C’è tanta voglia di Europa all’Open d’Italia di golf numero 80. Dal 4 al 7 maggio a Guidonia Montecelio sono attesi tanti big continentali, eccezion fatta per le tre stelle attuali del firmamento europeo (John Rahm, Rory McIlroy e Victor Hovland). Al “Marco Simone” tutti i big sgomiteranno per un biglietto di sola andata… proprio per il Marco Simone, sede della Ryder Cup 2023 dal prossimo 29 settembre.
Al via ci sarà senza dubbio chi deciderà del loro destino golfistico. Confermata infatti la presenza di Luke Donald, Thomas Bjorn, Nicolas Colsaerts ed Edoardo Molinari, rispettivamente capitano e vice di Team Europe.
Tra chi ha garantito di esserci è il campione uscente, il mancino scozzese Bob McIntyre. A lui l’arduo compito di concedere il bis a dodici mesi dal primo successo, impresa finora riuscita solamente al belga Flory Van Donck e al francese Auguste Boyer. Sono loro gli unici professionisti ad aver colto il back to back (loro anche il record di successi, 4 a testa).
Sicuramente in campo Rasmus Hojgaard (il cui gemello Nicolai vinse due anni fa) e Thorbiorn Olesen, vincitore a Gardagolf. Con loro anche Perez (al terzo posto nella European Points List verso la Ryder Cup) e Meronk. In via di definizione gli altri europei.
Gli azzurri all’Open d’Italia di golf
Nutrita ma non ancora definita la rappresentanza azzurra a Roma. Oltre al vicecapitano di Ryder Cup ci sarà Guido Migliozzi, unico pro (con Dodo) a giocare quest’anno sul DP World Tour. Giocheranno in casa Paratore e Celli (l’anno scorso al debutto tra i professionisti proprio su questo campo). Confermati Francesco Laporta e Matteo Manassero. Difficile la presenza di Francesco Molinari: la rincorsa alla Ryder Cup di Chicco prevede in quei giorni alcune tappe americane sul PGA Tour.
L’Open d’Italia di golf è il primo torneo stagionale del DP World Tour in programma in Europa. In palio in totale 3.250.000 di dollari, dei quali oltre 550mila destinati al vincitore. L’Open d’Italia di golf verrà trasmesso su Sky con finestre su Rai Sport. In 79 edizioni fin qui disputate sono stati otto i successi italiani. Nel 2006, a interrompere un digiuno lungo 26 anni, ci ha pensato Francesco Molinari. Chicco nel 2016 ha poi calato il bis. L’ingresso è gratuito.
Open d’Italia di golf, le parole della politica
Tra golf e politica sembra che sia scoppiato l’idillio. Alla presentazione dell’Open d’Italia di golf c’erano pezzi da novanta dell’esecutivo. Ognuno vede Open prima e Ryder Cup poi sotto un punto di vista diverso. Per Antonio Tajani si tratta di un volano per candidare Roma all’Expo 2030. E non solo: “Lo sport è un importante strumento di diplomazia – dice il ministro degli Esteri – che serve a rafforzare l’immagine del nostro Paese in tutto il mondo. Nelle ambasciate italiane stiamo presentando la candidatura all’Expo, la Ryder Cup e l’arrivo del Giro d’Italia a Roma”.
Il collega titolare del dicastero dello Sport si concentra sulle infrastrutture. “Questa è una tappa di un percorso – dice Andrea Abodi – che non finisce dopo la Ryder. Oltre alla progettualità sportiva, si svilupperà quella della socialità e del rispetto per l’ambiente. A livello delle infrastrutture, nella zona del Marco Simone, i lavori proseguono e verranno rispettati i tempi. Per la prima volta le opere finiranno prima dell’evento”.
Infine Daniela Santanché, ministro del Turismo. “Spesso ci dimentichiamo di quanto siamo bravi, e stavolta siamo i primi. Siano riusciti a portare Ryder Cup a Roma e dobbiamo essere orgogliosi, nella vita come in politica l’ottimismo serve, da’ forza e fa concretizzare le cose. Senza passione non si arriva a nessun risultato”. Sono contenta dei dati e della presenza dei turisti in questi giorni di Pasqua. C’è sempre più voglia di Italia nel mondo”.
Evidentemente soddisfatto Franco Chimenti. “Ringrazio governo e Comune per lo sforzo e l’impegno per la realizzazione degli Open d’Italia – ha dichiarato il numero uno di Federgolf -. Sulla Ryder Cup ci siamo arrivati e io ci ho creduto: venivo chiamato deficiente. Sono stato aiutato, soprattutto da Giovanni Malagò, e dalla politica allora e oggi ancora di più”.
La chiosa tocca a Giovanni Malagò: “Dal 1960 a oggi questa città, nel non candidare Roma alle Olimpiadi, ha certificato che l’unica opera di carattere internazionale fatta è stata quella di un privato che si chiama Lavinia Biagiotti. L’ha fatta grazie alla Ryder. Questo deve far riflettere”.