la Ryder Cup, l’hanno fatta diventare la competizione più speciale del golf e uno degli eventi più richiesti sulla scena sportiva internazionale -scrive la PGA -. (…) Il golf è da tempo un veicolo per fare del bene ed è emozionante immaginare l’impatto che i membri della squadra statunitense avranno su cause meritevoli in tutto il Paese, comprese le numerose iniziative che sostengono la crescita del golf “.

Niente di nuovo sul fronte europeo


Il giro d’affari di un evento simile è immenso. A Roma è stato generato un indotto di 262 milioni di euro. Il tour europeo ha una quota in Ryder Cup Europe: i ricavi delle edizioni giocate in Europa hanno un peso notevole nei bilanci del circuito sponsorizzato da DP World (con sede negli Emirati Arabi Uniti). Negli States ad organizzare tocca a PGA of America che versa il 20% dei guadagni al PGA Tour.

Justin Rose dopo il putt del pareggio nel fourball d’esordio al Marco Simone (Foto di Paul ELLIS / AFP)

Niente di fuori sul fronte europeo. Resta la linea dettata da Rory McIlroy, Shane Lowry e Justin Rose, ossia quella che recita che giocare la Ryder Cup è un onore e non ha prezzo.

Il nordirlandese in particolare in tempi non sospetti ha spiegato che “nel golf le due competizioni più pure sono la Ryder Cup e le Olimpiadi. La loro purezza sta nel fatto di non esserci di mezzo soldi.”

Non resta che attendere New York 2025 dove tra biglietti esorbitanti, volontari che dovranno pagare per esserlo e tanta voglia di vittorie (Team Europe ha vinto 10 delle ultime 14 Ryder Cup) di certo i giocatori di Team dovranno anche dormire con il cappellino in testa.


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