Luke Donald finalmente capitano di Ryder Cup 2023 a Roma. Scartato a marzo al primo giro , l’inglese subentra ora al defenestrato Henrik Stenson e mette subito in chiaro l’intenzione di rispettare il suo contratto con Ryder Cup Europe.
Luke Donald, il profilo perfetto
In tempi non sospetti l’inglese aveva fatto trapelare il suo dispiacere per non essere stato chiamato a guidare il team europeo a Roma. Del resto suo era il curriculum perfetto: Donald ha giocato e vinto ben quattro Ryder Cup (2004, 2006, 2010 e 2012) più una da vice-capitano (2018). Su 15 punti a disposizione, ne ha portati a casa ben 10,5. La ciliegina sulla torta si chiama Medinah: nel 2012 negli Usa con i padroni di casa avanti 10 a 6 nell’ultima giornata superò Bubba Watson, dando il via alla miracolosa rimonta europea.
Da pro il 44enne (più giovane degli altri due candidati in lizza, Lawrie e Karlsson) di Hemel Hempstead vanta sette titoli sul DP World Tour e cinque sul PGA Tour. In carriera ha trascorso 56 settimane da numero uno al mondo. Unico neo: in carriera pare abbia giocato solo duecento gare in vent’anni sull’European Tour (oggi rinominato DP World Tour).
Con un passato da garanzia, un presente blindato (“Ho detto no alla LIV Golf e per i prossimi quattordici mesi sarò il capitano”) è il futuro di Luke Donald a preoccupare. Il neo-capitano ha una certezza e almeno tre grossi punti di domanda. La prima è la conferma dei due vice-capitani scelti dal suo predecessore: a Roma ci saranno sia Thomas Bjorn che Edoardo Molinari.
SuperLega, criteri e tempi
Il successore di Padraig Harrington ha comunque due o tre nodi sciogliere.
Il primo è sotto gli occhi di tutti. Che ne sarà dei giocatori europei che hanno scelto o sceglieranno di giocare nella SuperLega araba? Sul fronte americano, il collega Zac Johnson ha già dettato la linea: chi gioca sul LIV Golf faccia pure da turista a Roma 2023. Lui può permetterselo: oggi dei primi venti al mondo ben tredici sono statunitensi (e ricordiamo che gente come DJ, DeChambeau, Koepka e soci non matura punti da due mesi).
Luke Donald ha detto che comunicherà per tempo la decisione sui separatisti. Oltre a Wiesberger, ad oggi quella decisione riguarda giocatori esperti come Garcia, Poulter e Westwood. Gente più da wild card che da qualificazione sul campo.
Se esiste una logica non ci dovrebbe essere spazio per chi gioca nella SuperLega. Se è stato strappato il contratto con il professionista capitano di Ryder Cup in carica perché prevedere eccezioni per professionisti sul campo?
Ma esiste anche una ragione di Stato, fatta una debita premesso (la Ryder Cup non è una competizione normale). Ad oggi sulla carta non c’è gara tra un qualsiasi ipotetico Team Usa 2023 e un altrettanto ipotetico Team Europe 2023. Gli americani sono di un altro pianeta.
E qui si innesta il secondo nodo del futuro di Luke Donald. Come sceglierà i dodici europei per il Marco Simone? Il metodo attuale prevede nove posti attribuiti in base alla European Point List e alla World Point List. A questi vanno aggiunte tre wild card a discrezione del capitano. Da più parti si spinge per modificare i criteri. Molti vorrebbero copiare il sistema americano: sei giocatori dall’ordine di merito e ben sei dal taccuino del capitano. Come detto, Zac Johnson può pescare a mani basse in un vasto bacino di giocatori. Luke Donald oggi “pesca” meno in un bacino assai più ristretto.
Qualcuno azzarda di non lasciare nessuna discrezionalità al capitano e di far giocare a Roma i dodici migliori europei non LIV nel ranking. Ipotesi molto democratica ma difficilmente percorribile. Di seguito i primi dodici europei del World Ranking e i primi dodici americani.
I tempi sono un altro problema: quando inizia e quando finisce il periodo di qualificazione? A Roma 2023 mancano quattordici mesi che golfisticamente parlando voleranno di certo.
Di carne al fuoco ce n’è parecchia. Buon lavoro capitano!