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Justin Rose: ecco perché non gioco sul LIV Golf

Justin Rose, professionista di golf inglese, ha vinto di nuovo sul PGA Tour. E adesso spiega perché non giocherà sul LIV GOLF
PEBBLE BEACH Justin Rose dopo il putt decisivo all’AT&T Pebble Beach Pro-Am (Foto di EZRA SHAW / GETTY IMAGES NORTH AMERICA)

Fino a qualche giorno fa Justin Rose era un giocatore di golf quasi finito in seconda fila, pronto per pensare più ai petrodollari del LIV Golf che alle vittorie, quelle belle. Poi il 42enne inglese ha conquistato il Pebble Beach Pro-Am dopo quattro anni di astinenza sul PGA e la vita golfistica è tornata a sorridergli.

E’ passato dalla posizione numero 71 alla 35 nel ranking mondiale, è tornato di prepotenza in corsa per un posto in Ryder Cup a Roma e tutti si sono ricordati di quanto sia bravo.

Il cellulare dell’ex numero uno al mondo ha ripreso a squillare per interviste, commenti e analisi. Qualcuno gli ha chiesto senza troppi giri di parole perché in questi mesi non abbia fatto il gran salto, ossia accettato le lusinghe di Greg Norman e della SuperLega araba. Del resto, fra i protagonisti del LIV Golf ci sono tre dei suoi migliori amici, vale a dire Lee Westwood, Henrik Stenson (storico compagno in Ryder Cup) e Ian Poulter. Tutti giocatori che hanno segnato con Justin gran parte degli Anni Duemila del golf internazionale.

“Non ho scelto il LIV Golf perché voglio giocare ancora i Major e tutti i tornei che hanno una grande storia – ha detto Justin Rose alla Bbc- su campi altrettanto storici. I Major sono il mio sogno sin dall’infanzia. Ne ho vinto uno e voglio provarci ancora. E lo stesso vale per la Ryder Cup”. Il gioco (le vittorie sul LIV Golf non valgono ai fini del Ranking e chi partecipa è fuori dal giro Ryder) non vale la candela, insomma.

Justin Rose a caccia della sesta Ryder Cup

Non a caso le parole arrivano dopo il successo sul PGA Tour (undicesimo in carriera) che gli garantisce l’accesso al prossimo Masters e al PGA Championship. Una gran bella soddisfazione per questo inglese, professionista dal 1998 e sempre professionale.

Capitolo Ryder Cup: Justin Rose ne ha disputate cinque e vorrebbe esserci anche a Roma. Chiaro che preferirebbe partecipare per meriti conquistati sul campo e non attraverso una wild card. Oggi è al nono posto della World Points List.

La decisione di Justin Rose di restare fedele a PGA Tour e DP World Tour non gli fa cambiare idea sull’esistenza di un terzo circuito. “Con il LIV Golf il calendario del tour europeo è migliorato -spiega -. Io la mia scelta l’ho fatta e non ho intenzione di tornare indietro. Allo stesso tempo credo che chi ha dato tanto per vent’anni al DP World Tour debba essere preso in considerazione”.

Il riferimento è ad amici e colleghi passati con la SuperLega e messi al bando dal resto dei circuiti. “Molti di loro erano e restano amici miei. Hanno preso una decisione – dice l’oro olimpico di Rio 2016 – e io la rispetto. Ci sentiamo spesso e auguro loro ogni meglio”.

Sul bando messo in atto dal DP World Tour è in corso un’udienza in Inghilterra e la sentenza non dovrebbe tardare molto.


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