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Nel colosseo della Ryder Cup McIlroy e Rahm gladiatori, Fowler e Spieth vittime sacrificali

Prima di mandare in soffitta un’edizione da incorniciare cerchiamo qualche numero e qualche giudizio sulla Ryder Cup 2023. Nel colosseo allestito al Marco Simone, il protagonista è sicuramente Rory McIlroy, gladiatore dentro e fuori dal green. Lui ha guidato il triumvirato dei più forti, ossia i meglio piazzati nel world ranking. Un gradino più sotto Jon Rahm. Degli ospiti si salva solo Max Homa.

I tre giocatori di Team Usa più alti nel ranking mondiale sono Scheffler (numero 1), Cantlay (5) e Schauffele (6). Il terzetto è tornato in patria con un totale di quattro punti (3 vittorie piene, 7 sconfitte, 2). I pari grado del Vecchio Continente (McIlroy 2, Rahm 3, Hovland 4) hanno firmato 10,5 punti (9-2-3).

Con quella di Roma, Team Europe ha vinto sette delle ultime otto Ryder giocate sul territorio europeo e otto delle ultime undici in assoluto. E’ il successo numero 12 da quando, nel 1979, gli Stati Uniti sfidano tutta l’Europa.

 

1. Rory McIlroy (4 vittorie -1 sconfitta -0 pareggi)

Rory McIlroy durante i singoli (Foto ANSA/ETTORE FERRARI)

Per mille e passa motivi è il simbolo dell’Europa vincente. Oltre ad essere fortissimo (dettaglio non trascurabile), ci mette sempre la faccia sia nella cattiva sorte (Whistling Straits) che nella buona (Marco Simone). Con LaCava ha rischiato di metterci altro oltre alla faccia. Ha trascinato i compagni in campo e fuori, lo si percepisce già come leader almeno per altre due edizioni. Il 36enne ha sfiorato il record di cinque punti conquistato da Francesco Molinari ma ha tempo per riprovarci. Mai così bene in Ryder.

2. Jon Rahm (2-0-2)

Jon Rahm in aperta di terza giornata di Ryder Cup a Roma (foto ANSA/FABIO FRUSTACI)

Uno tra i più amati dal pubblico e lui ricambia passione e tifo sul green. Venerdì pomeriggio ha raddrizzato il foursome con due birdie nelle ultime tre buche. Decisivo, alla fine, il pareggio di domenica contro il numero uno al mondo sempre in cerca di rivincite.

3. Viktor Hovland (3-1-1)

Viktor Hovland sulla buca 15 nel foursome vittorioso di venerdì (Foto di Andreas SOLARO / AFP)

Seconda apparizione e già un posto per sempre negli almanacchi per aver asfaltato 9&7 Scheffler e Koepka sabato mattina. In campo non ha mai dato segnali di tensione o indecisione. Dodo Molinari lo ha sempre spronato. Pesante il punto di domenica.

4. Tyrrell Hatton (3-0-1)

Arrivato a Roma quasi da comprimario ha vinto tre punti, giocando sempre meglio. Ha infiammato il pubblico sia nell’incitare I compagni. Da “comune amateur” le sue arrabbiature per qualche putt fallito. Uno di noi.
 

5. Max Homa (3-1-1)

Max Homa e Brian Harman dopo aver vinto il foursome sabato (foto ANSA/ETTORE FERRARI)

Di gran lunga un guerriero e il miglior giocatore di Team Usa. Gli piacciono queste competizioni: alla President Cup ha vinto quattro punti su quattro, al Marco Simone è stato l’ultimo ad arrendersi. Lo vediamo già a Bethpage 2025.


6. Tommy Fleetwood (3-1-0)

Tommy Fleetwood nel foursome di sabato (Foto ANSA/ETTORE FERRARI)

Il più sorridente tra tutti gli europei. Non lascia trasparire la tensione e ha un feeling tutto suo con gioco corto e pubblico. Un altro già nella storia della Ryder per aver chiuso la i giochi della 44esima edizione della trofero alla buca 16. Siamo curiosi di sapere cosa gli ha sussurrato domenica mattina Olazabal in puttin green. Un abbraccio molto intenso. E si è finalmente tolto lo sfizio di vincere un singolo (ne aveva giocati e persi due).

7. Patrick Cantlay (2-2-0)

Patrick Cantlay dopo aver battuto McIlroy e Fitzpatrick sabato pomeriggio (Foto di Alberto PIZZOLI / AFP)

Gran bel giocatore, da discutere come uomo. Ha servito la patria a titolo gratuito. E poi si è sposato: congratulazioni.

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8. Justin Rose (1-1-1)

Justin Rose nel fourball di venerdì (Foto di Paul ELLIS / AFP)

Forse alla sua ultima Ryder Cup da giocatore, il 43enne Rose ha dato fondo a tutta la sua esperienza e ne è uscito a testa alta. Quando il gioco si è fatto duro lui c’era, principalmente nei fourball.

9. Shane Lowry (1-1-1)

Alla vigilia in molti storcevamo il naso ma l’irlandese ha fatto il suo, forse più come spogliatoio che in campo. Ma oramai lo sappiamo: la Ryder Cup si vince da squadra, non da singoli.

10. Brian Harman (2-2-0)

Gran coppia con Homa, con due punti vinti nella giornata di sabato. Domenica ha fatto il possibile contro Hatton veramente ispirato.

11. Ludvig Aberg (2-2-0)

Cinque mesi fa giocava al college. Ora ha vinto la Ryder Cup 2023, umiliando due big come Scheffler e Koepka. Mai un sorriso di troppo. Quella del Marco Simone è solo la prima di tante Ryder con lui in campo.
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12. Scottie Scheffler (0-2-2)

E’ la prima volta che il numero uno del mondo gioca una Ryder senza vincere un solo match. Fortissimo sul gioco lungo, soffre ancora quello corto.

13. Sepp Straka (1-2-0)

Al debutto ed evidentemente teso. Ha conquistato un punto in coppia con Lowry nel primo giorno e ha tenuto sul filo del rasoio Justin Thomas nel singolo.  

14. Robert MacIntyre (2-0-1)

Un rookie imbattuto con 2,5 punti vinti sui tre a disposizione. Oltre che per il suo pigiama molto social, MacIntyre ha lasciato il segno anche in campo al Marco Simone. Ha giocato con Rose e quando serviva l’ha messa, soprattutto in green.  Domenica ha battuto Clark nel dodicesimo singolo.

15. Matthew Fitzpatrick (1-2-0)

Seconda apparizione e finalmente primo punto dopo la disfatta di tre anni fa. La voglia di ricominciare è tutta nella vittoria di sabato mattina con quattro birdie e un eagle nelle prime sette, in coppia con McIlroy. Poi ha rallentato

16. Sam Burns (1-2-0)

Ha iniziato male nei foursome di venerdì ma ha fatto il suo. Impossibile pensare di fare risultato a Roma nel singolo quando hai contro un McIlroy così ispirato.

17. Brooks Koepka (1-1-1)

Brooks Koepka arriva al Marco Simone per la foto di gruppo (foto ANSA/ETTORE FERRARI)

Il primo oggetto misterioso di Team Usa. Pare vivere ai margini della squadra. Il suo “score” parla di una vittoria, un pareggio e una sconfitta.

18. Xander Schauffele (1-3-0)

Da destra: Xander Schauffele, Patrick Cantlay, Max Homa, Windham Clark (foto ANSA/FABIO FRUSTACI)

Campione olimpico in carica, di lui a Roma si ricorderà la – troppa – vicinanza a Patrick Cantlay (sempre sempre sempre) e la vittoria di domenica su Hojgaard.

19. Nicolai Hojgaard (0-2-1)

Nessun punto pieno per l’Europa ma i suoi sette birdie nel fourball di sabato sono un bel biglietto da visita.

20. Justin Thomas (1-2-1)

La premiata ditta con Spieth non ha dato I frutti sperati. Thomas, la wild card più discussa tra quelle di Zac Johnson, non è più un trascinatore.

21. Collin Morikawa (1-3-0)

Rickie Fowler Collin Morikawa (foto ANSA/ETTORE FERRARI)

Secondo gli americani è orfano del suo compagno di doppio Dustin Johnson. Tre anni fa fu la rivelazione con tre vittorie e un pareggio. Ora torna a casa con una vittoria e tre sconfitte. 

22. Wyndham Clark (1-1-1)

Quasi da “Chi l’ha visto”. Si è difeso bene solo venerdì. Ko in quello che avrebbe potuto essere il match decisivo domenica nel colosseo del golf mondiale.

23. Rickie Fowler (0-2-0)

Con ogni probabilità era lui l’americano sotto antibiotico, come rivelato da Zac Johnson. Sabato il capitano lo ha tenuto completamente a riposo. Ironia della sorte: lui, in meno in forma, è andato in acqua domenica alla buca 16 servendo su un piatto d’argento la Ryder Cup a Fleetwood. Il suo score complessivo in Ryder non è dei migliori: tre vittorie, nove sconfitte, cinque pareggi.

24. Jordan Spieth (0-2-2)

Jordan Spieth nei fourballs di venerdì (foto ANSA/ETTORE FERRARI)

La stampa americana non lo tratta bene: “Vista la forma di Spieth, Justin Thomas ha giocato da solo nei doppi” scrivono. Lo swing di Roma non era più quello di una volta. La sua peggior Ryder Cup in carriera.

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